
(AGENPARL) – mar 11 marzo 2025 Pac: Cia-Agricoltori, contributi Pac in Basilicata in media 3.770 euro ad
azienda
In Basilicata nel 2023 – il primo anno del quinquennio Pac in corso – le
aziende agricole hanno ricevuto in media 3.770 euro di contributi Pac
contro i 7.810 euro ad azienda della Lombardia, i 6.620 euro del Piemonte,
i 6.320 euro della Sardegna. Secondo i dati dell’Agea le aziende con oltre
100 ettari rappresentavano il 2% delle imprese agricole italiane che hanno
fatto domanda e hanno ricevuto il 23% dei fondi Ue a disposizione. Al
contrario, le aziende con un’estensione inferiore ai 10 ettari
rappresentano il 69% delle imprese agricole italiane ma hanno ricevuto solo
il 23% dei finanziamenti comunitari. Di qui la proposta della
Cia-Agricoltori: «occorre introdurre un tetto massimo ai contributi per le
aziende di grandi dimensioni, per evitare la concentrazione delle risorse
su pochi beneficiari». Il presidente della Cia Agricoltori, Cristiano Fini,
in vista della definizione della nuova Pac prevista per i primi di
aprile, domani in occasione della decima Conferenza economica illustrerà la
proposta. «Così come è stata strutturata per il quinquennio 2023- 2027 –
dice Fini – la Politica agricola comune risulta squilibrata perché la
stragrande maggioranza delle risorse va a poche grandi aziende, che sono
anche quelle più in grado di investire da sole, senza bisogno del
contributo finanziario della Ue».
Uno dei principali problemi della Pac, sostiene dunque la Cia, è il sistema
di pagamento per ettaro, che avvantaggia in maniera sproporzionata le
aziende più grandi. Questo significa che chi dispone di superfici enormi e
capacità di investimento elevate riesce a ottenere milioni di euro, mentre
la maggior parte delle aziende di piccole e medie dimensioni riceve
contributi molto più bassi, spesso insufficienti a garantire la
sostenibilità economica. Una distribuzione più equa dei fondi diventa
perciò necessaria non solo in base alla dimensione delle aziende, ma anche
in base alla loro collocazione: «Le aree interne, che sono le più fragili
del Paese, devono ricevere di più – dice Fini – parlo di fondi aggiuntivi,
non vogliamo togliere alle aree di pianura per dare a quelle di montagna:
per esempio, le risorse extra per le aree interne potrebbero essere trovate
nei fondi di coesione». Altro tema per la nuova Pac riguarda la distinzione
tra chi vive di agricoltura e chi investe in agricoltura: «Le risorse da
dare a chi trae dai campi la totalità del proprio reddito, e non a chi fa
della campagna la propria attività secondaria o di hobby». Parliamo di
multinazionali così come di singoli professionisti, che nella vita
principalmente fanno altro: «È un fenomeno più diffuso di quanto non si
pensi», sostiene Fini.