
Il 27 febbraio 2025, l’ Agenparl, agenzia di stampa nazionale e internazionale, ha formalizzato una richiesta di risarcimento danni contro il Grande Oriente d’Italia (GOI) per diffamazione a mezzo stampa. La controversia, presentata a un organismo di mediazione a Roma, nasce dalla mancata rettifica di un organismo comunicato stampa del GOI, ritenuto diffamatorio dall’Agenparl. La questione verrà discussa il 31 marzo c.a..
Lo scontro nasce da un articolo su Leo Taroni
Il 16 dicembre 2024, il Gran Maestro del GOI, Stefano Bisi, ha pubblicato sul sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani un comunicato in cui contestava un articolo pubblicato da Agenparl il 14 dicembre 2024 , dal titolo: “Il Grande Oriente d’Italia: Leo Taroni è il nuovo Gran Maestro”.
Secondo il GOI, l’articolo sarebbe stato lesivo e distorsivo della realtà, contribuendo ad alimentare la polemica su alcune vicende giudiziarie in corso.
Nel suo comunicato, Bisi ha affermato che il GOI si considerava danneggiato dalla diffusione di informazioni errate e fuorvianti e ha richiesto una rettifica, riservandosi la possibilità di azioni legali contro Agenparl. Il comunicato è stato diffuso anche sulla piattaforma X (ex Twitter) nella stessa data.
Il diritto di rettifica e il rifiuto del GOI
Agenparl, citando l’articolo 8 della legge sulla stampa, ha subito richiesto una rettifica immediata del comunicato del GOI, sottolineando di avere limitata a riportare fedelmente la posizione ufficiale del GOI, come espressa dall’avvocato Raffaele Cappiello, curatore speciale dell’Ordine.
Secondo Agenparl, il proprio articolo non anticipava alcun esito giudiziario e si basava su documentazione accurata e verificata.
Tuttavia, il GOI ha rifiutato di pubblicare la rettifica, mantenendo online il comunicato contestato. Tale comportamento ha portato Agenparl a chiedere un risarcimento danni, sostenendo che la mancata correzione ha gravemente leso la sua reputazione e credibilità.
Una richiesta di risarcimento con un bene solidale
Agenparl, insieme al suo direttore Luigi Camilloni, ha dichiarato che il rifiuto del GOI ha avuto effetti dannosi sull’immagine dell’agenzia. Per questo motivo, ha avanzato una richiesta di risarcimento danni, proponendo che l’importo venga destinato anche ad un orfanotrofio di Roma.
L’avvocato di Agenparl, Francesco Lorenti , ha sottolineato che la permanenza online del comunicato diffamatorio continua a danneggiare la reputazione dell’agenzia. La richiesta di risarcimento, dunque, viene vista come una necessità per ripristinare il decoro professionale.
GOI: attacco strategico o semplice negligenza?
Ad oggi, il Grande Oriente d’Italia non si è costituito né ha fatto sapere se intende partecipare alla mediazione richiesta dal legale di Agenparl. Questo silenzio solleva tre interrogativi :
Il GOI prima scrive post e diffonde comunicati su X, poi evita di rispondere perché sa di avere torto?
Il GOI ha solo fatto quello che in napoletano si dice “Facite ammuina” (fare confusione per distrarre)?
Oppure, più pesantemente, ha deliberatamente cercato di ledere l’immagine di Agenparl?
Agenparl attende che il GOI aderisca alla mediazione e fornisca la sua versione dei fatti. Se il Gran Maestro è così sicuro delle sue dichiarazioni, perché non difenderle ufficialmente?
La vicenda potrebbe presto diventare un caso emblematico sulla responsabilità della comunicazione istituzionale e sull’uso delle rettifiche nella stampa italiana.