(AGENPARL) – mar 10 settembre 2024 PROGRAMMA
Giovedì 26 settembre
CENACOLO
19:50
Talk: “Le forme del divino”
con Michele Dantini, Giovanna Zucconi e Sergio Givone
modera Raffaele Palumbo
letture a cura di Gianluigi Tosto
Nel mondo occidentale le immagini dipinte o scolpite sono state per lungo tempo considerate
«incarnazioni» del Divino, e hanno trovato in questa loro natura duplice, celeste e terrena insieme, la
propria giustificazione. Nel divenire uomo, Cristo stesso si è fatto «figura» fondando per i Padri della Chiesa
la legittimità dell’immagine. Le immagini di culto hanno dunque potuto acquistare nei millenni dimensioni
affettive e liturgiche: esse sostengono, accolgono, ravvivano il vincolo che tiene insieme una comunità, così
nel cristianesimo occidentale sino alla Riforma e nel cristianesimo ortodosso. Questo libro indaga e
interroga i teologi della prima età moderna – Erasmo o Calvino – ma anche scrittori e filosofi – Dostoevskij e
Florenskij, Heidegger, Simone Weil, Pasolini – che hanno espresso un ragionato dissenso in rapporto alle
avanguardie otto-novecentesche, rivendicando invece il fondamento metafisico o religioso dell’immagine.
21:00
Spettacolo: “W la fuga”
Marco Pastonesi: testi, racconti
Alessandro D’Alessandro: organetto, elettronica
Il ciclismo è l’unico sport dove la fuga non è un atto di viltà ma di coraggio. Si va in fuga per passione o per
disperazione, per far vedere la maglia o per farsi vedere dalla moglie, per anticipare gli scalatori o per
deludere i velocisti, per salutare i parenti o anche per salutare la corsa. Si va in fuga dalla parte giusta,
davanti, ma si va in fuga anche dall’altra parte, dietro. Si va in fuga perfino di nascosto e per sbaglio.
Insomma, ogni fuga ha una storia, ha la sua storia, una storia da raccontare e suonare, da ricordare e
cantare, da tramandare e interpretare. Per esempio: potrebbe sembrare una fuga e invece è un
inseguimento. “W la fuga” è uno spettacolo fuggevole con due fuggiaschi professionisti: Marco Pastonesi
racconta storie di fughe in bici, Alessandro D’Alessandro suona pezzi, motivi, vie e arie di fughe a sette note
senza contare diesis e bemolle. Perché, come sosteneva Jim Morrison, che se ne intendeva, “la fuga è
l’unico modo per continuare a sognare”.
22:15
Spettacolo: “Lu Santo Jullare Francesco”
di Dario Fo e Franca Rame
con Mario Pirovano
Dalle ricerche di Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura 1997, un memorabile lavoro sulla vita di San
Francesco. Un ritratto inedito del più straordinario innovatore del pensiero cristiano, per parlarci dei grandi
temi che attraversano la società contemporanea. “Lu Santo Jullàre Françesco” è un monologo in cui prende
vita un’intera serie di personaggi dell’Italia medievale: Papi e Cardinali, soldati sui campi di battaglia,
contadini e venditori al mercato, monaci e cavapietre. La realtà storica e la tradizione popolare si
intrecciano nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita di Francesco: la richiesta di
approvazione della Regola al Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, l’incontro con il lupo, la malattia agli
occhi… Lavorando su leggende popolari, su testi canonici del Trecento e su documenti emersi negli ultimi
cinquant’anni, Dario Fo elabora un’immagine non agiografica di San Francesco: spogliato dal mito,
ritroviamo un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico. Del resto era lo stesso Francesco a
definirsi “jullare di Dio”, e questo proprio negli anni in cui l’imperatore Federico II promulgava un editto
contro i “Joculatores” considerandoli buffoni osceni!
SECONDO CHIOSTRO
20:15
Live: “Ruth Goller / Skylla” (UK / Ita)
Ruth Goller: basso elettrico e voce
Lauren Kinsella: voce
Alice Grant: voce
Emanuele Maniscalco: batteria
“Skyllumina” rappresenta la nuova evoluzione della bassista e cantante Ruth Goller, un progetto al tempo
stesso primitivo e futuristico, dove sono le emozioni, le vibrazioni, le voci e le percussioni a dettare le regole
del gioco. Ruth Goller, altoatesina ma residente a Londra ormai da più di vent’anni, è considerata
universalmente una delle più importanti figure del Nu Jazz britannico e delle musiche di confine (o per
meglio dire oltre i confini) nonché una dei più interessanti e richiesti specialisti del basso elettrico sulla
scena internazionale. Nel suo vasto ed eterogeneo curriculum, collaborazioni con Alabaster DePlume,
Shabaka Hutchings, Damon Albarn, Paul McCartney, Marc Ribot, Kit Downes, Sons of Kemet, Rokia Traore’,
Melt Yourself Down, Sam Amidon e moltissimi altri. Espandendo ed evolvendo il progetto Skylla,
originalmente partito come avventura in solo, verso nuovi confini, la Goller ha pubblicato pochi mesi fa il
nuovo lavoro Skyllumina per una delle etichette discografiche più importanti e prestigiose del panorama
delle nuove musiche, la International Anthem di Chicago. Al suo fianco, alcuni dei più interessanti
batteristi / percussionisti della scena inglese e americana e le voci evocative di Lauren Kinsella ed Alice
Grant. L’album è stato recensito entusiasticamente su molte dei magazine più importanti, ed in particolare
è stato “Disco del Mese” per The Guardian e recensito a 5 stelle da All About Jazz.
21:30
Live: “John Greaves Band plays Robert Wyatt, King Crimson, Henry Cow & more” (GB / Fra / Ita)
John Greaves: piano, basso, voce
Mel Collins: sax, flauto
Jakko Jakszyk: chitarra, voce
Annie Whitehead: trombone
Annie Barbazza: voce, piano, chitarra
Règïs Boulard: batteria
Un tempo si chiamavano supergruppi ed erano assemblati dalle case discografiche per conquistare le arene
del rock. Invece l’ingrediente di questa nuova band è l’amicizia, sincera e di lunga data. Da questa amicizia
nasce una rivisitazione del songbook di John Greaves, degli Henry Cow, di Robert Wyatt, dei king Crimson e
molto altro ancora. Ciascun membro della band porta il suo contributo e proprio questo incrocio nasce un
concerto di grande classe e fascino. Mel Collins, vera leggenda vivente del rock d’autore, (un curriculum
impressionante di collaborazioni, da Pino Daniele ai Dire Straits, dai Rolling Stones a Roger Waters, da Lucio
Battisti a Eric Clapton, dai Camel agli Alan Parsons Project), è soprattutto per i King Crimson, dei quali è
membro dal 1971, che è passato alla storia del rock. Sempre dai King Crimson proviene Jakko Jakszyk, già
anche nei Level 42 ed autore di altri lavori come solista che gli sono valsi il massimo rispetto dalla scena
musicale e della critica internazionale. Annie Barbazza, vero astro nascente della scena avant/prog, è stata
“scoperta” da Greg Lake (ancora un link con i King Crimson) con il quale si è esibita dal vivo e che le ha
prodotto il primo album per la Manticore Records, Moonchild. Oggi oltre che un’affermata solista, è
membro della North Sea Radio Orchestra. del Michael Mantler’s New Songs Ensemble, della band di Paul
Roland e del duo Moonchild. Da tempo collaboratrice di Robert Wyatt e figura centrale del nuovo jazz
progressivo inglese, Annie Whitehead è un’essenziale elemento per l’esplosivo sound. Ed è la pirotecnica
batteria del francese Règïs Boulard è francese a completare la formazione. E che dire del band leader John
Greaves? Bassista, pianista, compositore, cantante gallese (ma ormai da 40 anni cittadino di Parigi), John è
stato tra i fondatori del movimento Rock In Opposition e le sue band si chiamano, solo per citarne alcune,
Henry Cow, National Health, Soft Heap, Penguin Café Orchestra, North Sea Radio Orchestra, mentre tra le
sue collaborazioni possiamo citare calibri come Mike Oldfield, Brian Eno, Michael Nyman, Robert Wyatt e
tantissimi altri. Un concerto memorabile, ricco di storia del migliore rock, ma al tempo stesso di una musica
davvero nuova.
CAPPELLA PAZZI
21:15 + 23.15
Live: “Sliders”
Filippo Vignato: trombone, composizioni
Federico Pierantoni: trombone, composizioni
Lorenzo Manfredini: trombone, composizioni
Se nella tradizione della musica classica esiste il quintetto d’ottoni o il quartetto di tromboni, qui i tre
musicisti hanno voluto andare all’essenza di quel concetto, trasfigurando e riadattando le consuetudini del
suono e del linguaggio jazzistico ed improvvisativo ad una formazione ridotta all’osso, composta da soli 3
strumenti, come 3 sono le note di una triade maggiore. Se il trombone può essere considerato lo strumento
più vicino alla voce umana, allo stesso modo è uno strumento dalle infinite possibilità musicali, sonore ed
effettistiche, sviscerate dai tre in una continua sperimentazione attraversando il blues, la folk music, la
musica contemporanea, i corali e molto altro. Gli Sliders sono un’Orchestra in miniatura formata da tre dei
migliori trombonisti della scena contemporanea e allo stesso tempo una pocket Brass Band. Un ensemble
scintillante come l’ottone forgiato dei propri strumenti, capace di sussurrare, gridare, ruggire, sorprendere,
divertire e commuovere.
Venerdì 27 settembre
CENACOLO
19:50
Talk: “A piedi nudi sulla Terra”
con Folco Terzani, Sarah Savioli
modera Raffaele Palumbo
letture a cura di Giulia Cavallini
musica dal vivo a cura di Ettore Bonafè
Conversazione tra lo scrittore e documentarista Folco Terzani e la scienziata e autrice Sarah Savioli a partire
dai rispettivi romanzi “A piedi nudi sulla Terra” e “I selvatici”. “A piedi nudi sulla Terra” segue la vicenda
dell’asceta italiano Baba Cesare, che dopo essersi ribellato a un’esistenza ordinaria e a ogni ruolo sociale
prescritto si avvicina al mondo dei sadhu indiani. Prima di costruire tra le antiche rovine di Hampi il suo
ashram, oggi meta di pellegrinaggi e centro di devozione, Baba Cesare ha vissuto all’insegna dell’eccesso:
giovane intriso di controcultura hippie, pittore alternativo a Torino, moderno bohémien nel paradiso
psichedelico di Goa, uomo niente affatto insensibile alle lusinghe femminili. Ha oscillato vertiginosamente
tra profano e sacro, con il coraggio e la fame di conoscenza di chi si butta a capofitto nelle esperienze.
L’incontro tra Folco Terzani e Baba Cesare dà vita a un libro unico – romanzo di avventure, viaggio
spirituale, inchiesta su un mondo svelato nel suo fascino controverso, dialogo sul senso ultimo della vita -,
le cui pagine possono essere lette come un imprevedibile memoir, un postmoderno romanzo di formazione
e insieme come un testo sapienziale dal passo umile ma rivoluzionario, in grado di cambiare il nostro modo
di camminare per le strade del mondo. “I selvatici” segue il primo caso in trasferta per Anna Melissari, la
detective che comunica con piante e animali. Sulle montagne di Ferlico, un paesino degli Appennini, Cecilia
e suo marito Tullio gestiscono da vent’anni un rifugio che dà impiego e ospitalità a persone in fuga dalle
guerre e dalla disperazione in attesa che venga regolarizzato il loro diritto di asilo. Una notte scompare nel
nulla Yasser, un giovane proveniente dalla Siria, benvoluto da tutti sia nel rifugio che nel paese. Le forze
dell’ordine ritengono si tratti di un semplice allontanamento volontario, ma Cecilia è certa che il ragazzo
non se ne sarebbe mai andato senza dare spiegazioni, così incarica delle ricerche l’Agenzia Cantoni.
21:00
Talk/performance: “L’età fragile”
Donatella Di Pietrantonio dialoga con Raffaele Palumbo
letture a cura di Federica Miniati
musica dal vivo a cura di Meissa Duo (Alda Dalle Lucche Saxofono contralto, Giulia Fidenti Saxofono
Baritono)
L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio è il libro vincitore della LXVIII edizione del Premio Strega e del
Premio Strega Giovani 2024. Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli,
quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento
preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per
questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di
sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio,
i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Amanda prende per un soffio uno
degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre
basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città
negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia
vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle.
Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori
edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il
tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i
pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella
terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra
unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di
un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo
una tensione tutta nuova.
22:15
Live: “Kalifa Kone, Jabel Kanuteh, Marco Zanotti Trio” (Mali / Gambia / Italia)
Kalifa Kone: ngonì, djembe, balafon, talking drum, flauti
Jabel Kanuteh: kora, voce
Marco Zanotti: batteria, mbira, percussioni, voce
Are you strong? è il nome di un gioco di carte popolare nell’Africa dell’Ovest e, più nello specifico, della
carta più importante del mazzo: l’asso. Ma soprattutto, è una domanda che ci poniamo nell’affrontare il
nostro tempo, per essere coerenti con i valori in cui crediamo. Siamo abbastanza saldi nei nostri principi
morali? La nostra etica è forte abbastanza per resistere alle sfide del quotidiano e lottare per un futuro
migliore? Partendo dal solco della tradizione mandengue, della quale la famiglia Kanuteh è ambasciatrice, il
duo di Jabel Kanuteh e Marco Zanotti si muove verso una musica più universale che ha assimilato Fela Kuti
così come alcune delle correnti contemporanee provenienti dall’Africa e dalla sua diaspora. Ospite (molto
speciale) del concerto è Kalifa Kone, percussionista nato e cresciuto a Bamako, in Mali, con esperienze che
vanno dai big della musica africana come Oumou Sangare, Kel Asssouf, Baba Sissoko e Salif Keita, fino al
recente tour italiano nella band di Lorenzo Cherubini / Jovanotti.
SECONDO CHIOSTRO
20:15
Live: “The Bass Gang”
Antonio Sciancalepore: contrabbasso
Andrea Pighi: contrabbasso
Alberto Bocini: contrabbasso
Amerigo Bernardi: contrabbasso
Questo gruppo riunisce insieme quattro dei migliori contrabbassisti italiani, attivi come solisti e primi
contrabbassi in prestigiose Orchestre come quelle di Santa Cecilia, Orchestra del Maggio Fiorentino,
Orchestra del Teatro alla Scala, London Simphony Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, Orchestra
Sinfonica A.Toscanini. Nel variegato ed eclettico repertorio brani classici, eseguiti con un approccio che va
dal filologico all’irriverente, brani della canzone d’autore italiana, colonne sonore cinematografiche, ma
anche classici del rock e del pop: da Vivaldi a Morricone, da Mozart a Henry Mancini, da Stravinsky a
Piazzolla, da Renato Carosone ai Beatles. Quattro contrabbassi di assoluta eccellenza per un incontro che è
più di un semplice concerto, ma si trasforma in un vero e proprio spettacolo.
21:30
Live: “Maurizio Geri Swingtet feat. Nico Gori”
Maurizio Geri: chitarra e voce
Pippi Dimonte: contrabbasso
Giacomo Tosti: fisarmonica
Special guest Nico Gori: clarinetto
Lo spettacolo si ispira stilisticamente alla tradizione zingara alsaziana, dal padre fondatore Django Reinhardt
fino alle varie contaminazioni che fino ad oggi hanno reso vitale e “moderno” lo swing-manouche. Su
questo binario, a cavallo fra la tradizione zingara europea, lo swing d’oltreoceano e la canzone d’autore
italiana, si produce un’alchimia nuova ed originale, un suono che strizza l’occhio al mediterraneo, fra il
filologico e l’innovativo, fra la ricerca stilistica e la creazione, aspetti questi che pongono lo swingtet per
continuità, curriculum e discografia come uno dei gruppi di riferimento europei. L’ingresso del clarinettista
Nico Gori, conosciuto a livello internazionale, conferisce alla formazione un notevole valore aggiunto.
Maurizio Geri ha da sempre orientato la sua ricerca strumentale e musicale verso il magistero del grande
Django, e lo ha fatto al meglio, frequentando e studiando la musica e i musicisti manouche, suonandoci
insieme, vivendoci a contatto e imparando da loro, ma senza rinunciare a se stesso e alle proprie radici. Ha
cioè praticato la lezione di Django non solo sulla chitarra e sul repertorio, ma soprattutto in quella dialettica
tra originalità e adesione che ha fatto del grande Reinhardt un modello insuperabile ed indiscutibile per
intere generazioni di musicisti europei. Clarinettista e sassofonista di eccellenza assoluta, Nico Gori vanta
collaborazioni, concerti ed incisioni discografiche a fianco di Stefano Bollani, Paolo Fresu, Renzo Arbore,
Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Fred Hersch, Gianluca Petrella, Caetano Veloso, Manu Katche, Daniele Sepe,
Rossana Casale, Drusilla Foer, Petra Magoni e moltissimi altri.
CAPPELLA PAZZI
19:45 + 21:20 + 22:30
Live: “Naom”
Nazareno Caputo: vibrafono, marimba, percussioni
Omar Cecchi: batteria, konnakkol, percussioni
Naom è un percorso di condivisione umana e musicale nato da una serie di domande poste relativamente
al fare musica ed al suo significato. Partendo dal nostro essere musicisti nella società occidentale
contemporanea e nel mondo globalizzato, delle nostre radici culturali-musicali in buona parte individuabili
nella cultura musicale eurocolta nella quale siamo cresciuti, in quale relazione stiamo e che ruolo hanno per
noi le culture musicali più lontane cronologicamente e geograficamente? Il viaggio di Naom si sviluppa
proprio attorno a questi interrogativi umani. Facendo tesoro delle nostre personal esperienze e portandole
a un incontro, elaboriamo concetti desunti dalla musica ancestrale del subcontinente indiano, matrice di
molti elementi culturali-musicali di estremo interesse e dall’esperienza jazzistica, più contemporanea, ma
che ingloba, innovandoli, elementi arcaici. La musica dei Naom traccia così una possibile via di
comunicazione e scambio tra culture, valorizzando e dando un significato a caratteristiche specifiche che
rischiano di perdersi nel processo di coagulazione della società globalizzata. Gli strumenti utilizzati sono
esclusivamente strumenti a percussione, che ci radicano ad un fare musica artigianale e che, dopo la voce e
il corpo, sono i più ancestrali. Nell’idea di produzione del suono legata alla materia fisica e con l’intento di
esplorare la ricchezza del mondo delle percussioni, i Naom lavorano in maniera esclusivamente analogica,
senza interventi elettronici o tecniche di sovraincisione. Al set delle tastiere a percussioni classiche
(marimba e vibrafono) infatti si aggiungono dei campane che aprono al mondo della microtonalità, e in
modo analogo il set di batteria /percussioni non intonate è concepito in modo “melodico-armonico”, anche
Trending
- U.S. Support for Georgian People
- Statement on Romania’s Presidential Elections
- Macron esclude le dimissioni mentre il Governo Barnier è a rischio di crollo
- USA, la sottocommissione COVID speciale: “Nessuna giustificazione scientifica per le chiusure prolungate delle scuole”
- Agenzia regionale 1441.24 protezione civile meteo allerta arancione
- Oscar dell’Innovazione, premio ANGI: a Roma il gotha delle istituzioni e delle imprese italiane
- Camera dei deputati: Agenda di domani giovedì 5 dicembre
- Camera dei deputati: Capigruppo, Riorganizzazione lavori
- Acting Under Secretary Bass’ Meeting with Moldovan Foreign Minister Popsoi
- Premio Angi, Oscar dell’Innovazione: premiato Carlo Rodomonti di Rai Cinema