
(AGENPARL) – Sun 04 May 2025 Morte sul lavoro a Udine, Barbera (Prc): “Basta stragi impunite! Serve un
cambiamento radicale”
“Oggi a Udine un altro lavoratore è morto sul lavoro. Un’altra vita
spezzata in nome del profitto, un’altra tragedia che si aggiunge a una
lista che ogni giorno si fa più lunga e insopportabile. A piangere non è
solo una famiglia distrutta, ma un intero Paese che continua a tollerare
quella che è diventata una vera e propria strage quotidiana, con una media
che supera ormai i tre morti al giorno. Esprimiamo il nostro profondo
cordoglio e la nostra rabbia: non si tratta mai di “incidenti” o fatalità.
Ci sono sempre o quasi sempre precise responsabilità politiche,
istituzionali e padronali. Le istituzioni competenti, dal governo ai
vertici regionali e locali, non stanno facendo tutto quello che sarebbe
necessario per fermare questa carneficina. Le misure di prevenzione vengono
lasciate sulla carta, i controlli sono insufficienti, gli ispettori pochi e
malpagati, le sanzioni ridicole. A morire sono quasi sempre lavoratori
impiegati in settori caratterizzati da appalti e subappalti, in cui la
logica del massimo ribasso impone condizioni di lavoro sempre più precarie,
con ritmi disumani, sicurezza assente e diritti calpestati. Il profitto
viene prima della vita. Per questo invitiamo tutte e tutti a non
dimenticare che fra i cinque referendum su cui voteremo l’8 e il 9 giugno
ce n’è uno fondamentale per fermare questa barbarie: quello che riguarda la
responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro, e che punta ad
attribuirla finalmente anche alle aziende committenti, cioè a chi trae
vantaggio economico da quei lavori e non può più permettersi di lavarsene
le mani. È una battaglia di civiltà, giustizia e umanità. Basta morti sul
lavoro! Serve un vero piano nazionale per la sicurezza, il potenziamento
dei controlli, l’assunzione di migliaia di ispettori, la tutela dei
lavoratori nei cantieri e nelle fabbriche, e la fine della giungla degli
appalti. Il lavoro deve rendere liberi, non uccidere”.
Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione
Comunista.