
(AGENPARL) – mer 29 gennaio 2025 (ACON) Trieste, 29 gen – L’ampio dibattito che ha preceduto il
voto a favore del Piano oncologico – con una maggioranza pi?
ampia del solo Centrodestra grazie ai s? di Enrico Bullian
(Patto-Civica), Roberto Cosolini e Francesco Martines (Pd) – ha
coinvolto anche consiglieri che non fanno parte della III
Commissione.
Sotto la presidenza di Carlo Bolzonello (Fp), il capogruppo del
Patto per l’autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo ha spiegato le
posizioni diverse all’interno del suo gruppo mettendo in rilievo
la necessaria “libert? di coscienza su temi cos? importanti”. Pur
esprimendo “una sostanziale condivisione sull’impostazione del
Piano, che compie scelte necessarie dopo 28 anni”, Moretuzzo non
si ? nascosto “molti dubbi: ? giusto garantire la prossimit?
delle cure prima e dopo l’intervento, ma come riusciremo ad
arrivarci nella situazione attuale? Il tema ? quale sistema
vogliamo avere tra 15 anni e come le singole aziende sanitarie
applicheranno questo Piano”.
“? evidente – ha osservato il dem Cosolini – che sia nella
Maggioranza sia nelle Opposizioni ci sono posizioni diverse su
questo documento. Io comprendo alcuni punti di vista critici, ma
ci sono anche posizioni interessate. Il punto fermo ? comunque il
rafforzamento del ruolo della sanit? pubblica, chiederei di non
derogare da questo principio e di concentrare alcuni interventi
strategici, rassicurando nel contempo gli ospedali spoke”.
Decisamente pi? critica la collega di gruppo Manuela Celotti: “Se
l’obiettivo ? riformare la rete ospedaliera, serve una norma e
non basta una delibera di Giunta. E noi non possiamo essere
chiamati a firmare una cambiale in bianco. Mi chiedo quali
strategie si vogliano seguire per la chirurgia di base”.
Marco Putto (Patto-Civica) ha centrato il suo intervento sui
“dissidi all’interno della Maggioranza, con il Piano oncologico
che ? finito nel tritacarne del dibattito sul terzo mandato e
sulle candidature a sindaco. Questo documento ha una sua logica,
ma non ? sufficiente per accoglierlo nella sua interezza”.
Sui distinguo in seno al Centrodestra si ? espresso anche Markus
Maurmair (Fratelli d’Italia) che ha spiegato come “le lettere
inviate dai professionisti del settore abbiano portato a
comprendere alcune necessit?. L’assessore ha quindi stralciato la
tabella, dimostrando la volont? di raccogliere i frutti del
lavoro che sar? svolto dal comitato tecnico di coordinamento,
nell’ambito di un percorso che durer? tre anni, con verifiche
semestrali”. Quanto ai territori, “il Friuli occidentale auspica
che l’accentramento delle chirurgie non depauperi il nuovo
ospedale di Pordenone, appena inaugurato”. Sulla posizione di FdI
? intervenuto anche il capogruppo Claudio Giacomelli in sede di
dichiarazioni di voto. “Prendo atto con soddisfazione – ha detto
– dello stralcio della tabella, che non ? una rivoluzione
rispetto al Piano ma non ? neppure irrilevante. Sono stati i
professionisti a dire che era meglio togliere quella tabella
perch? i numeri non sono certi. E mi fanno piacere le parole
dell’assessore Riccardi rispetto al ruolo del Cro e
dell’Universit?”.
Critica invece, pur apprezzando “il coraggio dell’assessore”, la
consigliera Serena Pellegrino (Avs), che teme “un vuoto di
servizio sanitario per il ceto meno abbiente. Lei, Riccardi – ha
concluso – ? uscito dalla logica del consenso ma ? entrato nella
logica dei tagli”. Meno drastico Massimiliano Pozzo (Pd), che ha
apprezzato “l’impostazione e la metodologia del Piano, con
importanti passaggi su presa in carico e percorsi di cura” ma ?
preoccupato per la posizione di FdI e si chiede “se il partito di
Maggioranza voglia solo stralciare la tabella o mettere in
discussione l’intero Piano”.
Maddalena Spagnolo (Lega), facendo riferimento alla situazione
nel territorio della Bassa friulana, ? convinta che “l’assessore
ascolter? e approfondir? i rilievi espressi dai sindaci”,
ricordando come l’ospedale di Latisana sia “un’eccellenza per il
trattamento del colon retto” e dunque occorra fare attenzione “a
non svuotare gli ospedali spoke, dove a volte viene offerta la
cura migliore”. La collega di gruppo Lucia Buna ha invece
insistito sull’urgenza di agire: “La rete oncologica – ? la
metafora scelta dall’esponente leghista – in questo momento ha un
cancro e dunque non c’? tempo, bisogna intervenire. La presa in
carico del paziente servir? a portarlo nella struttura migliore:
nel caso di tumori alla mammella, il Cro ? un’eccellenza da
valorizzare ulteriormente”.
Al termine del dibattito e prima del voto finale, l’assessore
alla Salute Riccardo Riccardi era tornato sul dibattito
all’interno della Maggioranza assicurando “di non aver fatto
alcun dribbling in quanto non mi sono sentito marcato da nessuno.
Il Centrodestra non ? una caserma e siamo abituati a confrontarci
anche da posizioni diverse”. Quanto alla tabella stralciata, “la
richiesta ? partita dai tecnici, e comunque il Piano ha un
percorso lungo. Ora spetter? al coordinamento oncologico
regionale fare questo tipo di lavoro”. Rassicurazioni infine
anche sul futuro della sanit? pordenonese: “L’interim che ? stato
affidato non ? un mandato al direttore generale a fondere le
diverse strutture”.
2 – fine
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