
Una nuova, scintillante pagina di controversia si aggiunge alla già ricca e colorita storia del Grande Oriente d’Italia (GOI). Il 16 dicembre 2024, Raffaele Curzio e Pantaleo Sansone, membri delle illustri Logge Giuseppe Mazzini n. 672 e Trotula de Ruggiero all’Oriente di Salerno, hanno osato commettere il peccato capitale della trasparenza. Hanno chiesto, udite udite, un chiarimento! Uno scandalo di proporzioni epiche.
Il cuore della questione: Il “tagliando antifrode”
Pare infatti che la Corte Centrale, nella sua sentenza n. 64-65/2024, abbia “creativamente interpretato” una normativa statale per annullare voti scomodi. Insomma, la legge si adatta alle esigenze! Quale raffinata arte giuridica. Secondo i due membri, la norma sarebbe stata non solo reinterpretata, ma anche reinventata, inserendo obblighi inesistenti per favorire la lista gradita ai piani alti.
La reazione del GOI: Un provvedimento lampo
Che tempismo! Il 29 gennaio 2025, Umberto Limongelli presenta un’accusa contro Curzio e Sansone. Il giorno dopo, il Tribunale Circoscrizionale campano si attiva con l’efficienza di un treno giapponese e, in sole 24 ore, formula il capo d’accusa e propone la loro sospensione. Nemmeno il tempo di un caffè. Il 31 gennaio, Stefano Bisi ratifica tutto con un colpo di penna. Ora, questa è giustizia efficiente!
Giustizia o epurazione?
Strano, però. Quando i membri chiedono giustizia per delle irregolarità documentate, ci vogliono mesi, anni, decenni. Quando invece si tratta di punire chi denuncia, la macchina burocratica si muove con la rapidità di un fulmine. Strano davvero.
Ma non preoccupatevi, cari lettori! Tutto è perfettamente in linea con i principi massonici. Vediamo cosa dice il regolamento:
Il GOI e i suoi principi… almeno sulla carta
“Essa (la Massoneria) stimola la tolleranza, pratica la giustizia, aiuta i bisognosi, promuove l’amore per il prossimo…”
Parole toccanti, quasi poetiche. Peccato che la pratica sia un tantino diversa. Forse c’è stata una svista, o magari nel regolamento c’era una nota in piccolo: “Valido solo quando fa comodo”.
Il caso Bisi e la richiesta di un processo per alto tradimento
Ebbene sì, tra memebri del GOI c’è chi inizia a chiedere un processo per Stefano Bisi. Colpa sua aver ammesso “vizi e irregolarità” nel Decreto N. 506/SB senza però prendere provvedimenti. Che errore da principianti! Se proprio si doveva manipolare il sistema, almeno si poteva essere più discreti.
E in Italia? I reati elettorali esistono ancora?
Nel nostro ordinamento i reati elettorali sono perseguiti d’ufficio. Ma, a quanto pare, la Massoneria gode di una sorta di immunità speciale. Se una cosa simile fosse avvenuta in una normale elezione pubblica, la magistratura sarebbe già intervenuta. Eppure qui… silenzio assoluto. Magia? Mistero? O più semplicemente un sistema che si protegge da solo?
Un voto senza conseguenze?
E ora la domanda finale: se un Gran Maestro può ammettere irregolarità elettorali senza che nessuno faccia nulla, allora a cosa servono le regole? Ah, forse sono solo un esercizio di stile, una decorazione per dare un’aria più seria al tutto.
Nel frattempo, le firme per chiedere giustizia si moltiplicano. Il malcontento cresce. Ma la domanda resta: la Massoneria è ancora un’istituzione basata su giustizia e legalità o è diventata una zona franca dove il potere si autoconferma senza alcun controllo?
E, soprattutto, cosa stanno aspettando le Istituzioni italiane ad intervenire? Ah, a saperlo…