
QUESTE LE PAROLE DEL CAPO DELLA POLIZIA – DIRETTORE GENERALE DELLA PUBBLICA SICUREZZA PREFETTO VITTORIO PISANI IN OCCASIONE DEL GIUBILEO DELLE FORZE ARMATE,DI POLIZIA E DI SICUREZZA-CONCERTO BANDA INTERFORZE CHE SI STA SVOLGENDO IN PIAZZA DEL POPOLO A ROMA Ringrazio sua Eccellenza Monsignor Rino Fisichella,e per il suo tramite il Santo Padre,Papa Francesco,per l’opportunità che ci ha concesso ritrovandoci,oggi tutti insieme,in questa piazza,luogo di incontro e di passaggio,per quanti in questa meravigliosa città vivono o vengono in visita. Un saluto affettuoso rivolgo a tutti gli appartenenti alle Forze di polizia e alle Forze armate presenti e alle loro famiglie. La loro partecipazione testimonia la passione,la dedizione e la motivazione con cui instancabilmente,ogni giorno,servono il nostro Paese. È per me un onore,quale Direttore Generale della Pubblica Sicurezza,prendere la parola in rappresentanza della Polizia di Stato,dell’Arma dei Carabinieri,della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria. A nome mio,del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,Generale Salvatore Luongo,del Comandante Generale della Guardia di Finanza,Generale Andrea De Gennaro,del Capo del Dipartimento facente funzioni per l’Amministrazione Penitenziaria,d.ssa Lina Di Domenico,rivolgo un grazie,doveroso e sentito,alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia. E’ un grazie denso di significato rivolto alle donne e agli uomini che sono chiamati,ciascuno per il proprio ruolo,ad assicurare,quotidianamente,in ogni angolo delle nostre città o nei luoghi più lontani del nostro Paese,la sicurezza dei cittadini italiani e stranieri,presenti sul territorio. La sicurezza è un bene pubblico che va garantito a chiunque,senza distinzione alcuna di razza,religione,etnia o lingua. Questo ce lo impone il principio universale di libertà ed uguaglianza; questo ce lo impone il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla nostra Costituzione. Perché ogni essere umano ha diritto alla sicurezza della propria persona. E la sicurezza è il presupposto per garantire il pacifico esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo. Mai nessuna condizione personale,sociale,economica o politica potrà condizionare l’operato delle Forze di polizia. Questo ce lo impone la legge; questo ce lo impone la nostra coscienza di donne e di uomini liberi e fedeli ai valori morali,umani e democratici su cui si fonda la nostra Repubblica. Questi principi sono,e saranno,la nostra guida; il rispetto della dignità umana è,e sarà costantemente,il metodo del nostro essere al servizio dei cittadini del mondo. Ed in quest’anno straordinario,le donne e gli uomini delle Forze di polizia sono chiamati ad un ulteriore compito: quello di vegliare sulla folla di fedeli che,da ogni angolo del mondo,stanno venendo,e verranno,a professare la propria fede sulla tomba dell’apostolo Pietro e nelle altre basiliche della capitale. Quella di oggi è per noi tutti un’iniziativa speciale. Lo è per i contenuti e i valori cristiani che il Giubileo celebra. Questi valori ci devono indurre ad un ulteriore momento di riflessione,oggi più che mai,per la diffusa condizione di precarietà dell’ordine sociale ed internazionale. Nella lettera,con cui ha affidato la preparazione dell’anno giubilare,il Santo Padre ha usato le seguenti parole: “Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata,e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto,cuore fiducioso e mente lungimirante.” . Un richiamo che ritengo illuminante per le nostre Forze di polizia. Le parole speranza,fiducia e futuro sono per noi chiari punti di riferimento che tracciano la strada che tutti i giorni dobbiamo percorrere per servire,ascoltare,aiutare,proteggere la gente e quanti richiedono il nostro aiuto. Ed oggi lo sono,ancor di più,perché inizia a diffondersi tra la gente un senso di stanchezza. La gente è stanca di un futuro senza speranza; è stanca di un lavoro precario che spesso non offre l’opportunità per una vita dignitosa; è stanca di relazioni vuote,prive di umanità tra le persone; è stanca per lo sgretolamento del senso di comunità: da qui,il necessario bisogno di aiuto reciproco. Per questo motivo,le Forze di polizia sono,e devono essere,protagoniste di sicurezza e,nello stesso tempo,interpreti di speranza. E se è vero che la speranza è un dono e che,in quanto tale,si riceve e si offre,il servitore dello Stato è colui che trova la sua missione nell’offrire all’altro la speranza di vivere una vita all’insegna della pace,della serenità e dell’ordine sociale. In questo si traduce il nostro essere punto di riferimento per le comunità. Siamo consapevoli della delicatezza del nostro ruolo e percepiamo che la nostra missione di sicurezza e di speranza va esercitata in ogni istante del nostro vivere quotidiano. Siamo portatori di speranza quando accogliamo nei nostri uffici una donna vittima di violenza; quando tendiamo una mano ad un minore maltrattato; quando porgiamo il nostro ascolto ad un anziano solo e spaventato; quando proviamo ad offrire un’opportunità di riscatto a quanti nelle carceri stanno attraversando un percorso che possa consentire loro di essere riaccolti dalla società; quando ci adoperiamo per una corretta redistribuzione delle risorse per garantire che i servizi pubblici siano efficienti ed accessibili a tutti; quando soccorriamo nelle acque del mare quanti per un futuro migliore lasciano i loro affetti e i loro paesi natali; ed infine quando,più semplicemente,vegliamo con le luci blu delle nostre auto sulle notti delle città. Di tutto ciò sentiamo il peso della responsabilità e la delicatezza del nostro ruolo per la vita dei cittadini del mondo e delle loro famiglie che vivono nel nostro Paese.