Piena intesa tra Italia e Slovacchia sulla politica industriale in UE. Il vice primo ministro e ministro dell’Economia slovacco, Denisa Sakova, nel corso del bilaterale con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso svoltosi questa mattina a Roma in occasione della visita del presidente slovacco Pellegrini, ha annunciato l’adesione di Bratislava anche al non-paper promosso dall’Italia, insieme ad Austria, Bulgaria e Polonia, riguardante le industrie energivore e la revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM).
Il documento strategico, che mira a garantire la competitività dell’Europa nei settori produttivi chiave, sostenere la transizione green delle industrie energivore, promuovere l’autonomia strategica del continente e contrastare la delocalizzazione, si aggiunge al “non paper” sul settore dell’auto promosso da Italia e Repubblica Ceca e già sottoscritto dalla Slovacchia e da altri Paesi UE.
“Italia e Slovacchia condividono una visione pragmatica e realistica in materia di politica industriale, grazie alla comune vocazione manifatturiera. L’adesione slovacca ai nostri non-paper sull’automotive e sulle industrie energivore sancisce un’alleanza per difendere l’industria europea e affrontare la transizione energetica in maniera sostenibile dal punto di vista produttivo e sociale, senza paraocchi ideologici” ha dichiarato il ministro Urso.
A margine dell’incontro i due ministri hanno partecipato alla firma di un accordo strategico tra la società italiana Newcleo e le aziende slovacche Javys e Vuje per la realizzazione in Slovacchia di quattro reattori nucleari di ultima generazione per 3,2 miliardi di euro.
“Le eccellenze italiane nel settore nucleare continuano a fornire un contributo essenziale allo sviluppo energetico della Slovacchia. È il momento che ciò avvenga anche in Italia” ha commentato il ministro Urso. “Nei nostri Paesi, così come nell’intero continente, è sempre più cruciale porre al centro del mix energetico, accanto allo sviluppo dell’energia rinnovabile, anche il nucleare pulito, per ridurre i costi, rendere competitivo il nostro sistema industriale e per garantire l’autonomia e la sicurezza energetica europea”.