(AGENPARL) – mar 10 settembre 2024 [ Apri nel browser](https://7t6x1.r.a.d.sendibm1.com/mk/mr/sh/SMJz09SDriOHVCpDCMZcEOGLmeyy/ZZAuESycs06c)
**Il futuro (prossimo) del vino si chiama Soave**
*Successo per “Appuntamento Soave” l’evento ideato dal Consorzio di tutela, in collaborazione con la Strada del Vino, dedicato alle migliori espressioni del Soave. *
*Vino contemporaneo in grado di rispondere ai trend di mercato a livello mondiale: tra masterclass, degustazioni focalizzate sul potenziale evolutivo e una importante tavola rotonda il Soave, tra i bianchi più rappresentativi d’Italia, ribadisce così il suo stretto legame col mondo della ristorazione e con la città scaligera.*
Verona, 10 settembre 2024 – Un vino contemporaneo e moderno, con una stilistica ben definita e un asse centrale attorno al quale ruotano in maniera equipollente eleganza, equilibrio, intensità.
Soave, dunque, come vino sinfonico per eccellenza dove, come nella musica, la melodia è il risultato perfetto ed armonico delle varie componenti orchestrali.
Un vino che oggi ha tutte le carte in regola per intercettare il gusto del consumatore contemporaneo, italiano ed internazionale, che tende a prediligere vini bianchi sapidi, freschi e dal moderato contenuto alcolico.
Questa l’istantanea che riprende le differenti interpretazioni del Soave, presentate da oltre 40 aziende nell’ambito di **Appuntamento Soave, l’evento curato dal Consorzio di Tutela del Soave in collaborazione con la Strada del Vino Soave e andato in scena lunedì 9 settembre al Circolo Ufficiali di Verona su una delle terrazze più belle della città.**
L’ampia presenza di ristoratori, di operatori di settore, di stampa specializzata e a seguire di appassionati, ha testimoniato la bontà del format di una sola giornata, con attività suddivise per target così da assicurare ai partecipanti la possibilità di lavorare e di approfondire la conoscenza del Soave e della sua zona di produzione in base a competenza e formazione.
Successo per il seminario formativo della mattina,**“Il Soave, dalla freschezza alla longevità” **curato da AIS, con una approfondita lezione sul Soave, tenuta dal sommelier **Michele Manca**, e fortemente voluto dal Consorzio del Soave, nella convinzione che aggiornamento e formazione siano essenziali per essere dei buoni conoscitori del vino Soave, in grado così di divulgare il patrimonio che sta dietro ogni singolo calice.
Sold out per la successiva masterclass “**Soave Seven, dalla freschezza alla longevità” **guidata da **Filippo Bartolotta** e rivolta ai ristoratori, agli operatori e alla stampa specializzata con l’obbiettivo di raccontare le differenti anime del Soave in una sorta di viaggio trasversale prima da ovest, suolo calcareo, ad est, suolo vulcanico, e poi dalle annate più fresche fino a quelle più evolute, a dimostrazione di come il Soave sia un vino dotato di una forte capacità di evoluzione nel tempo.
Ampia presenza di pubblico poi per il talk show guidato da **Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera**, dal titolo **“Identità Soave, tra paesaggio, freschezza e longevità” che ha visto la partecipazione di Andrea Lonardi**, Master of Wine, **Maurizio Ugliano – Università di Verona,****Lorenzo Pasquini -****Directeur d’Exploitation – Estate Manager at Château d’Yquem, ****Clelia Maria Puzzo, FAO, Mons. Bruno Fasani**, Prefetto della Biblioteca Capitolare di Verona.
Pubblico numeroso e qualificato, a seguire, per il **banco d’assaggio** che si è tenuto sulla terrazza del Circolo Ufficiali di Verona, **con 42 aziende del Soave** che hanno messo in degustazione le interpretazioni di Soave più rappresentative della propria filosofia produttiva.
**«**Siamo molto soddisfatti per l’esito di questa iniziativa – evidenzia **Cristian Ridolfi, presidente del Consorzio del Soave **– che riporta il Soave nel cuore storico di Verona e che ha visto una partecipazione ampia e trasversale, dai ristoratori ai sommelier fino al pubblico degli eno-appassionati. Oltre al buon esito di questo evento va registrato in aggiunta un altro elemento dalla forte valenza strategica: siamo di fronte ad una vera e propria iniezione di fiducia da parte della base sociale che, con ben 42 aziende presenti, di fatto promuove su tutta la linea le politiche di gestione della denominazione poste in essere dal Consorzio negli ultimi due anni e mezzo, alla luce degli attuali trend di mercato. Un tema questo che è stato ampiamente affrontato anche nel corso del talk show**»**.
Una tavola rotonda di forte impatto dove si sono raccolti spunti preziosi. **«**È stata un’occasione di riflessione e di crescita per le aziende poter ascoltare testimonianze così di valore – conclude Ridolfi – . Il mondo del vino è un mosaico di sfumature, un caleidoscopio di aromi e sapori che riflettono il terroir, il clima e la mano dell’uomo. In questo affascinante universo è stato interessante immaginare una comparazione del Soave con **Château d’Yquem. **Se da una parte abbiamo il Sémillon, ecco che dall’altra parte compare l’autoctona Garganega, un vitigno a maturazione tardiva che rende la zona del Soave una di quelle in Italia in cui la vendemmia si chiude ancora oggi, nonostante l’inesorabile cambiamento climatico, ad ottobre inoltrato. Se per il Sauternes abbiamo l’inimitabile azione della muffa nobile (Botrytis cinerea), ecco che anche per il comprensorio del Soave, ed in particolare per la Garganega declinata nella tipologia Recioto, durante la fase di appassimento, sovente si sviluppa la forma larvata della stessa Botrytis cinerea che stimola la produzione di aromi che vanno a creare quella complessità e quel parallelismo che fanno anche del Recioto di Soave un vino dolce inimitabile**»**.
**Il Talk show “Identità Soave, tra paesaggio, freschezza e longevità”**
Notevoli gli spunti emersi durante la tavola rotonda “Identità Soave, tra paesaggio, freschezza e longevità”, moderata da **Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera**, dove in sostanza emerge la fotografia del vino Soave quale imminente protagonista del nuovo corso enologico mondiale. Tante le opportunità da cogliere come ha evidenziato **Andrea Lonardi, MW**, secondo il quale esistono elementi distintivi che rendono questa denominazione interessante nei prossimi anni: **«**il cambio climatico, la presenza di acqua, una varietà rustica come la Garganega ma anche il Trebbiano di Soave, con uno moderato potenziale alcolico ed una forma di allevamento contemporanea come la pergola, rendono questa denominazione molto più adatta di altre ad affrontare i limiti che la natura sta imponendo a molte aree del nostro paese e non solo; il grande potenziale qualitativo e di terroir di una parte della denominazione. Suoli vulcanici e calcarei possono offrire uno spettro di vini con caratteristiche di mineralità e sapidità che oggi sono alla base di uno stile contemporaneo e di successo (vedi Chablis, Loire ed Albarino Rias Baixas); un potenziale qualitativo migliore del passato ed una longevità che caratterizza solo i migliori territori al mondo;
un territorio che abbina elementi esoterici come il vulcano all’integrità paesaggistica di una buona parte della denominazione, che risulta incontaminata dall’abuso e disordine architettonico che invece caratterizza altri territori viticoli del veronese; il potenziale dell’enoturismo che accomuna le differenti anime della denominazione; un gruppo di piccoli-medi produttori virtuosi che da anni con cura cercano di valorizzare le parti più nobili della denominazione ricercando una distribuzione e comunicazione improntata sulla qualità e sugli elementi del terroir**»**.
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