
(AGENPARL) – mer 18 settembre 2024 Prot. n.______ Federico Marini
FORMAZIONE – Le aziende sarde investono in formazione ma la
preparazione degli addetti non è mai abbastanza: 32milioni di euro investiti
ma manca il 42% della manodopera necessaria. Meloni e Serra
(Confartigianato Sardegna): “Investire nello sviluppo delle competenze dei
dipendenti migliora l’efficienza e la produttività aziendale”.
Associazioni Sono 2.304 le piccole medie imprese sarde che hanno effettuato attività di
Territoriali formazione coinvolgendo 33.500 addetti. L’investimento totale per questi percorsi
Sud Sardegna
nell’Isola è stato di oltre 32milioni di euro, di cui 8 di finanziamento diretto da parte
Cagliari delle aziende. Il costo per ogni singolo allievo formato è stato di 466 euro, di cui 118 a
Via Riva Villasanta 241
classifica come investimento pro-addetto: la prima è la Campania con 1.264 euro per
Oristano
Via Campanelli, 41 addetto e la seconda è la Basilicata con 1.217 euro contro una media nazionale di 846
Nuoro Sono questi i dati principali dell’analisi sulla “Formazione del personale nelle
Via Brig.Sassari, 37 imprese”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati
ISTAT 2020, che ha preso in considerazione attività produttive sarde con più di 10
Sassari addetti.
Via Alghero, 30
mantenere competitività e innovazione nel mercato attuale – commenta Giacomo
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – investire nello sviluppo
ma favorisce anche la soddisfazione e la fidelizzazione del personale”. “Un team ben
formato – aggiunge il Presidente – è in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti
del mercato e di rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti, contribuendo così alla
crescita e al successo a lungo termine dell’azienda”.
Tra le tipologie di attività formativa scelta il 57,1% delle aziende ha scelto quella
“on the job” mentre il 53,6% ha optato per l’attività corsuale in aula. Il 77,4% delle
imprese ha optato per corsi organizzati da enti esterni mentre il 56,6% ha scelto
l’autoformazione, ossia percorsi progettati e gestiti prevalentemente dall’impresa.
L’87,2% delle imprese isolane ha provveduto a valutare autonomamente la necessità di
fabbisogno.
Tra i formati il 32,2% sono addetti e operai, il 40,5% impiegati, il 59,8% dirigenti e
il 21,6% imprenditori, titolari e soci. Altre recenti indagini, dimostrano come per l’82%
delle piccole e medie imprese come sia molto importante per il proprio modello aziendale
disporre di lavoratori con le giuste competenze.
“Questi numeri, anche se fortemente condizionati dalle restrizioni del periodo
Covid (2020) – prosegue Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato
Sardegna – dimostrano come la formazione sia fonte inesauribile di specializzazione
professionale, a sua volta presupposto dell’efficienza produttiva. Ha quindi un ruolo
Confartigianato Imprese Sardegna
determinante nell’aumentare la competitività e il know-how complessivo dell’azienda in
un mercato sempre più concorrenziale”. “Ma non tutte le aziende hanno le stesse risorse
e gli stessi obiettivi – sottolinea il Segretario – per questo è importante costruire un
modello di formazione adatto alle esigenze specifiche di ognuna. E Confartigianato in
Sardegna, attraverso i sui enti formativi territoriali, è pronta a soddisfare qualsiasi
necessità di crescita professionale delle imprese”.
A dimostrazione di come gli investimenti in formazione non siano mai sufficienti,
ci sono i dati sulla mancanza di personale adeguatamente preparato. I lavoratori
qualificati, infatti, sono sempre più difficili da trovare anche in Sardegna. Nel 2023 le
imprese sarde non sono riuscite a reperire il 42% della manodopera necessaria, pari a
64.170 posti rimasti scoperti. Le cose sono andate peggio per le piccole realtà che hanno
avuto difficoltà ad assumere il 42,9% del personale (48.030 lavoratori), e per gli artigiani
la cui quota di lavoratori introvabili è arrivata al 50,7% (8.170 addetti).
“La scarsità di personale con le giuste competenze frena soprattutto le transizioni
ecologia e digitale ed è indicato come il problema più grave dal 58,1% delle Pmi della
nostra regione, a fronte del 54,1% della media delle Pmi dell’Ue – rimarcano Meloni e
Serra – per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori qualificati supera di gran
lunga i problemi della burocrazia, dell’accesso al credito, della concorrenza sleale”.
“Anche nelle micro e piccole realtà è necessario fare formazione – concludono
Presidente e Segretario – la carenza di formazione ha contribuito a bloccare
l’economia. Il ritardo nel trovare le persone adatte da assumere ha generato costi
enormi: alle piccole imprese isolane questo gap è costato oltre 206 milioni di euro”.
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