
(AGENPARL) – Sat 10 May 2025 (ACON) Trieste, 10 mag – “La situazione nelle carceri sul
nostro territorio ? drammatica, e il decreto sicurezza non fa che
peggiorarla. Oggi per la festa della mamma entriamo nella sezione
femminile per porre l’attenzione su un aspetto particolarmente
crudele della nuova norma: la detenzione per le madri e le donne
incinte. Luned? 12 parteciper? anche alla staffetta di digiuno
promossa dal Garante di Udine”.
Cos?, in una nota, la consigliera regionale del Patto per
l’Autonomia-Civica Fvg Giulia Massolino che ha partecipato, oggi,
a un incontro organizzato dalla Garante del Comune di Trieste
avvocata Elisabetta Burla presso la Casa circondariale di via del
Coroneo, con le detenute e l’associazione Nati per Leggere,
nell’ambito della campagna Madri fuori della Societ? della
Ragione.
“Un anno fa – ricorda Massolino – ho chiesto un’audizione in
Commissione consiliare sulla situazione delle carceri. Da
regolamento, l’audizione si sarebbe dovuta tenere entro dieci
giorni. Nonostante tre solleciti formali, oltre a quelli verbali
in sede di Ufficio di presidenza, la Commissione non ? mai stata
convocata. Nel frattempo ci sono stati i noti disordini della
scorsa estate, e sono morte due persone. La Regione non pu? stare
a guardare: se ? vero che gran parte della competenza ?
ministeriale, ? altrettanto vero che Fedriga ha un canale
privilegiato in qualit? di presidente della Conferenza delle
Regioni, e che la competenza della salute delle persone detenute,
cos? come il diritto all’abitare, sono responsabilit? regionale,
e molti altri sono gli interventi che potrebbe portare avanti. In
questi anni ho presentato diversi emendamenti al bilancio proprio
per dare sollievo all’intollerabile situazione delle carceri.
Sono tutti stati bocciati da una Maggioranza insensibile alla
disperazione delle persone private della libert?. A Gorizia non ?
mai stato nominato il Garante dei detenuti, e proprio lo scorso
sabato un giovane ? morto nel carcere isontino”.
“Gli incontri con il personale e con la nuova Direttrice della
Casa circondariale di Trieste, con cui ho avuto un colloquio la
scorsa settimana, hanno confermato le diverse problematiche gi?
denunciate in questi anni – sottolinea l’esponente autonomista -.
Sicuramente la principale ? il sovraffollamento, che si
ripercuote sia sulle condizioni di vita all’interno del carcere
che sulle opportunit? di formazione. Banalmente, non ci sono
spazi a sufficienza per intraprendere le attivit? trattamentali,
e non vi ? personale penitenziario sufficiente per il loro
svolgimento, a fronte di un territorio che invece offre numerose
opportunit?. I 50 nuovi agenti di Polizia penitenziaria
annunciati per Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia
Giulia sono insufficienti a colmare carenze croniche e
sottodimensionate rispetto ai reali numeri di ospiti, che sono
quasi il doppio rispetto ai posti disponibili. Ribadiamo che la
mancanza di spazi non si risolve costruendo carceri pi? grandi,
bens? avendo meno persone in carcere. E per farlo servono
percorsi di uscita, a partire dalla disponibilit? di domicilio
presso alloggi sociali, in quanto numerose persone detenute
avrebbero la possibilit? di scontare pene alternative. Uno degli
emendamenti che avevo presentato lo scorso dicembre, tutti
bocciati dalla Giunta regionale, chiedeva proprio un
finanziamento straordinario alle Ater per trovare delle soluzioni
abitative”.
“Questa situazione ? vergognosamente peggiorata dal decreto
sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri il 4 aprile –
incalza la consigliera delle Opposizioni -, che non fa che
aumentare le persone soggette a detenzione, introducendo ben 14
nuovi reati e numerose circostanti aggravanti, imprimendo una
svolta autoritaria tanto nei metodi quanto nei contenuti, gi?
duramente criticati dall’Osce in un parere dell’Ufficio per le
istituzioni democratiche e i diritti umani, dal Commissario per i
diritti umani del Consiglio d’Europa e da sei Special rapporteurs
delle Nazioni unite”.
“Particolarmente crudele ? la norma che colpisce le donne incinte
e le madri con bambini piccoli: il decreto elimina l’obbligo di
rinvio dell’esecuzione della pena per le detenute in gravidanza o
con figli minori di un anno, aprendo cos? le porte del carcere
anche a neonati e madri. Inoltre, introduce misure che prevedono
la separazione tra madre e figlio in caso di presunta evasione o
turbativa dell’ordine in un Icam, infliggendo un danno gravissimo
e ingiustificabile ai diritti dell’infanzia. Condividiamo e
sosteniamo con forza la campagna Madri fuori, promossa dalla
Societ? della Ragione, perch? nessun bambino dovrebbe mai
crescere dietro le sbarre. La tutela della maternit?, della
salute psicofisica e del diritto dei minori a un’infanzia libera
e serena deve essere una priorit? assoluta in uno Stato che si
definisce civile. La sicurezza non si costruisce calpestando i
diritti umani”, conclude Massolino.
ACON/COM/mv
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