
La Germania, da sempre una delle principali locomotive economiche europee, sta affrontando una fase di stagnazione economica aggravata da un contesto di incertezze politiche e da disordini sia interni che globali. Ostacoli burocratici, investimenti pubblici insufficienti e alti tassi di interesse hanno messo in difficoltà il Paese, storicamente basato su un modello di crescita legato alla globalizzazione e all’energia accessibile.
Un modello di crescita sotto pressione
Per decenni, il modello tedesco si è basato sul commercio internazionale e sulla disponibilità di energia a basso costo. Tuttavia, l’instabilità globale e i nuovi rischi geopolitici hanno minato queste fondamenta. La guerra in Ucraina ha portato a un’impennata dei costi energetici, e il crescente protezionismo sta frenando gli scambi commerciali, in particolare con partner cruciali come Stati Uniti e Cina. A seguito di questi sviluppi, il prodotto interno lordo (PIL) reale della Germania si trova al livello più basso tra i Paesi del G7.
Il calo degli investimenti interni e i costi di produzione in aumento hanno colpito duramente le industrie esportatrici, che rappresentano oltre il 30% dell’economia tedesca. La dipendenza dai subappaltatori a basso costo dell’Europa orientale e dalle importazioni di energia e beni intermedi, etichettati successivamente come “Made in Germany”, non è più sostenibile nell’attuale contesto economico.
Rallentamento del settore industriale e crescita dei costi
La Germania ha evitato una recessione tecnica solo grazie a una debole crescita dello 0,2% nel terzo trimestre. Tuttavia, le previsioni governative indicano una contrazione dello 0,2% per il 2023, prospettiva che la renderebbe l’unico Paese del G7 a entrare in recessione. Le esportazioni sono in calo (-1,7% a settembre) a causa della diminuzione della domanda cinese, e la produzione manifatturiera ha registrato un calo del 2,5%, evidenziando la debolezza strutturale del settore automobilistico tedesco.
Trump e i rischi per il commercio tedesco
L’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti aggiunge incertezze al panorama economico tedesco. Trump ha già espresso l’intenzione di aumentare i dazi sulle importazioni dall’Unione Europea per promuovere la produzione interna, una mossa che potrebbe danneggiare duramente l’industria automobilistica tedesca. Secondo l’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA), gli Stati Uniti sono il più grande mercato di esportazione di automobili per la Germania, che ha venduto circa 400.000 vetture oltreoceano solo nell’ultimo anno.
Un settore automobilistico sotto pressione
Le case automobilistiche tedesche, tra cui Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz, stanno subendo una pressione senza precedenti. Il sentiment aziendale nel settore automobilistico è sceso ai minimi da oltre due anni, mentre l’industria si trova a fronteggiare il rialzo dei costi di produzione e la concorrenza crescente della Cina. Volkswagen sta considerando chiusure di fabbriche e licenziamenti in Germania, e il fornitore Schaeffler Group ha già annunciato 4.700 tagli di posti di lavoro in Europa.
La crisi politica interna e le elezioni anticipate
A complicare ulteriormente la situazione, la coalizione di governo tedesca è crollata recentemente, aggravando l’incertezza politica del Paese. A seguito di divergenze su politiche climatiche e crisi economiche, il cancelliere Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, e ha indetto un voto di fiducia per il 16 dicembre. Elezioni anticipate sono previste per febbraio, un evento senza precedenti nella politica tedesca recente.
Le dispute tra i membri della coalizione hanno ritardato decisioni essenziali, e i disaccordi sulle politiche economiche e sociali hanno evidenziato le difficoltà della struttura burocratica e la scarsità degli investimenti pubblici. Questa instabilità ha ulteriormente accresciuto le preoccupazioni per il futuro economico del Paese.
Un futuro incerto
Con una crescita economica stagnante, una crescente pressione competitiva globale e una politica interna instabile, la Germania si trova in una fase critica. L’elevato costo della vita, i crescenti oneri fiscali e la difficoltà di adattarsi alle nuove dinamiche geopolitiche pongono sfide significative. Analisti ed economisti ritengono che, senza una svolta politica e un impegno deciso negli investimenti pubblici e nell’innovazione, l’economia tedesca rischia di rimanere bloccata in una prolungata fase di stallo.
