(AGENPARL) – mar 12 novembre 2024 [image: Logo Cia umbria.png]
*Elezioni regionali, Cia Umbria: «Le nostre priorità per il futuro della
regione»*
In un documento, le idee di programma per l’agricoltura del domani che
racchiude le problematiche aggiungendo anche delle soluzioni
Perugia – «Come Cia agricoltori italiani dell’Umbria intendiamo dialogare
con il futuro governatore o governatrice dell’Umbria perché riteniamo
indispensabile passare dalla lamentela del nostro settore all’opportunità
che, invece, l’agricoltura può offrire. Questo l’abbiamo fatto presentando
un documento programmatico che delinea quelli che sono i due pilastri
fondamentali: l’agricoltura delle aree rurali e quella delle aree interne».
A dirlo il presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale Matteo
Bartolini al termine della mattinata di martedì quando ha consegnato nelle
mani delle candidate Stefania Proietti e Donatella Tesei un documento con
idee di programma per l’agricoltura sul futuro dell’Umbria che vuole
racchiudere le problematiche del settore aggiungendo anche delle soluzioni
che possono accompagnare il futuro governo regionale.
Tra le priorità inserite nel documento di Cia Umbria c’è la questione
dell’acqua di fronte ad eventi estremi come siccità o alluvioni e la
necessità di riprogrammare una nuova metodologia di gestione, ad esempio,
introducendo *cultivar* più resistenti al cambiamento climatico o
aumentando l’efficienza delle infrastrutture irrigue.
«Sul tema delle aree interne è fondamentale il contributo dell’agricoltura,
ma è necessario un intervento da parte delle istituzioni là dove mancano
infrastrutture, scuole, asili, banda larga, la volontà di attivare una
collaborazione con le aziende agricole. Penso al modello degli agriasilo,
già sperimentato all’estero, che dimostra un diverso impatto
nell’educazione e nella crescita del ragazzo. Bisognare dare un sostegno al
ripopolamento delle aree rurali magari con l’accesso al credito e liquidità
e pensare alle Zes, zone economiche speciali, che a fronte di difficoltà,
di varia natura, come nelle aree interne, consentano una tassazione
differenziata».
Serve una filiera agroalimentare più competitiva che vuole andare ad
invertire il meccanismo odierno. «Nel 2023 secondo dati Istat il valore
aggiunto dell’agricoltura è diminuito del 3,3 per cento, ma allo stesso
tempo, chi fa trasformazione e vendita, ha aumentato i suoi costi del 2,2
per cento. Questo vuol dire che è stato ridotto il riconoscimento per il
produttore e, allo stesso tempo, il consumatore ha visto un considerevole
aumento dei costi della propria spesa. Per ribaltare tutto questo in Umbria
dobbiamo cercare di costruire relazioni che possano facilitare azioni
sinergiche tra produttore e utilizzatore (consumatori, ristorazione
collettiva, agriturismi e strutture ricettive) e un piano di marketing
territoriale che tenga insieme tutti gli attori economici: artigiani,
commercianti, ristoratori, albergatori».
E poi c’è la proliferazione di alcune specie selvatiche che rappresenta un
problema per le coltivazioni umbre riducendo la possibilità per chi di
agricoltura vive di ottenere un risultato economico, anche in
considerazione del rischio di emergenze sanitarie ad essa connesse (es.
peste suina africana).
*Qual è, dunque, il progetto di Cia per l’Umbria di domani? *
«Il cambiamento culturale verso la sostenibilità deve diventare il perno
centrale delle politiche agricole regionali. Questa sostenibilità non si
limita all’aspetto ambientale, ma abbraccia anche la dimensione sociale e
soprattutto economica dell’agricoltura.
La prossima amministrazione regionale potrebbe incentivare e sostenere la
creazione di filiere alimentari territoriali che rispondano alla domanda di
qualità e sostenibilità, offrendo al contempo un margine di guadagno equo
per i piccoli produttori. La presenza di food hub sul territorio umbro, per
esempio, rappresenterebbe una piattaforma fondamentale per il collegamento
tra produttori locali e consumatori, con il vantaggio di ridurre i costi di
intermediazione e sostenere la competitività delle piccole aziende
agricole. Riconoscere
l’agricoltura come motore di crescita significa superare la percezione del
settore primario come fonte di problemi per vederne invece il potenziale
economico e sociale.
Per concretizzare questa visione, è essenziale il ruolo delle
amministrazioni locali, che possono facilitare l’incontro e il dialogo tra
agricoltori, artigiani, enti pubblici e consumatori, incentivando sinergie
tra i diversi settori. In questo momento di scelte decisive per il futuro
dell’Umbria, i candidati alle elezioni regionali sono chiamati a includere
l’agricoltura in una visione più ampia di sviluppo sostenibile e
resiliente.
Una politica agricola attenta e integrata nelle scelte di governo può
trasformare l’Umbria in un laboratorio di sostenibilità, in cui
l’agricoltura diventa uno strumento per creare valore, ridurre le
disuguaglianze territoriali e rafforzare il senso di appartenenza alla
comunità».
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