
L’economia europea ha chiuso il 2024 in stallo, registrando una crescita pari a zero nell’ultimo trimestre dell’anno. A pesare sul rallentamento è stata la contrazione della Germania, da sempre il motore economico della regione, che ha registrato il secondo anno consecutivo di calo della produzione.
Secondo i dati diffusi dall’agenzia statistica dell’UE Eurostat, il PIL della zona euro (che comprende 20 nazioni) è rimasto invariato nell’ultimo trimestre dell’anno, dopo una crescita dello 0,4% nel terzo trimestre. Il rallentamento è stato alimentato dalle incertezze sulle politiche commerciali della nuova amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dalla prudenza dei consumatori, ancora scossi dall’inflazione. Sebbene l’inflazione sia in calo rispetto al picco del 10,6% di ottobre 2022, il potere d’acquisto resta sotto pressione.
Germania in recessione, Francia in stallo
La Germania sta affrontando una crisi economica complessa, segnata da una contrazione del PIL dello 0,2% nel quarto trimestre e dello 0,2% per l’intero 2024. Le cause principali sono:
- Perdita dell’energia a basso costo dalla Russia, che ha aumentato i costi di produzione.
- Burocrazia soffocante e incertezza politica, con la coalizione di governo del cancelliere Olaf Scholz in crisi e nuove elezioni fissate per il 23 febbraio.
- Rallentamento del settore automobilistico, aggravato dalla fine dei sussidi per i veicoli elettrici.
Le prospettive per il 2025 restano cupe: il governo tedesco ha tagliato le previsioni di crescita dall’1,1% allo 0,3%.
Anche la Francia fatica a riprendersi. La paralisi politica nel parlamento francese, diviso sulle misure per ridurre il deficit di bilancio, rende incerto il futuro dell’economia. Nuove elezioni non potranno tenersi prima di luglio 2025, ritardando qualsiasi possibile riforma.
Effetto Trump e timori per il commercio europeo
L’incertezza sulle nuove politiche tariffarie di Trump sta mettendo sotto pressione le aziende europee, soprattutto nei settori manifatturiero e automobilistico. Le preoccupazioni per possibili dazi sulle esportazioni europee stanno già incidendo sulla fiducia delle imprese.
Nel settore dell’energia, l’aumento dei prezzi negli ultimi mesi ha ulteriormente frenato la ripresa. L’inflazione a dicembre è risalita al 2,4%, complice il rincaro dei beni energetici.
Le mosse della BCE: tassi d’interesse in calo?
Per contrastare il rallentamento, la Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe ridurre il tasso di interesse di riferimento nel corso della giornata. Tuttavia, questa mossa comporta rischi: sebbene tassi più bassi rendano il credito più accessibile e stimolino la crescita, potrebbero anche riaccendere l’inflazione.
L’incertezza economica si riflette anche nei consumi. Secondo l’indice di fiducia economica dell’UE, le famiglie europee sono ancora caute nella spesa, temendo ulteriori rincari. Gli economisti di Oxford Economics avvertono che questa situazione potrebbe pesare sui consumi privati nel 2025, rallentando ulteriormente la ripresa.
Con il quadro economico sempre più incerto, l’Europa si trova di fronte a una sfida complessa: rilanciare la crescita in un contesto di tensioni politiche interne e di turbolenze nei rapporti commerciali con gli Stati Uniti.