(AGENPARL) – mar 10 settembre 2024 Comando Provinciale Carabinieri Palermo
Palermo, 10 settembre 2024
COMUNICATO STAMPA
COMMEMORAZIONE 43° ANNIVERSARIO DELL’UCCISIONE DEL
MARESCIALLO MAGGIORE, M.O.V.C. “ALLA MEMORIA” VITO IEVOLELLA
Oggi ricorre il 43° anniversario dell’uccisione del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Medaglia
d’Oro al Valor Civile “Alla Memoria” Vito IEVOLELLA.
Alle 09:30, in piazza Principe di Camporeale, alla presenza delle massime Autorità civili e militari,
di una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri e di altre associazioni
combattentistiche e d’Arma, sono state deposte tre corone.
La prima da parte del Prefetto, il dott. Massimo Mariani, del Generale di Divisione Giuseppe Spina,
Comandante della Legione Carabinieri Sicilia e della prof.ssa Lucia Assunta Ievolella, figlia del
caduto, la seconda corona da parte dall’avvocato Alessandro Dagnino, Assessore all’Economia
della Regione Siciliana e infine, l’ultima, da parte del dott. Pietro Alongi, Assessore alle Politiche
ambientali e transizione ecologica del comune di Palermo.
Durante la cerimonia sono stati ricordati alcuni cenni biografici del Mar. Magg. Vito Ievolella ed è
stata data lettura della motivazione con la quale il Presidente della Repubblica ha concesso al
caduto la Medaglia d’Oro al valor Civile “Alla Memoria”.
Successivamente, alle ore 10:00, presso la chiesa Santa Maria Maddalena, all’interno del Comando
Legione Carabinieri Sicilia, il cappellano militare Don Salvatore Falzone, ha celebrato una messa in
suffragio del caduto.
Al termine della funzione religiosa è intervenuto il Generale Spina che, con le sue parole, ha
dedicato al Mar. Magg. Vito Ievolella un commosso ricordo, sottolineando come il 10 settembre
non potrà mai essere dimenticato, in quanto rientra tra quelle date che, come possono confermare le
vittime di mafia, non finiscono mai. Certo si trasformano in un processo di elaborazione del lutto
che, nel caso di delitti così cruenti, così crudi, richiedono un percorso molto lungo e delicato, ma
aldilà di questo, rimane un vuoto incolmabile nel tempo. L’Alto Ufficiale ha proseguito ricordando
il decorato quale grande investigatore, stimatissimo dall’autorità giudiziaria, che aveva con il suo
operato delineato gli obiettivi della nuova mafia e, in particolare, l’interesse per il traffico delle
sostanze stupefacenti. Il Comandante della Legione ha infine espresso la profonda vicinanza
dell’Arma dei Carabinieri alla figlia del caduto, Lucia Ievolella, ricordando le parole di
quest’ultima, che ha definito suo padre uno spirito libero, che aveva due compagni di viaggio, il
senso del dovere e il senso dello Stato.
NOTE BIOGRAFICHE DEL MARESCIALLO VITO IEVOLELLA
Il Mar. Magg. Vito Ievolella nacque a Benevento il 4 dicembre 1929. Si arruolò nell’Arma come
Carabiniere nel 1948. Nel biennio 1958-1959 frequentò il Corso Allievi Sottufficiali della Scuola di
Firenze, al cui termine venne assegnato alla Legione di Palermo, prestando servizio nel capoluogo
presso le Stazioni urbane “Centro”, “Duomo” e “Falde”, la cui caserma è oggi intitolata alla sua
memoria. Nel 1965, venne trasferito al Nucleo Operativo del Gruppo di Palermo dove svolse
complesse indagini, rese ancora più ardue dalle condizioni ambientali caratterizzate da tradizionale
omertà.
Il 10 settembre 1981, il Maresciallo Ievolella, a bordo della propria autovettura Fiat 128 con la
moglie Iolanda, nell’attesa della figlia Lucia, impegnata in una lezione di scuola guida, venne
freddato da sicari di Cosa Nostra in Piazza Principe di Camporeale, a Palermo.
All’agguato parteciparono quattro killer, armati di pistole calibro 7,65 e fucili caricati a pallettoni,
che, appena scesi da una Fiat Ritmo rubata, fecero fuoco in direzione del Maresciallo. Nell’occorso,
la moglie riportò una leggera ferita alla regione sopraccigliare destra. Il mezzo usato dai killer fu
dato alle fiamme e poi abbandonato in via Caruso, dove fu ritrovato dai Carabinieri. Fu chiaro
immediatamente che l’assassinio del Maresciallo Ievolella era da inquadrare in un programma
mafioso teso all’eliminazione di quanti si opponessero all’espansione degli interessi criminali.
Il Maresciallo Ievolella era molto noto negli ambienti investigativi dell’Arma e tra i Magistrati per
le sue capacità professionali, per l’impegno investigativo e per la determinazione nel fare luce, tanto
sul delitto comune, quanto su quello mafioso. Il valore e l’impegno nell’attività investigativa, gli
erano valsi sette encomi solenni e quattordici lettere di apprezzamento del Comandante Generale
dell’Arma. Da parte della stampa, aveva ricevuto appellativi come “segugio temuto dai boss” e
specialista in casi difficili”.
Al Maresciallo Ievolella, il Capo dello Stato ha concesso la Medaglia d’Oro al Valore Civile con la
seguente motivazione:
“Addetto a Nucleo Operativo di Gruppo, pur consapevole dei rischi a cui si esponeva, si
impegnava con infaticabile slancio ed assoluta dedizione al dovere in prolungate e difficili indagini
– rese ancora più ardue dall’ambiente caratterizzato da tradizionale omertà – che portavano
all’arresto di numerosi e pericolosi aderenti ad organizzazioni mafiose. Proditoriamente fatto
segno a colpi d’arma da fuoco in un vile agguato tesogli da quattro malfattori, immolava la vita ai
più nobili ideali di giustizia e di grande eroismo”. Palermo, 10 settembre 1981.
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