
(AGENPARL) – ven 08 novembre 2024 IL TABARRO
ARTIGIANALITA’ DAL PASSATO AL PRESENTE
IL CINQUATESIMO DEL TABARRO DI SANDRO ZARA
Un parco avvolto in un Tabarro
Vedere Mirano la prima volta è lo sbocciare di un amore a prima vista.
Circondata da due boschi, quello del Parauro (pubblico) e il bosco Errera (privato),
da Ville Venete edificate dai nobili veneziani tra il ‘600 ed il ‘700, comprende nel
centro storico Villa Giustinian Morosini detta “XXV Aprile”, perla di architettura
neopalladiana di proprietà del Comune ed oggi adibita ad attività culturali e
mostre.
È proprio qui, cinta nel suo parco, che si svolge la mostra dedicata ad un capo
della nostra radice storica: il Tabarro.
Ma cos’è questo capo che non è un mantello, non è un cappotto, non è un
capospalla? Aldilà delle variazioni storiche subíte dal 1300 fino al 1700, è dal
1800 in poi che prende un significato del tutto legato al suo ruolo di capo
distintivo simbolo di raffinata signorilità nelle versioni più lunghe, bordate e
arricchite di dettagli, e un significato legato alla protezione del corpo nelle sue
versioni più corte usate dai contadini o addirittura dai fanti in guerra.
Poi, negli anni ‘50 cade in disuso. La storia però, non aveva fatto i conti con
Sandro Zara: Miranese doc, imprenditore tessile e profondo conoscitore di materie
prime, filati, lane e tessuti, amante del buon gusto e della storia del costume, uomo
di innata eleganza con una fiamma sempre viva di passione per il bel vestire, la
ricerca e il rispetto delle radici della nostra cultura, decide di intraprendere un
viaggio, quello del recupero del Tabarro.
Inizia così un’avventura, fatta di ricerca, di studio dei vari capi, recuperati non
solo da acquisti fatti in giro per l’Italia e all’estero in Europa, ma anche e
soprattutto di capi provenienti dal nostro territorio. È così che Sandro Zara,
capisce di avere due difficoltà: la prima di essere solo contro tutti in questa ricerca
definita quasi mania, la seconda e più rilevante che le lane utilizzate per
confezionare un Tabarro, sono lane pregiate, talvolta quasi grezze che nessuno
tesse più. Ed è a questo punto che ha la geniale idea di instaurare un legame
ulteriore con il territorio che ci circonda, acquistando lana dalla zona dell’Alpago
e facendola lavorare da un noto lanificio di Follina nell’Alta Marca. Con la
collaborazione attiva di un sarto nella sua Artigiana Sartoria Veneta e da un taglio
netto e sapiente, mantenuto rigorosamente a vivo ecco che nasce Il Tabarro. Il
resto è storia moderna, una storia che dura ininterrottamente dal 1974.
Questa favola moderna divenuta realtà è raccontata dalla mostra in un percorso
emozionale, fatto di materie prime da toccare e annusare. I filati ci riportano al
passato, i tessuti brillano di luce sincera, i capi di archivio storico ci emozionano e
riportano a storie di altri tempi dove dame e cavalieri popolavano le nobili ville ed
i loro parchi semi avvolti dalla nebbia, dove il Tabarro sulle spalle era simbolo di
protezione, calore e di un’eleganza senza tempo che ha viaggiato attraverso i
secoli per arrivare fino a noi nei capi oggi confezionati da sapienti mani in
Sartoria.
Questa mostra, omaggio alla tradizione e ai 50 anni del Tabarro e del Tabarrificio
Veneto di Sandro Zara e all’incredibile viaggio di un sognatore, è visitabile fino a
domenica 10 novembre all’interno delle sale di Villa “XXV Aprile” a Mirano,
ridente cittadina nel cuore del giardino di Venezia.
Villa Giustinian Morosini “XXV Aprile”
Via Mariutto n. 1 a Mirano (VE)
Orari di apertura:
o venerdì 8 novembre ore 15.00 alle 19.00;
o sabato 9 e domenica 10 dicembre ore 10.00- 13.00 e 15.00 – 19.00.
Ingresso libero.