
La società francese Orano, leader nel settore del combustibile nucleare, ha annunciato di aver perso il controllo operativo della miniera di uranio Somair, situata nel Niger, dopo che le autorità militari del paese hanno assunto la gestione delle operazioni.
La notizia rappresenta un colpo significativo per la multinazionale francese, che detiene una quota di maggioranza del 63% nella miniera, mentre il governo del Niger possiede il restante 37%. La situazione si è deteriorata a partire da giugno 2024, quando un permesso minerario critico è stato revocato, seguito dal blocco delle esportazioni di uranio.
Le restrizioni imposte dalle autorità del Niger hanno paralizzato le attività della miniera, bloccando l’esportazione di 1.150 tonnellate di concentrato di uranio e causando perdite economiche superiori ai 200 milioni di dollari. Le operazioni di Somair sono state completamente sospese nel mese di ottobre, a causa delle crescenti difficoltà finanziarie e logistiche.
In un comunicato ufficiale rilasciato mercoledì, Orano ha confermato la perdita del controllo operativo della miniera:
“Da diversi mesi, Orano ha messo in guardia dall’ingerenza che il gruppo subisce nella governance di Somair, di cui è azionista di maggioranza e operatore in Niger. Le decisioni prese durante le riunioni del consiglio di amministrazione della società non vengono più applicate, e le spese di produzione che continuano a essere sostenute sul sito peggiorano ogni giorno la situazione finanziaria della società.”
La perdita del controllo di Somair è il risultato di una disputa più ampia tra il Niger e la Francia, esacerbata dal colpo di stato militare avvenuto nel 2023, che ha portato alla formazione di una giunta militare. Parigi si è rifiutata di riconoscere il nuovo governo, deteriorando ulteriormente le relazioni bilaterali.
Il Niger, che fino a poco tempo fa forniva il 15-20% dell’uranio utilizzato dalla Francia per alimentare le sue centrali nucleari, è un partner strategico per il settore energetico francese. Tuttavia, la giunta militare ha iniziato a rivalutare i rapporti con le società straniere, inclusa Orano, con l’obiettivo di aumentare il controllo nazionale sulle risorse minerarie del paese.
Il Niger è responsabile di circa il 4% della produzione mondiale di uranio, una risorsa fondamentale per la produzione di energia nucleare. Orano, che opera nel paese da decenni, ha contribuito allo sviluppo del settore minerario nigerino, ma il recente deterioramento del clima politico e imprenditoriale ha reso incerta la presenza di aziende internazionali.
La giunta militare ha dichiarato l’intenzione di riformare la normativa mineraria per favorire una maggiore partecipazione statale e una redistribuzione più equa dei proventi derivanti dall’estrazione delle risorse naturali. Questa strategia si inserisce in un contesto più ampio di rivalutazione delle relazioni economiche e politiche del Niger con i paesi occidentali, cercando nuove alleanze con potenze emergenti come Russia e Cina.
La situazione rappresenta una sfida significativa per Orano, che ora si trova a dover gestire una crisi operativa e finanziaria in uno dei suoi mercati chiave. Allo stesso tempo, il controllo della miniera di Somair da parte del governo militare del Niger segna un ulteriore passo verso l’affermazione della sovranità sulle risorse strategiche del paese.
Gli analisti prevedono che l’instabilità politica e le tensioni internazionali continueranno a influenzare negativamente il settore minerario in Niger, rendendo complesso il ritorno a una gestione stabile e profittevole delle operazioni estrattive.
