
In un’intervista esclusiva rilasciata al settimanale austriaco Profil, il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik ha respinto con fermezza le accuse di fomentare tensioni e preparare un conflitto armato in Bosnia-Erzegovina. “Non sono un guerrafondaio, e la Republika Srpska non ha alcun piano di guerra,” ha dichiarato, attribuendo invece ai leader musulmani del Paese l’intenzione di “trascinare di nuovo la regione nel caos”.
Dodik ha dichiarato che il suo unico obiettivo è difendere i diritti del popolo serbo e garantire la sopravvivenza delle istituzioni della Republika Srpska. “Sto lottando per i diritti del mio popolo, non per la guerra. Ma ci sono altri in Bosnia che, a quanto pare, vogliono riportarci agli anni ’90,” ha affermato, riferendosi in particolare alla leadership bosgnacca e all’Alto rappresentante Kristijan Šmit, la cui autorità non riconosce.
Il presidente serbo-bosniaco ha usato toni duri, accusando alcuni settori della comunità musulmana in Bosnia-Erzegovina di simpatizzare per “elementi jihadisti” e voler introdurre la Sharia. Ha evocato anche il passato bellico della regione, parlando di crimini commessi contro i serbi nella Seconda guerra mondiale. “Molti musulmani e croati combatterono tra le fila degli Ustascia. Oggi si respira la stessa volontà di conflitto, con il silenzio complice di parte dell’Europa,” ha dichiarato.
Alla domanda su un suo eventuale arresto, Dodik ha risposto con tono deciso: “La Republika Srpska ha le sue strutture, le sue forze di polizia e sistemi di protezione. Non sono solo: sono una figura protetta dallo Stato.” Ha descritto la Srpska come “un sistema stabile, non un gruppo di ribelli.”
Dodik ha anche ribadito il suo rifiuto dell’attuale assetto bosniaco, definendolo “insostenibile”. “Bosniaci, croati e serbi non vogliono vivere insieme. La Bosnia-Erzegovina è un’illusione alimentata da Bruxelles, un mostro burocratico senza futuro,” ha dichiarato, rilanciando l’idea di una separazione definitiva tra le entità.
Critico verso l’Unione Europea, Dodik ha denunciato la mancanza di leadership nel continente dopo l’uscita di scena di Angela Merkel. “L’Europa è frammentata, incapace di risolvere i propri problemi, figuriamoci i nostri. Continuiamo a guardare all’UE, ma con sempre meno speranza,” ha aggiunto.
Sul fronte internazionale, Dodik ha espresso parole positive per l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, lodandone la politica isolazionista e il taglio dei fondi all’USAID, definendo necessaria “un’America neutrale che ci lasci decidere da soli.”
Infine, il presidente della Republika Srpska ha parlato del suo divieto d’ingresso in Austria, affermando che intende mobilitare la comunità serba nel Paese alpino. “Ci sono 300.000 serbi in Austria. Siamo un popolo difficile da organizzare, ma nei momenti critici sappiamo unirci. Vedremo quale impatto potrà avere questo,” ha concluso.