
(AGENPARL) – Mon 17 March 2025 17 marzo 2025 Domani, martedì 18 marzo, si terrà allOrto Botanico
dellUniversità Sapienza di Roma il workshop Pace con la Natura: istituzioni
a confronto promosso dal National Biodiversity Future Center (NBFC), dal
MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e dall ISPRA
(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Nellambito dellincontro NBFC, il primo centro di ricerca nazionale
dedicato alla biodiversità finanziato dal PNRR Next Generation EU,
presenterà il Report sul Restauro della Biodiversità, dedicato alle
tecnologie e procedure da seguire per restaurare la biodiversità a partire
dalle praterie marine sino alle foreste urbane per ristabilire le relazioni
e gli equilibri tra gli organismi viventi grazie a solide conoscenze
scientifiche e test condotti direttamente sul nostro territorio. Si tratta
di veri e propri modelli replicabili in tutto il Mediterraneo.
L’Italia, con la sua posizione geografica privilegiata, è il Paese europeo
con la maggiore varietà di specie viventi e il più alto tasso di endemismi.
L’articolo 9 della nostra Costituzione sancisce la tutela dellambiente,
della biodiversità e degli ecosistemi con lintento di preservare il
patrimonio naturale nazionale per le generazioni future.
Il regolamento sul ripristino della natura (la Nature Restoration Law),
approvato definitivamente dalla Comunità Europea lo scorso 17 giugno, si
propone non solo di tutelare la natura ma restaurare gli ecosistemi
degradati. Si stima che in Italia vi siano circa 85 differenti tipologie di
ecosistemi e quasi 60 di queste non godono di buona salute. Per questa
ragione è fondamentale sviluppare azioni di ripristino e restauro.
Ristabilire la funzionalità degli ecosistemi significa avere benefici
diretti come lincremento della capacità di catturare e stoccare il
carbonio, abbattere linquinamento e prevenire limpatto delle catastrofi
naturali.
L’ambizioso traguardo è quello di ripristinare almeno il 30% delle aree
terrestri e marine non in buono stato di salute entro il 2030 e di
recuperare tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050.
NBFC si propone come attore scientifico e tecnologico nel supportare
lItalia per il raggiungimento degli obiettivi della Nature Restoration Law,
con azioni di supporto nella pianificazione degli interventi di monitoraggio
e gestione dellarea. Tra gli strumenti di maggiore valore vi è il catalogo
delle Nature Based Solutions ovvero soluzioni ispirate alla natura, efficaci
per riqualificare aree soggette ad alterazioni ambientali e antropiche.
Soluzioni che vanno da aiuole verdi ad aree umide urbane, da interventi di
connessione ecologica a riqualificazioni di aree marine a diverso grado di
profondità.
Il report fornisce una panoramica tecnico-scientifica delle principali
metodologie necessarie per lo sviluppo di progetti di restauro ecologico. Si
tratta di soluzioni che possono essere replicate da altri ricercatori, da
enti e istituzioni ma anche da soggetti privati come aziende, fondazioni ed
enti territoriali. NBFC ha avviato molte azioni sperimentali finalizzate a
riportare un ecosistema degradato a una condizione ottimale, garantendo
interventi efficaci e sostenibili nel tempo. Nei casi in cui larea avesse
subito oltre allalterazione della biodiversità anche la perdita di habitat,
è stato individuato un modello di ecosistema compatibile con le
caratteristiche ambientali dellarea da riqualificare.
Il report riporta alcuni esempi e progettualità complesse che richiedono
analisi più approfondite. Per questa ragione i ricercatori del centro hanno
sviluppato un modello validato composto da 5 fasi: valutazione,
pianificazione e design, implementazione, monitoraggio e valutazione,
gestione e manutenzione post-implementazione. Per aiutare gli interlocutori
a concretizzare progetti di restauro sono state redatte schede operative ed
esemplificative per aree marine, terrestri e ambienti urbani.
Nel report, NBFC racconta i 10 interventi più significativi. Tra questi il
restauro degli ecosistemi terrestri e delle aree umide svolto a Verruca da
Montemagno (Toscana), unarea soggetta a ripetuti incendi con gravi
alterazioni ecosistemiche. Sono state condotte analisi per valutare lo stato
di salute del suolo e indentificare le specie vegetali più resilienti e
adatte al ripristino. Per gli ecosistemi marini, si segnala il progetto di
reinserimento dellostrica piatta nella laguna di Nora (Calabria), oggetto
di degrado e di predazione da parte di specie infestanti come il granchio
blu. Ci sono poi gli interventi sulla Posidonia in diversi siti italiani. E
ancora, per quanto riguarda gli ecosistemi urbani sono stati realizzati
interventi di restauro delle praterie erbacee per rafforzare la presenza di
impollinatori in siti agricoli abbandonati nella provincia di Milano e in
aree ad alta diversità ecologica come il Parco Nord di Milano e lOrto
Botanico di Torino.
Per quanto riguarda le aree protette e i parchi, il Centro ha promosso un
bando importante per stimolare progetti volti al monitoraggio, alla
conservazione e anche al restauro della biodiversità. Ricercatori di NBFC e
personale dei parchi hanno lavorato insieme per potenziare gli interventi
necessari per la biodiversità. Il report descrive quindi le attività di 7
aree protette terrestri (Parco delle Madonie, Unione Montana dei Comuni del
Mugello, Riserva Naturale Torbiere del Sebino, Piani di Spagna e lago di
Mezzola, Parco Nazionale dello Stelvio, Riserva Naturale Regionale Laghi
Lungo e Ripasottile) e 1 area marina (Area Marina Protetta delle Cinque
Terre).
Questo è solo uno degli esempi dei molti bandi che prevedono anche il
coinvolgimento di enti e imprese, con lobiettivo di favorire loccupazione
giovanile. Da sempre NBFC si impegna concretamente nella formazione di
giovani ricercatori e ricercatrici.
Dei 2500 scienziati e scienziate che ne fanno parte, ben 800 sono giovani.
Rientra nella missione più generale del Centro Nazionale della Biodiversità
la valorizzazione del talento dei giovani nella ricerca scientifica offrendo
loro concrete occasioni di lavoro nel nostro Paese.
Il report fornisce le fondamenta scientifiche per una collaborazione
interistituzionale e sottolinea limportanza della partecipazione attiva dei
cittadini e di tutti i portatori di interesse territoriali. Il
coinvolgimento e la partecipazione attiva della comunità sono essenziali sia
nella fase di progettazione e realizzazione degli interventi di restauro,
sia nel monitoraggio continuo e nella gestione delle aree. Per garantire la
sostenibilità delle azioni di restauro nel tempo, è fondamentale una
conoscenza diretta dei luoghi e delle specie. Tra le strategie di
coinvolgimento promosse da NBFC ci sono: iniziative di volontariato
ambientale che comprendono attività di piantumazioni, pulizia e cura delle
aree naturali; collaborazioni con istituzioni e ONG; raccolta fondi
attraverso iniziative locali o crowdfunding; progetti di citizen science