
A novembre, i mercati azionari asiatici hanno mostrato un andamento prevalentemente negativo, colpiti dalle incertezze legate ai dazi promessi dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Tuttavia, la Cina ha fatto eccezione, sostenuta da misure governative e dall’ottimismo per il dialogo con gli Stati Uniti.
Il clima di sfiducia è stato alimentato dalle dichiarazioni di Trump riguardanti l’imposizione di tariffe significative: il 10% su tutte le importazioni dalla Cina e il 25% sui prodotti provenienti da Canada e Messico. I timori di una nuova guerra commerciale hanno messo a dura prova la propensione al rischio nei mercati asiatici.
Nonostante le tensioni, l’indice Shanghai Composite ha registrato una crescita dell’1,42% a novembre. Gli investitori sono stati incoraggiati dalla percezione che la Cina non intenda intensificare il conflitto commerciale con gli Stati Uniti.
Un ulteriore fattore di stabilità è stato l’intervento della Banca Popolare Cinese (PBoC), che ha mantenuto invariati i tassi sui prestiti a un anno e a cinque anni, alimentando le aspettative di politiche monetarie accomodanti per sostenere l’economia.
Il presidente cinese Xi Jinping, durante il vertice dell’APEC in Perù, ha sottolineato la necessità di una transizione graduale nelle relazioni commerciali con gli Stati Uniti, affermando che l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali non rappresenta una soluzione sostenibile.
Gli altri principali mercati asiatici hanno chiuso il mese in territorio negativo:
- Nikkei 225 (Giappone): -2,23%
- Kospi (Corea del Sud): -3,92%
- Hang Seng (Hong Kong): -4,40%
Il Giappone, nonostante il calo del Nikkei, ha mostrato segnali positivi in termini di inflazione. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) di Tokyo è aumentato del 2,6% su base annua, supportando una politica monetaria aggressiva da parte della Banca del Giappone (BoJ). Tuttavia, la produzione industriale è cresciuta solo del 3% su base mensile a ottobre, al di sotto delle aspettative, suggerendo una ripresa economica più lenta del previsto.
In Corea del Sud, la Banca di Corea (BOK) ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 3%, per il secondo intervento di allentamento monetario dell’anno. Tuttavia, l’inflazione rimane al di sotto dell’obiettivo del 2%, lasciando spazio a ulteriori misure di stimolo.
Gli analisti prevedono che i dazi promessi da Trump potrebbero alterare significativamente le catene di fornitura globali, con impatti sulle bilance commerciali dei Paesi asiatici. In Corea del Sud, Sung Tae-yoon, responsabile politico presso l’ufficio presidenziale, ha dichiarato che le tariffe statunitensi avranno ripercussioni sulle aziende esportatrici, aumentando l’incertezza per le politiche future della BOK.
Nonostante un novembre difficile, i mercati asiatici hanno mostrato segnali di forza durante l’anno:
- Nikkei 225: +14,18%
- Hang Seng: +13,94%
- Shanghai Composite: +11,82%
- Kospi: -7,51%
La performance positiva su base annua per la maggior parte dei mercati suggerisce una resilienza complessiva, sebbene il contesto rimanga fragile a causa delle tensioni commerciali globali.
Mentre i mercati asiatici continuano a navigare in un clima di incertezza, la Cina si distingue per la sua resilienza e l’impegno verso politiche di stimolo economico. Tuttavia, le prospettive regionali rimangono strettamente legate agli sviluppi delle politiche commerciali statunitensi e alla capacità dei governi locali di rispondere alle sfide globali.