
Ah, il fascino degli immobili ante ’67: quei leggendari palazzi che ci raccontano storie di tempi passati, quando la burocrazia era un’opzione e la conformità edilizia era un concetto nebuloso. Ebbene, con la sentenza n. 25021 del 7 ottobre 2019, la Corte di Cassazione ha deciso di farci un bel regalo, illuminandoci con il suo principio di diritto che stabilisce la nullità degli atti traslativi di immobili non conformi alle normative edilizie. Peccato che questo “nuovo ordine” stia scatenando un vero e proprio terremoto nel mondo delle compravendite immobiliari degli immobili ante ’67, con il Tribunale di Roma – Sezione esecuzioni immobiliari – che, con il suo consueto spirito ribelle, sembra decidere di ignorare la sentenza e di continuare a vendere immobili come se nulla fosse.
Immaginate il momento in cui le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, quasi con aria profetica, hanno dichiarato che la divisione di una comunione, sia essa ereditaria o ordinaria, deve rispettare le normative edilizie. La Corte, con la sua decisione, ha stabilito che un immobile abusivo o non a norma non può essere oggetto di divisione senza incorrere nella nullità dell’atto traslativo. In altre parole, l’immobile deve essere in perfetto ordine urbanistico, altrimenti, addio vendita e benvenuto annullamento.
E mentre la Cassazione, con aria solenne, lancia il suo messaggio di legalità e conformità edilizia, il Tribunale di Roma – Sezione esecuzioni immobiliari sembra aver deciso di prendere il messaggio in modo un po’ creativo. Ecco che i giudici romani, forse attratti dalla nostalgia di un’epoca in cui la regolarità edilizia era una questione opzionale, continuano a trattare le compravendite di immobili ante ’67 con una disinvoltura degna di un contorsionista.
Gli atti di vendita continuano a essere eseguiti come se la sentenza n. 25021 fosse solo un suggerimento, piuttosto che una sentenza vincolante. Ma non preoccupatevi, cari acquirenti di immobili ante ’67: è solo una piccola deviazione dalla legge che, chissà, potrebbe farvi guadagnare un immobile storico con una marcia in più… o con una multa per costruzione abusiva.
Ma, naturalmente, il vero divertimento sta nel tentativo di conciliare l’esigenza di regolarità edilizia con le pratiche di compravendita di immobili costruiti in epoche in cui la conformità era, a dir poco, un optional. E così, in una danza frenetica tra passato e presente, il Tribunale di Roma – Sezione esecuzioni immobiliari – sembra invitare tutti a partecipare al ballo delle “trascrizioni d’epoca” dove i documenti di regolarità edilizia sono spesso sostituiti da frasi tipo “Non preoccuparti, è tutto a posto!”
La domanda che ci si pone è: stiamo assistendo all’inizio di una nuova era di sogni e illusioni immobiliari, in cui gli immobili ante ’67 possono essere venduti e comprati senza preoccuparsi troppo delle noiose normative edilizie? O, forse, stiamo solo attraversando una fase di disobbedienza giuridica che, si spera, verrà presto corretta?
In ogni caso, ciò che è certo è che il conflitto tra il rigore della Cassazione e la flessibilità del Tribunale di Roma – Sezione esecuzioni immobiliari crea un palcoscenico piuttosto divertente per tutti coloro che sono coinvolti nel mercato immobiliare. Ma attenzione, se pensate di acquistare un immobile ante ’67 a Roma, preparatevi a un’avventura giuridica che potrebbe richiedere tanto coraggio quanto pazienza. E, forse, anche un pizzico di ironia.