
I piccoli comuni italiani, alle prese con la sfida dei fondi del PNRR, si trovano sempre più schiacciati tra la carenza di risorse tecniche, ritardi delle ditte appaltatrici e scadenze serrate. A dare voce a questo disagio è il sindaco di Fagnano Alto, Francesco D’Amore, che lancia un appello chiaro: “Non è giusto che i piccoli comuni debbano limitarsi a veder passare i fondi”.
In un’intervista al Capoluogo d’Abruzzo, D’Amore ha sottolineato come la struttura del Paese, fatta principalmente di piccoli centri, renda difficile per questi ultimi rispondere alle esigenze del PNRR. “I tecnici – spiega il sindaco – sono pochi e spesso presenti solo per pochi giorni a settimana, già impegnati in altre questioni come la ricostruzione post-sisma e il superbonus. Con queste condizioni, anche solo presentare i progetti è stato un ‘bagno di sangue’. Se aggiungiamo i tempi stretti e la necessità di pareri sovraordinati, è chiaro che i piccoli comuni rischiano seriamente di perdere i finanziamenti”.
La scadenza del 31 dicembre: un nodo critico
La prossima scadenza prevista per il 31 dicembre rappresenta una vera e propria corsa contro il tempo. Entro questa data, ciascun progetto finanziato dal PNRR deve essere completato almeno al 75% per evitare di perdere i fondi. D’Amore racconta di aver discusso il problema con il senatore Guido Castelli, Commissario straordinario alla Ricostruzione del Centro Italia, che sta lavorando a una proroga di sei mesi. “Il freddo invernale costringe molte opere a fermarsi, quindi una proroga al 30 giugno 2025 potrebbe dare un po’ di respiro alle amministrazioni locali”.
Ma il sindaco di Fagnano Alto ha avanzato anche un’altra proposta: modificare la soglia del 75% per renderla applicabile all’intero pacchetto di progetti comunali, anziché a ogni singolo progetto. “Attualmente, ogni progetto deve rispettare singolarmente questa soglia. Noi abbiamo quattro progetti: uno è completato, un altro è oltre il 75%, ma per gli altri due rischiamo di perdere i finanziamenti anche a causa dei ritardi delle ditte. Applicare la soglia cumulativa all’insieme dei progetti darebbe più margine di manovra ai piccoli comuni”.
Piccoli comuni e risorse limitate: una sfida impari
D’Amore dipinge una situazione di sofferenza strutturale per i comuni minori, con uffici sotto organico e tecnici spesso in servizio ridotto, una condizione aggravata dalle problematiche legate alla ricostruzione post-sisma. Non a caso, il senatore Castelli ha definito i tecnici dei piccoli comuni un vero e proprio “patrimonio UNESCO”, un bene prezioso che però spesso rimane inattivo per mancanza di fondi e strumenti.
“Serve un supporto concreto per le nostre realtà locali,” ribadisce il sindaco. “I grandi centri urbani, con uffici ben strutturati e più risorse, riescono a ottenere e gestire i finanziamenti, mentre noi rischiamo di vedere passare i fondi senza poterli utilizzare. Non è giusto, e speriamo che il nostro appello venga ascoltato”.
Una questione di equità per il futuro dei piccoli comuni
L’appello del sindaco D’Amore richiama alla necessità di maggiore equità e di soluzioni specifiche per i piccoli comuni, che rappresentano il cuore pulsante dell’Italia rurale e periferica. Garantire un accesso equo ai fondi del PNRR non è solo una questione amministrativa, ma una priorità per tutelare il futuro di comunità che affrontano, ogni giorno, il peso della burocrazia e delle risorse limitate.
Mentre l’orologio corre verso la fine dell’anno, il sindaco e i suoi colleghi dei piccoli comuni sperano che una proroga e una rimodulazione delle soglie possano dare loro una reale opportunità di utilizzare i fondi del PNRR per i loro territori.
