
Il dollaro statunitense ha registrato un aumento significativo, spingendo al ribasso molte altre valute principali, tra cui lo yen giapponese, l’euro, la sterlina britannica, lo yuan cinese, e le valute oceaniche. Questo movimento è stato alimentato dai dati economici solidi provenienti dagli Stati Uniti, che hanno incrementato i rendimenti dei titoli del Tesoro USA e ridotto le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Lo yen giapponese è sceso ulteriormente nei confronti del dollaro, avvicinandosi al livello di 158,42 yen, toccato durante la notte, il più basso degli ultimi sei mesi. Negli scambi successivi, la valuta giapponese ha registrato un leggero miglioramento, fermandosi a 158,19 yen. Questo valore si avvicina ai livelli che l’anno scorso avevano spinto le autorità giapponesi a intervenire per sostenere la loro valuta.
Debolezza dell’Euro e della Sterlina
L’euro è calato dello 0,5% durante la notte, stabilizzandosi a 1,0351 dollari negli scambi asiatici. La sterlina britannica, anch’essa sotto pressione, è scesa a 1,2478 dollari, rispecchiando la forza del biglietto verde e un contesto economico incerto in Europa.
Anche lo yuan cinese ha subito un calo, toccando un minimo di 7,3319 yuan rispetto al dollaro, il livello più debole degli ultimi sei mesi. Questa tendenza riflette una combinazione di fattori, tra cui la robustezza del dollaro e le preoccupazioni per la ripresa economica della Cina.
Il dollaro neozelandese si è stabilizzato a 0,5634 dollari, appena sopra il livello più basso degli ultimi due anni, 0,5588 dollari, toccato a dicembre. Nell’ultimo anno, il dollaro neozelandese ha perso l’11% rispetto al biglietto verde.
Anche il dollaro australiano ha subito un calo, scendendo a 0,6228 dollari, registrando una perdita del 9,2% rispetto al dollaro statunitense nell’ultimo anno.
La forza del dollaro è stata alimentata dai dati economici incoraggianti provenienti dagli Stati Uniti, che hanno rafforzato le aspettative che la Federal Reserve possa mantenere i tassi di interesse alti per un periodo più lungo. Questo ha sostenuto i rendimenti dei titoli del Tesoro USA, rendendo il dollaro un’opzione più attraente per gli investitori globali.
Le pressioni sullo yen e altre valute principali potrebbero continuare se i dati economici statunitensi dovessero rimanere solidi. Tuttavia, l’avvicinarsi di livelli critici per alcune valute, come lo yen, potrebbe spingere le autorità monetarie ad intervenire, specialmente in Giappone, per evitare un ulteriore deprezzamento.
L’attenzione degli investitori rimane concentrata sui prossimi sviluppi economici globali e sulle eventuali mosse delle banche centrali per bilanciare gli impatti delle oscillazioni valutarie sui rispettivi mercati.