
Numerosi media russi hanno dato ampio spazio alla commemorazione del Giorno del ricordo delle vittime del genocidio perpetrato dagli Ustascia contro serbi, ebrei e rom nello Stato indipendente di Croazia (NDH) e all’80º anniversario della fuga degli ultimi prigionieri dal campo di concentramento di Jasenovac. In particolare, la televisione di Stato “Russia One” ha definito il campo “l’Auschwitz dei Balcani”, sottolineando che la Republika Srpska conosce bene la verità storica su chi ha vinto e chi ha perso nella Seconda guerra mondiale.
Secondo “Russia One”, a Jasenovac gli Ustascia, alleati dei nazisti, hanno ucciso circa 700.000 persone. Per raccontare questi orrori al pubblico russo, giornalisti russi e bielorussi stanno lavorando a un documentario che descriverà nei dettagli la sofferenza vissuta in quel luogo.
La commemorazione a Donja Gradina è stata organizzata ad altissimo livello, con una massiccia partecipazione di cittadini e funzionari della Republika Srpska e della Serbia. Nel suo intervento, il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha sottolineato il peso storico di quella tragedia e ha annunciato la sua partecipazione, insieme al presidente serbo Aleksandar Vučić, alla parata della Vittoria del 9 maggio a Mosca.
“Coloro che si trovano nel lato oscuro della storia ora vogliono passare dall’altra parte. Ma la sofferenza che hanno causato non lo permetterà”, ha affermato Dodik, ricordando anche il sacrificio di 28 milioni di cittadini sovietici durante il conflitto mondiale.
Presente alla cerimonia anche Oleg Bondarenko, direttore della Fondazione per la politica progressista, che ha dichiarato come in Russia si sappia poco di Jasenovac e delle atrocità compiute, comprese le 57 modalità di tortura usate contro i prigionieri. Il documentario in produzione, ha spiegato, servirà a colmare questa lacuna.
“Questa tragedia rappresenta la base della legittimità della Republika Srpska come entità autonoma. Dopo tanta sofferenza, i serbi che vivono qui hanno diritto ad avere il proprio Stato”, ha affermato Bondarenko.
Anche la giornalista bielorussa Nadežda Sas ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di Jasenovac:
“In un’Europa che oggi tende a riscrivere la storia della Seconda guerra mondiale, è fondamentale ricordare ogni giorno cosa è successo a Jasenovac.”
Nel frattempo, Mosca si prepara alle celebrazioni del Giorno della Vittoria il 9 maggio. Bondarenko e Sas hanno ribadito che la presenza a Mosca dei leader della Republika Srpska, della Serbia e della Bielorussia avrà un forte valore simbolico, consolidando le forze che in Europa si battono per la pace e la stabilità.
Alla parata militare di Mosca sono attesi, oltre a Dodik e Vučić, anche il presidente cinese Xi Jinping, il presidente brasiliano Lula da Silva, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, il leader nordcoreano Kim Jong Un e i primi ministri di India e Slovacchia, Narendra Modi e Robert Fico.
Bondarenko ha concluso ricordando che il 9 maggio deve essere celebrato come un giorno sacro, simbolo della lotta contro il fascismo e monito contro ogni tentativo di manipolazione della storia.