La Banca Mondiale ha pubblicato il suo ultimo rapporto Global Economic Prospects, evidenziando che l’economia globale manterrà un ritmo di crescita del 2,7% nel 2025 e 2026, in linea con quanto previsto per il 2024. Tuttavia, il rapporto sottolinea che le economie in via di sviluppo affronteranno sfide significative, con prospettive di crescita a lungo termine più deboli rispetto agli ultimi due decenni.
Nonostante la stabilizzazione prevista per l’economia globale nei prossimi due anni, il rapporto evidenzia che le economie in via di sviluppo continueranno a registrare progressi lenti nel colmare il divario di reddito rispetto alle economie avanzate.
La crescita nelle economie in via di sviluppo dovrebbe attestarsi attorno al 4%, un livello che, pur positivo, risulta inferiore rispetto alle performance pre-pandemia. Tale tasso è considerato insufficiente per affrontare in modo efficace la povertà e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La Banca Mondiale osserva che il ritmo di crescita delle economie in via di sviluppo ha subito un rallentamento significativo rispetto ai decenni passati.
- Anni 2000: Crescita media del 5,9%, trainata da un boom economico globale.
- Anni 2010: Crescita media ridotta al 5,1%, segnata da una maggiore volatilità economica.
- Anni 2020: Crescita media al 3,5%, condizionata dalle conseguenze della pandemia e dalle nuove restrizioni commerciali.
Le nuove restrizioni commerciali globali imposte nel 2024 sono state cinque volte superiori rispetto alla media del periodo 2010-2019, contribuendo ulteriormente al rallentamento economico.
Dal 2014, esclusi i casi di Cina e India, i tassi di crescita del reddito pro capite nelle economie in via di sviluppo sono stati inferiori di mezzo punto percentuale rispetto a quelli delle economie avanzate. Questo divario crescente ha amplificato le disuguaglianze globali, rendendo più difficile per le economie meno avanzate colmare il gap economico.
Nonostante le sfide, le economie in via di sviluppo rappresentano ora circa il 45% del PIL mondiale, un aumento significativo rispetto al 25% del 2000. Inoltre, oltre il 40% delle esportazioni di beni da questi paesi è destinato ad altre economie in via di sviluppo, un dato raddoppiato rispetto al 2000.
Queste economie sono anche diventate una fonte primaria di flussi di capitali globali, rimesse e assistenza allo sviluppo. Tra il 2019 e il 2023, hanno rappresentato il 40% delle rimesse globali, rispetto al 30% del decennio precedente.
Indermit Gill, economista capo della Banca Mondiale, prevede che i prossimi 25 anni saranno più impegnativi per le economie in via di sviluppo rispetto agli ultimi 25. Tuttavia, il rapporto rileva che queste economie esercitano una crescente influenza globale. Un aumento di un punto percentuale nel PIL di Cina, India e Brasile, le tre maggiori economie in via di sviluppo, comporta un incremento cumulativo del 2% del PIL di altre economie in via di sviluppo nell’arco di tre anni.
La crescita globale prevista per i prossimi anni offre una stabilità di fondo, ma il rallentamento delle economie in via di sviluppo richiede interventi mirati per affrontare disuguaglianze e ostacoli strutturali. Solo un impegno coordinato, a livello nazionale e internazionale, potrà garantire un futuro più equo e sostenibile per tutte le nazioni.