
Si apre oggi la 19^ Sessione plenaria dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, istituita nel 2006 per trasformare in una struttura permanente la “Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione nel Mediterraneo”.
Desidero anzitutto rivolgere un saluto al Presidente Mayara, che ho avuto l’opportunità di incontrare nel giugno del 2023, condividendo la sua idea di tenere questa riunione a Roma.
Si tratta di una scelta che riflette la particolare importanza riservata a questa organizzazione dal nostro Paese.
L’Italia, infatti, ha rivestito un ruolo chiave nella sua costituzione, imprimendo un forte impulso alla cooperazione mediterranea.
Colgo inoltre l’occasione per salutare e ringraziare la Delegazione italiana, presieduta dall’onorevole Centemero e composta dalle senatrici La Marca, Lopreiato, Petrucci e dall’onorevole Bergamini.
Ho appreso che l’onorevole Giulio Centemero è stato eletto, per consenso, nuovo Presidente dell’Assemblea per il biennio 2025-2026.
Esprimo a lui le più sentite congratulazioni per questo prestigioso incarico e gli rivolgo i miei migliori auguri di buon lavoro.
In un momento storico segnato da gravi tensioni, si sente sempre più il bisogno di diplomazia parlamentare.
La collaborazione tra i Parlamenti è indispensabile per stabilire profonde relazioni di amicizia, promuovere la pace e la conoscenza tra i popoli.
Soprattutto in un’area strategica come il Mediterraneo.
Crocevia di millenari scambi culturali ed economici, il Mare Nostrum è un ponte tra l’Europa, l’Africa e l’Asia.
È un formidabile volano per lo sviluppo socio-economico degli Stati che vi si affacciano.
Ma non solo di questi Paesi.
Quando prese avvio la riflessione che portò al partenariato euromediterraneo inaugurato dalla Conferenza di Barcellona del 1995, i confini di questo quadrante geopolitico erano definiti dalle sponde dei Paesi rivieraschi.
Oggi, invece, le sue frontiere si sono espanse.
A est, verso il Caucaso, e a sud, includendo il Sahel e il Golfo persico.
È un’area molto vasta dove si concentrano le grandi sfide del nostro tempo.
Si pensi al terrorismo, alla gestione dei flussi migratori, alla questione energetica e ai problemi legati alla desertificazione, alla scarsità di acqua e alla carenza di infrastrutture.
C’è una sfida, però, che è preliminare: quella della fiducia reciproca.
Dobbiamo lavorare uniti per stringere questi legami e definire meglio un’identità mediterranea che sia sinonimo di dialogo e di mutua comprensione.
Anche l’Italia, che da sempre occupa una posizione centrale in questo scenario complesso, sta offrendo il proprio contributo.
Nel tempo, abbiamo infatti saputo consolidare i nostri rapporti con i tradizionali alleati occidentali e avviare una positiva collaborazione con Stati del Medio Oriente e dell’Africa.
Lo dimostra, ad esempio, il Piano Mattei, adottato con l’obiettivo di condividere insieme ai leader, alle autorità e ai popoli africani una visione di crescita fondata su un rapporto paritario tra Paesi.
È fondamentale dunque che ciascuno si impegni per raggiungere una stabilità in grado di garantire sicurezza, favorire i flussi commerciali e rafforzare comunità ed economie.
Auspico pertanto che queste giornate possano fornire utili spunti per un dialogo sempre più intenso, nella convinzione che occorra una più stretta e costante sinergia politico-istituzionale.
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