
Il Regno Unito si prepara a un appuntamento elettorale cruciale che potrebbe riscrivere gli equilibri della politica britannica. Giovedì, milioni di cittadini in Inghilterra saranno chiamati alle urne per rinnovare oltre 1.600 seggi in 23 autorità locali, eleggere sei sindaci e scegliere i rappresentanti di due circoscrizioni parlamentari. Ma al di là della dimensione amministrativa, l’attenzione del Paese è tutta puntata su un uomo: Nigel Farage.
Dopo il terremoto politico del referendum sulla Brexit nel 2016, Farage torna sulla scena per affrontare quella che si profila come la prova più grande della sua carriera. Alla guida del partito Reform UK, l’ex leader di UKIP e protagonista dell’euroscetticismo britannico tenta ora di sfidare frontalmente il sistema bipartitico che domina Westminster da decenni, con l’obiettivo di porre le basi per un futuro governo populista.
Il banco di prova per Farage e Reform UK
Le elezioni locali di giovedì non rappresentano solo un’occasione per valutare il gradimento dell’attuale governo laburista guidato da Sir Keir Starmer, o per testare la nuova leadership conservatrice sotto Kemi Badenoch, subentrata dopo la disfatta dei Tories alle elezioni anticipate del 2024. Queste elezioni rappresentano soprattutto il primo vero stress test per Reform UK, nato come alternativa radicale e patriottica ai due poli tradizionali.
Il partito, che ha ottenuto un sorprendente 14% alle scorse elezioni generali – equivalente a oltre quattro milioni di voti – è ora pronto per misurarsi capillarmente a livello locale. Nonostante un sistema elettorale maggioritario che ne ha limitato la rappresentanza parlamentare, Reform ha saputo capitalizzare il consenso ottenuto: in appena dieci mesi, ha costruito una rete di sedi locali in tutto il Paese e presenterà candidati in oltre il 99% dei seggi in palio, più di qualsiasi altro partito.
Tra consensi crescenti e controversie interne
La rapida ascesa di Reform si è nutrita del malcontento diffuso tra gli elettori di classe media e operaia, insoddisfatti della gestione dei flussi migratori e della stagnazione economica post-Brexit. Il messaggio di Farage – diretto, identitario, anti-establishment – ha trovato terreno fertile in un elettorato stanco delle promesse mancate di Labour e Tories. Secondo i sondaggi, il partito è in costante crescita, superando in alcune proiezioni anche i due partiti storici.
Tuttavia, il percorso non è stato privo di ostacoli. Il partito è stato recentemente scosso da tensioni interne, come la sospensione del deputato Rupert Lowe dopo presunte minacce al presidente del partito, Zia Yusuf. Episodio che ha sollevato sospetti su una possibile lotta per la leadership, alimentata anche da endorsement esterni, tra cui quello del miliardario Elon Musk. Inoltre, alcune dichiarazioni pubbliche di Farage, come il suo rifiuto di pianificare deportazioni di massa, hanno suscitato critiche sia a destra che a sinistra.
Per contrastare le accuse di ambiguità, Farage ha promesso l’istituzione di un “Ministero delle Deportazioni” per espellere oltre un milione di immigrati clandestini, rilanciando così la sua proposta di immigrazione controllata come punto cardine del programma di governo.
Una sfida storica alla politica tradizionale
Secondo Sir John Curtice, uno dei maggiori sondaggisti britannici, il Paese si trova davanti alla “più grande sfida alle convenzioni politiche dagli anni ’20”, quando i Liberali cedettero il passo all’ascesa del Labour. Curtice prevede per Reform “più di qualche centinaio di seggi” alle amministrative, mentre i Conservatori potrebbero perdere oltre 500 posizioni. Una sconfitta storica che potrebbe accelerare la frattura definitiva del tradizionale equilibrio politico britannico.
Il timore di una vittoria di Farage potrebbe tuttavia innescare un voto tattico da parte degli elettori progressisti e centristi, una dinamica già osservata altrove in Europa per arginare i populismi. Ma questa volta, la macchina costruita da Farage – con una campagna radicata, militante e socialmente polarizzante – sembra avere gli strumenti per reggere l’urto.
Il ritorno del populismo britannico?
Se Farage riuscirà a ottenere una vittoria significativa giovedì, potrebbe essere il preludio a una trasformazione profonda della politica britannica, non dissimile da quella vista con il Movimento 5 Stelle in Italia o il Rassemblement National in Francia. Il suo obiettivo non è solo ottenere seggi, ma costruire una narrativa di alternativa credibile per le elezioni generali del 2029.
“Quello che abbiamo già fatto è storico”, ha detto Farage al lancio della campagna. “Ma credo che possiamo fare la storia in un modo che forse non si è mai visto prima”.
Giovedì non sarà la fine del viaggio per Nigel Farage, ma potrebbe essere il giorno in cui il populismo britannico cesserà di essere solo protesta e inizierà a presentarsi come proposta di governo.
Punti Chiave – Elezioni in Inghilterra e l’ascesa di Nigel Farage
- Elezioni Locali Cruciali: Giovedì si vota in Inghilterra per oltre 1.600 seggi, sei sindaci e due circoscrizioni parlamentari.
- Farage alla Prova del Fuoco: Per Nigel Farage e Reform UK si tratta del primo grande test elettorale dopo il boom alle elezioni generali del 2024 (14% dei voti).
- Sfida all’Establishment: Il partito punta a rompere il duopolio Labour–Tories e creare le basi per un governo populista nel 2029.
- Crescita Rapida: In dieci mesi, Reform UK ha costruito una rete nazionale e presenta candidati in oltre il 99% delle elezioni di questa settimana.
- Tories in Calo: I sondaggi prevedono perdite pesanti per i Conservatori, mentre Reform potrebbe ottenere centinaia di seggi.
- Tensioni e Polemiche: Il partito è stato scosso da conflitti interni e critiche per la linea dura sull’immigrazione.
- Voto Tattico Atteso: L’ascesa di Farage potrebbe spingere gli elettori moderati a unirsi contro Reform, seguendo dinamiche già viste in Europa.
- Farage: “Possiamo fare la storia”: Il leader populista si propone come voce della “maggioranza silenziosa” e punta a cambiare la politica britannica come non accade dagli anni ’20.