
Nel recente intervento del Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, la “Relazione Morale” ha sollevato importanti riflessioni sulle dinamiche interne alla Massoneria e sul loro rapporto con il contesto sociale e giuridico in cui essa opera. Un passaggio rilevante sottolinea l’imperativo per i Massoni di mantenere decoro e rispetto reciproco, in conformità con gli “Antichi Doveri”, escludendo ogni possibilità di introdurre risentimenti personali o controversie esterne all’interno delle Logge. Questo principio, che ricalca un’etica fondante della Massoneria, sembra porsi come monito contro l’introduzione di comportamenti irrispettosi, che potrebbe minare l’armonia e il rispetto reciproco tra i membri. Tuttavia, la realtà contemporanea presenta delle sfide nuove che pongono interrogativi sulla coerenza tra l’etica massonica e le dinamiche sociali ed istituzionali.
La contrapposizione tra tradizione e modernità
Oggi, infatti, un fenomeno preoccupante sta emergendo all’interno del Grande Oriente d’Italia, un fenomeno che trova terreno fertile nei social network e nell’informazione anonima e non verificabile: la diffusione di fake news e calunnie. In questo contesto, come sottolineato nella Relazione, si sta creando una frattura tra una minoranza di membri che, nascondendosi dietro l’anonimato, alimentano divisioni e tensioni, e la maggioranza silenziosa che continua a sostenere l’ideale massonico di lavorare per il bene dell’umanità. La questione non riguarda solo una divergenza di metodo, ma anche di valori. Infatti, coloro che si rifugiano nell’anonimato e nelle calunnie sembrano tradire i principi alla base della Massoneria, in quanto non comprendono la necessità di un confronto aperto, rispettoso e volto alla crescita spirituale condivisa.
Etica massonica e conoscenza esoterica
Nel cuore della Massoneria, la conoscenza esoterica (Gnosi) e l’etica sono strettamente legate. La ricerca della verità e della luce deve essere condotta all’interno di una comunità di fratelli che promuove secondo i principi morali sanciti dagli Antichi Doveri. L’anonimato e la calunnia rappresentano una violazione di questi principi, poiché chi agisce in tal modo non solo tradisce l’Istituzione ma dimostra di non aver compreso la profondità del percorso iniziatico che la Massoneria propone. Il confronto, secondo la tradizione massonica, deve avvenire alla luce del sole, come segno di trasparenza e di sincerità, e non dietro le quinte di azioni nascoste.
Il dilemma con la Legge dello Stato
La riflessione, però, si spinge oltre, entrando in un ambito delicato e complesso: il rapporto tra la Massoneria e l’ordinamento giuridico italiano. La legge ordinaria, in Italia, rappresenta il fondamento dell’ordinamento democratico, ed è promulgata dal Presidente della Repubblica, seguendo le procedure costituzionali stabilite dalla nostra Carta. A fronte di questo quadro giuridico, il Grande Oriente d’Italia si trova a dover rispondere a una domanda fondamentale: in che misura le tradizioni e i regolamenti interni dell’Istituzione possono entrare in contrasto con la legge dello Stato? Può una realtà così antica e rispettabile come la Massoneria fissare legittimamente regole che in qualche modo confliggono con la legalità democratica?
Questo interrogativo diventa ancora più problematico quando si solleva la questione dell’“eversione dell’ordine democratico”, concetto giuridico che fa riferimento a tentativi di sovvertire l’assetto costituzionale e la stabilità dell’ordinamento giuridico attraverso il disordine sociale. È lecito domandarsi se la Massoneria può con il suo sistema autoreferenziale, cercare di anteporre le proprie regole a quelle dello Stato?
Libertà di associazione contro Legge dello Stato
In una società democratica, la libertà di associazione è un diritto sancito dalla Costituzione, e tutte le associazioni devono operare nel rispetto delle leggi dello Stato. Ma la domanda cruciale rimane: il Grande Oriente d’Italia sta cercando di creare un sistema che si sovrappone, o addirittura entra in conflitto, con l’ordinamento giuridico dello Stato italiano? Se così fosse, ciò non sarebbe solo un tradimento del patto sociale che regola la nostra convivenza civile, ma potrebbe mettere in discussione la legittimità di un sistema che si autolegittima al di sopra delle leggi ordinarie.
La sentenza del Tribunale di Roma e il futuro della Massoneria
A rendere ancora più interessante questa riflessione è il contesto giuridico in cui essa si attacca, con la vicenda legata alle elezioni del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dello scorso anno. L’attesa per le imminenti sentenze da parte del Presidente del Tribunale di Roma potrebbe avere ripercussioni decisive. Quali saranno le conclusioni giuridiche in merito? Sarà la Magistratura a legittimare un sistema che potrebbe sembrare autoreferenziale, come descritto nella relazione morale dell’Oratore, o ci sarà un intervento che metterà in luce le incongruenze tra le regole interne della Massoneria e la necessità di allinearsi alla legalità democratica? La risposta a queste domande avrà probabilmente un impatto significativo sul futuro della Massoneria in Italia.
La riflessione rimane aperta. In un sistema democratico, nessuna realtà, per quanto antica e strutturata, può porsi al di sopra delle leggi dello Stato. L’equilibrio tra libertà di associazione e rispetto della legge, tra etica massonica e norme democratiche, rappresenta un terreno di dibattito fondamentale che merita attenzione e approfondimenti.
A questo punto è lecito chiedersi se all’interno del Grande Oriente d’Italia ci sia qualche avvocato o costituzionalista…. Ah a saperlo …. A quando l’intervento delle Istituzioni..?