
(AGENPARL) – Thu 20 March 2025 *COMUNICATO STAMPA DEL 20 MARZO 2025*
*Costi di energia e gas, dal Decreto bollette nessun beneficio
all’industria tessile pratese *
Il cosiddetto Decreto-legge bollette varato dal Governo e pubblicato in
Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 febbraio non porta nessun beneficio
all’industria tessile pratese, che di fatto non potrà attingere al miliardo
e 200 milioni di euro destinati al sostegno alle imprese per l’incremento
dei prezzi di gas metano ed energia elettrica (600 milioni per la
transizione energetica, altrettanti per agevolazioni fra cui la più
rilevante è l’azzeramento per 6 mesi di una parte degli oneri di sistema,
gli ASOS, per le aziende collegate alla bassa tensione con potenza
superiore a 16,5 kW).
Il nodo del problema costi è infatti attualmente rappresentato per le
aziende della filiera tessile pratese dall’incremento dei prezzi della pura
materia prima energia elettrica e gas di questi mesi: ma nel decreto non
c’è niente che vada a incidere su questa emergenza. Nel caso del gas nessun
effetto neppure sui costi diversi da quelli della materia prima caricati in
bolletta; per l’energia elettrica, l’azzeramento degli oneri di sistema
ASOS, piuttosto consistenti per le aziende non elettrivore (quelle che,
sebbene forti consumatrici di energia elettrica come molte imprese pratesi,
rimangono al di sotto del consumo medio annuale di 1 Gigawattora), si
applica solo alle utenze non domestiche in bassa tensione, quando le
imprese industriali pratesi sono invece allacciate alla media tensione.
Il problema dei costi energetici rimane quindi del tutto irrisolto per le
imprese della filiera tessile: per tutte in relazione all’energia
elettrica, mentre per tintorie e rifinizioni, forti consumatrici di gas
metano, anche riguardo a quest’ultimo.
“Pur nelle oscillazioni dei prezzi di questi giorni, siamo di nuovo alle
prese con costi di energia e gas così elevati da mettere in grave
difficoltà le imprese della filiera tessile e in particolare alcune fasi
cruciali per la tenuta dell’intero sistema – spiega *Filippo Giagnoni*,
coordinatore del gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili della sezione
Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. La grande volatilità dei
prezzi rende opportune contrattualizzazioni a medio-lungo termine,
particolarmente complesse in un quadro come l’attuale. Rispetto al 2019,
anno definibile come ‘normale’ rispetto agli scostamenti verso il basso e
verso l’alto dei periodi del covid e del post-covid, nei primi due mesi del
2025 il prezzo medio della materia prima gas ha sfiorato +200%,
dell’energia elettrica +140%. Se poi guardiamo al confronto con la media
del 2024, l’ordine di grandezza è rispettivamente +30% e +20%. Con un
calcolo necessariamente molto approssimativo, si può stimare che solo per
la materia prima nel 2025 la bolletta complessiva del distretto tessile
aumenterà di oltre 38 milioni di euro. Elevata l’incidenza dei costi
energetici sui costi complessivi dei bilanci delle imprese di tintoria e
nobilitazione: negli ultimi bilanci disponibili, quelli del 2023, pesavano
per il 17%, tre punti in più rispetto al 2019. Sono percentuali molto
elevate: per dare un termine di confronto, in media le imprese toscane sono
al 3,4% (dati Irpet). I disagi sono forti e non possono non riflettersi
anche sulla filiera a valle. Eppure quando nelle istituzioni si parla di
costi energetici il settore tessile-moda è il grande dimenticato.”
“I problemi generati dall’aumento dei costi energetici colpiscono l’intera
filiera – aggiunge *Francesco Marini*, presidente della sezione Sistema
moda di Confindustria Toscana Nord -. Queste nuove impennate si collocano
oltretutto in un momento complesso e delicato, segnato da tante criticità
che si sono abbattute sul settore moda a livello non solo nazionale ma
globale. E’ in atto una fase in cui il settore sta assumendo fisionomie e
posizionamenti diversi: nel frattempo, scontiamo contrazioni significative
di produzione ed export, che per l’anno scorso sono stimabili entrambe
intorno al -8%. Difficile in questo quadro, con il fattore prezzo che
troppo spesso è decisivo per le scelte dei nostri clienti, assorbire nella
filiera tessile incrementi di costi consistenti. Il tessile pratese, in
tutte le sue componenti, è da sempre, e rimane tuttora, costantemente
impegnato a qualificarsi sul piano della sostenibilità, dello stile, del
servizio: strategie che siamo fiduciosi possano essere vincenti in
prospettiva. Ma intanto siamo presi in questa vera e propria tenaglia: da
un lato il mercato stagnante, dall’altro gli alti costi di produzione. Per
energia elettrica e gas sono necessarie misure immediate, con effetti a
loro volta immediati che consentano di superare questa fase di impasse, e
parallelamente interventi strutturali. A noi il Decreto bollette non sta
dando e non darà nulla: occorrono altri provvedimenti. Per il gas il
credito di imposta funzionò bene in occasione del picco del 2022: andrebbe
riproposto, al di là dei vincoli della manovra attuale, anche in
prospettiva, quando si creino situazioni così critiche. Per l’energia
elettrica, l’azzeramento della componente ASOS per un semestre potrebbe
essere esteso anche alle imprese allacciate alla rete di distribuzione in
media tensione. Sarebbe utile anche una modifica dei criteri per
classificare le imprese come elettrivore: se queste fossero definite come
tali sulla base non dell’entità totale dei propri consumi annui ma
dell’incidenza dei costi dell’energia elettrica sui costi complessivi, come
sarebbe più equo, potremmo rientrarci anche noi e godere dei trattamenti
già previsti per le elettrivore. Più a lungo termine, è del tutto
condivisibile l’impostazione data da Confindustria che, nella sua audizione
parlamentare di pochi giorni fa, ha proposto varie misure strutturali. Fra
queste, il cosiddetto disaccoppiamento, cioè lo sganciamento dei costi
dell’energia elettrica dal prezzo del gas: sarebbe così possibile ottenere
che gas metano, energia elettrica da fonti rinnovabili ed energia elettrica
prodotta da centrali a gas abbiano ciascuna un proprio mercato
indipendente, sottratto almeno in parte a fenomeni speculativi. Da
incentivare altresì un ricorso sempre maggiore ai contratti a lungo termine
per la fornitura di energia da fonti rinnovabili (PPA), anche come
strumento di spinta della transizione energetica.”
Le imprese pratesi formano il più importante distretto tessile italiano ed
europeo. Considerando il solo codice Ateco 13 (industrie tessili), ed
escludendo quindi l’abbigliamento, Prato pesa sul settore nazionale per il
19% di imprese tessili e per il 17% degli addetti del settore, generando il
14% delle esportazioni tessili in valori: per tutti e tre questi parametri
è il primo distretto tessile italiano. Stesso primato nazionale di settore,
con una quota del 16%, anche nei consumi di energia elettrica.
*Allegate foto*
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