
(AGENPARL) – Sat 10 May 2025 Impianto Bioter a Terni, l’azienda comunica il riavvio senza attendere il
pronunciamento del Consiglio di Stato. L’assessore Thomas De Luca chiede
agli uffici il riesame dell’intera autorizzazione
(Aun) – Perugia 10 mag. 025 – L’impianto di coincenerimento Bioter di
Terni, autorizzato nel 2017 e che aveva comunicato la sospensione
dell’attività dal febbraio 2020, a seguito della sentenza del TAR Umbria
00125/2024 REG.RIC. ha comunicato ai servizi regionali la messa in
esercizio dell’impianto a far data dal 13 maggio 2025.
A tale proposito si precisa che per “messa in esercizio” si intende l’avvio
dell’attività e la prima accensione dell’impianto, a differenza della
“messa a regime” che invece riguarda l’avvio della produzione vera e
propria e che deve avvenire entro 90 giorni dalla messa in esercizio.
Nonostante il ricorso della Regione Umbria al Consiglio di Stato – per il
quale è stata richiesta l’anticipazione della trattazione dell’udienza
decisoria che dovrebbe essere imminente – l’azienda ha deciso,
assumendosene integralmente la responsabilità, di riattivare l’impianto,
sebbene non risulterebbe essere stato adeguato alle conclusioni sulle
migliori tecniche disponibili (BAT Conclusions) come da anni è stato
richiesto dall’autorità competente.
L’Ente Regione nell’esercizio delle proprie attribuzioni in materia di
energia e ambiente che la vedono coinvolta nelle attività di indirizzo,
programmazione e tutela della ponderazione degli interessi pubblici in
gioco non intende farsi espropiare da quelli che sono i propri poteri e le
proprie competenze.
La lotta all’inquinamento resta una priorità assoluta della Giunta
regionale. Il quadro critico della qualità dell’aria nella Conca Ternana,
in particolare nell’area dove insiste l’impianto, le normative di settore e
le misure previste dai piani regionali impongono una verifica approfondita
e urgente sulla conformità del riavvio.
Sebbene il procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale
(A.I.A.) sia attualmente sospeso in attesa di un giudizio del Consiglio di
Stato, a cui si è rivolta la Regione Umbria dopo la sentenza del TAR
favorevole alla Bioter che ha affermato che non sussisterebbe l’automatismo
del riesame dell’A.I.A, come sottolineato dalla stessa sentenza la
normativa (art. 29 octies d.lgs. n. 152 del 2006) consente una valutazione
discrezionale dell’Autorità competente per disporre il riesame in diverse
circostanze. Queste includono la necessità di aggiornare l’autorizzazione
per garantire che le emissioni corrispondano ai “livelli di emissione
associati alle migliori tecniche disponibili” o qualora le prescrizioni non
garantiscano il conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale o,
ancora, qualora sviluppi delle norme di qualità ambientali o nuove
disposizioni legislative lo esigano.
Ad oggi l’area di Maratta continua a presentare criticità significative in
termini di qualità dell’aria.
La stazione di monitoraggio di Maratta, area dove insiste l’impianto
Bioter, ha registrato nel 2023 e 2024 ben 41 giorni di superamento del
limite giornaliero di PM10 (50 µg/mc). Questo dato è ben oltre la soglia
attuale di 35 giorni consentita dal D.Lgs 155/20106 e più del doppio
rispetto al limite previsto dalla nuova Direttiva (UE) 2024/2881 che
entrerà in vigore nei prossimi anni. Anche i valori medi annuali di PM10 e
PM2.5 rilevati a Maratta nel 2024 risultano superiori ai nuovi limiti che
entreranno in vigore nel 2030. Maratta si conferma unica area della regione
con mancato rispetto dei limiti di legge per la qualità dell’aria e zona
più inquinata dell’Umbria.
Tale situazione, anche in termini di superamento dei limiti di PM10, ha
portato negli anni precedenti all’avvio di una procedura di infrazione da
parte della Commissione Europea contro l’Italia. Procedura che in costanza
dei suddetti superamenti e con un aggravio della situazione esistente
potrebbe riproporsi con ripercussioni anche economiche sull’Ente. Inoltre,
il recente aggiornamento del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria
(PRQA), approvato nel dicembre 2022, si propone in via prioritaria la
risoluzione del problema dell’inquinamento atmosferico nella Conca Ternana.
Tra le misure inserite, la misura P1T02 prevede che, per gli impianti
produttivi collocati nell’area critica della Conca Ternana, l’Autorità
competente applichi, in sede di rilascio, rinnovo e modifica sostanziale
dell’AIA, vincoli emissivi pari o inferiori al valore più restrittivo
indicato nelle BAT Conclusions. A tal fine, la Regione Umbria ha
sottoscritto un Accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente per il
risanamento della qualità dell’aria nella Conca Ternana che ha messo a
disposizione 29 milioni di euro per le azioni individuate. In mancato
rispetto dell’applicazione di tali misure potrebbe persino compromettere
l’utilizzo finale di tali risorse.
Alla luce di tutto ciò l’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca,
ha ritenuto pertanto di scrivere agli uffici preposti in materia di
rilascio delle autorizzazioni di verificare la sussistenza delle condizioni
per procedere con il riesame dell’AIA ai sensi dell’articolo 29-octies del
D.Lgs. 152/2006, al fine di confermare la linea interpretativa di esigere
l’applicazione delle BAT Conclusion prima di qualsiasi attività di riavvio
dell’impianto, garantendo il massimo livello di protezione ambientale a cui
i cittadini ternani hanno diritto come nel resto della regione.
Red/com