
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 06/05/2025, ore 18:05
Consiglio
Lavori Consiglio: discussione sul disegno di legge costituzionale di Modifica dello Statuto -2
**La seconda parte degli interventi sul parere al disegno di legge costituzionale recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol”. La discussione prosegue domani.**
(In osservazione delle disposizioni sulla par condicio (articolo 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28) in vigore in vista degli eventuali ballottaggi conseguenti alle elezioni amministrative (18 maggio), nonché dei prossimi referenda popolari abrogativi (8-9 giugno), e a fronte delle relative indicazioni dell’Agcom, i comunicati stampa sui lavori del plenum saranno redatti in modo da assicurare imparzialità relativamente ai ballottaggi, evitando i nomi dei candidati o delle candidate, e senza riferimenti ai temi dei referenda abrogativi)
Intervenendo nella discussione sul parere al recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol”, Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha ripercorso i tentativi passati di ripristinare l’autonomia, con derive verso l’autonomia territoriale come vorrebbe la sinistra. La popolazione va ringraziata per aver partecipato alla Convenzione, che rimane il punto di arrivo cui ambire, ma va detto che 25 anni con interventi della sinistra sono stati anni persi, con forti ingerenze centraliste e il tentativo di scardinare l’autonomia delle minoranze. Ora con queste modifiche la Provincia non sarà più soggetta alle riforme sociali ed economiche che hanno causato tanti ostacoli, e le interferenze non sono più possibili senza l’intesa delle due Province autonome. Il passaggio dai 4 ai 2 anni di residenza non è così sostanziale riguardo alla presenza degli immigrati, in Valle d’Aosta la richiesta è di un anno – per reagire all’immigrazione ci vogliono altre misure. In quanto alla composizione della Giunta, è una norma facoltativa per eliminare quelle aree grigie che erano presenti. La regolamentazione per i Comuni può riguardare anche la presenza di un solo tedesco nei comuni ladini, ed è ben poco rispetto al ripristino di competenze. Comprensibili sono le critiche alle trattative a porte chiuse, ma non si può andare in 50 a Roma. Nessuno ha mai parlato di Terzo Statuto, ma si tratta di un progresso più ampio di quanto raggiunto in precedenza. Mair avrebbe votato a favore, e si aspettava ulteriori riforme per attuare i risultati della convenzione.
Angelo Gennaccaro (La Civica) ha ricordato chi metteva in discussione la coalizione di Giunta, evidenziando che in 15 mesi è arrivato un primo importante risultato: si poteva fare di più, ma questo è frutto di confronto dialettico con rinunce e concessioni, e una maggiore partecipazione probabilmente non avrebbe migliorato il testo. Se il processo si concluderà positivamente, sarà scritta una pagina storia della provincia. Egli ha poi ricordato le tappe dell’autonomia, con il Primo e il Secondo Statuto, i tempi bui del terrorismo, le difficoltà vissute dalla popolazione tedesca anche con i tentativi di italianizzazione, e infine il modello di convivenza tra i tre gruppi linguistici, esempio per altri teatri di conflitti nel mondo. Il ripristino e l’estensione delle competenze sono un fattore importante della riforma, anche a fronte degli esiti delle sentenze della Consulta, che hanno ridotto la portata innovativa della Riforma del 2001. Il cambio di aggettivo da “primarie” a “esclusive” è il nocciolo della questione, e le mette sullo stesso piano di quelle statali. La partita dell’autonomia non è astratta, ma avrà effetti concreti sulla vita dei cittadini, e l’ampliamento delle competenze chiamerà la politica provinciale a maggiore responsabilità, inoltre non ci sarà più concorrenza tra fonti. Importante è anche l’attribuzione in materia di gestione della fauna selvatica al presidente della Provincia. Due misure riguardano specificamente il gruppo italiano: la riduzione a due anni della clausola di residenza, importante in un momento di forte disaffezione alla politica, e la composizione della giunta provinciale sulla base di quella della popolazione e quella nei Consigli comunali anche a fronte di un solo consigliere di un altro gruppo. Estremamente importante è l’introduzione dell’intesa. Gennaccaro ha poi il ruolo di Commissione dei Sei e dei Dodici e ringraziato il presidente della Provincia e il consiglio dei Ministri.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che la riforma trasferisce alla Provincia competenze importanti, ma “a quale prezzo?”. La riforma è esaltata da gruppi che non si sono distinti per la tutela delle minoranze. Un intervento avrà un impatto profondo sul futuro della provincia: ricordando le misure fasciste per l’assimilazione della popolazione tedesca del 1923, il consigliere ha evidenziato il divieto di usare il termine Südtirol, nonché che nel 1958 i tre parlamentari SVP avevano presentato un progetto di Statuto per la regione “Südtirol-Tirolo del sud”, con l’abolizione della denominazione “Alto Adige” – la SVP si era quindi espressa a favore dell’abolizione di questo termine. Il nome “Südtirol” fu ammesso solo con il secondo Statuto del 1972. Nel testo attuale, anche in tedesco rimane “Trentino Alto Adige/Südtirol”, una denominazione imposta dai fascisti, un “crimine culturale”. Anche altre misure di riforma dell’Autonomia non vanno a sostenere la minoranza, ma a solo vantaggio degli italiani, per i quali non era pensata l’autonomia. La marcia funebre della popolazione locale sarà compiuta quando Urzì e compagnia applaudiranno questi risultati.
Harald Stauder (SVP) ha ricordato la lunga tradizione autonomista della SVP, sempre a favore della tutela delle minoranze, e con una lunga tradizione di lotte che hanno portato al risultato di oggi, modello a livello internazionale. L’Autonomia porta vantaggi a tutti e tre i gruppi linguistici. Quello che si discute oggi non è la fine del cammino, si continua a raccogliere i fiori citati da Magnago: seguiranno altri passi. Sicurezza e affidabilità sono elementi che hanno caratterizzato la SVP in questo processo, e si è grati a chi l’ha sostenuta in questa via: non tutti l’hanno fatto, e ora c’è chi cerca di portare acqua al proprio mulino come la STF – Stauder ha ricordato così le puntuali critiche di quel partito a ogni mossa della SVP, sostenendo tra l’altro che Fratelli d’Italia avrebbe voluto abrogare l’Autonomia e le competenze perse non sarebbero state restituite. Poi, nel 2022, la stessa STF aveva abbandonato il concetto di autodeterminazione dedicandosi alla difesa dell’Autonomia. Nelle mani della SVP, l’Autonomia è in buone mani – tutto il resto è politica di voltafaccia.
Secondo Renate Holzeisen (VITA), la promessa di riformare o ripristinare l’Autonomia è fumo negli occhi, ed è sempre più ampia l’ingerenza di norme internazionali ed europee, ora ancorata anche nello Statuto. A livello internazionale si è stabilito un insieme di regole guidato dagli interessi delle grandi potenze; il rappresentante della SVP non si oppone, ma nemmeno gli altri europarlamentari del centrodestra. 800 mld sono stati messi a disposizione per il riarmo, e a questo scopo gli Stati possono anche indebitarsi. Inoltre, gli Stati devono sottoporsi alle volontà dell’OMS, dominato da produttori di vaccini e considerato dalla UE come massima autorità. È l’Unione Europea colei che deciderà alla fine, e il sistematico annacquamento delle disposizioni statali è assolutamente incomprensibile e non democratico. Lei aveva proposto una relativa clausola di salvaguarda: la sua proposta era stata respinta, pertanto non sosterrà il disegno di legge.
Christian Bianchi (Forza Italia – Uniti per l’Alto Adige) ha detto di non poter più tollerare interventi che erano vere offese per il gruppo linguistico italiano – se fossero state dette anche in minima parte verso il gruppo tedesco ci sarebbe stata la sollevazione. Rivolgendosi a STF, ha chiesto, citando Ploner: “Di chi è questa Autonomia? È forse solo della destra tedesca o spetta in eguale misura a ciascun cittadino della provincia?”. STF usa alla fine la stessa terminologia usata dai fascisti, allo scopo di spaventare le persone, mentre la stragrande maggioranza dei cittadini è contenta di lavorare in armonia. Ci deve essere pari accettazione sia per chi si sente sudtirolese sia per chi si sente altoatesino, mentre sembra che chi è nato qui ed è italiano debba avere meno diritti di chi è di lingua tedesca. Il testo in esame è frutto di un lungo lavoro, per ripristinare competenze che erano state tolte, grazie alla disponibilità data nel 2022 da Giorgia Meloni. Nel testo ci sono norme che garantiscono “un po’ più di autonomia” e competenze primarie su temi importanti, anche per una maggiore convivenza, quale quella sui 2 anni di residenza – il vincolo di 4 anni aveva ragione d’essere quando la presenza militare era forte, non ora – o quella relativa ai Consigli comunali. Le isole Aland citate dalla STF sono l’unico posto al mondo dove si vota dopo 5 anni di residenza.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha ribadito che i Verdi sono a favore dell’autonomia, un modello di successo, ricordato l’esperienza della Convenzione, e ha riconosciuto gli sforzi del pres. Kompatscher. La riforma porta formulazioni più adeguate e aumenta lo spazio autonomistico, anche se si può discutere sui dettagli, tuttavia la questione fondamentale è: è valsa la pena il “patto col diavolo”, così definito da qualcuno della stessa SVP? È cambiato qualcosa di sostanziale? Molte persone non si erano nemmeno accorte della perdita di competenze, ma ora c’è un vicepresidente che marcia con Casapound e minaccia di togliere i contributi all’associazione che protesta. Questo viene presentato come secondario, ma si tratta di valori democratici che vengono sacrificati, mentre il patto con il diavolo ha partorito un topolino. I Verdi voteranno a favore anche se è un piccolo passo nella giusta direzione, ma rimane il dubbio sulla svolta verso destra.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha parlato di “passo storico, quasi epocale”, e aggiunto che il citato “diavolo” ora porta in Alto Adige la parola data all’inizio da Giorgia Meloni, mentre fino a oggi erano state solo parole. Le competenze erano state erose da una riforma costituzionale voluta dai partiti della sinistra, che si dichiaravano amici dell’Autonomia. Quando è arrivata la proposta di riforma dello Statuto portata da Kompatscher, il dibattito non si è fermato ma è durato quasi due anni, per costruire un testo veramente utile alla popolazione. Si può dire che il testo è migliorabile, ma si può immaginare una futura evoluzione. L’Autonomia diventa uno strumento di tutti i gruppi dell’alto Adige, questo testo e li fa sentire tutti rappresentati e protagonisti dell’autonomia. La riduzione della residenza da 4 a 2 anni non faciliterà gli stranieri – chi ha due anni di residenza normalmente poi arriva ad averne 5. Molti hanno richiesto di emendare il testo, ma questo è un problema perché è richiesta l’approvazione da parte dei due Consigli provinciali e di quello regionale, bisognerebbe ripartire da zero. Questo testo è quello migliore possibile oggi.
La discussione proseguirà domani a partire dalle 10.00.
**MC**
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