A quanto risulta da fonti ben informati il 20 settembre 2024, in occasione dell’anniversario della Breccia di Porta Pia del 1870, Antonio Seminario, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI), terrà un discorso che si preannuncia di grande rilievo. Oltre a commemorare l’unità d’Italia e la fine del potere temporale dei Papi, Seminario annuncerà l’espulsione di sei membri del GOI, tra cui Leo Taroni e Silverio Magno, accusati di aver offeso il buon nome dell’organizzazione massonica. Questo evento è destinato a scuotere profondamente la comunità massonica italiana, già attraversata da tensioni interne.
Un discorso nell’ombra della Breccia di Porta Pia
La data del 20 settembre ha un forte significato storico per l’Italia. Quel giorno, nel 1870, con la Breccia di Porta Pia, l’esercito italiano completò la presa di Roma, ponendo fine allo Stato Pontificio e segnando l’ultima tappa dell’unificazione italiana. Il potere temporale dei Papi venne spazzato via, e Roma divenne la capitale d’Italia. È in questo contesto simbolico che Antonio Seminario pronuncerà un discorso che annuncia una serie di espulsioni clamorose, in un momento di profondo dissenso interno al GOI.
Seminario e la gestione della crisi interna
Dopo dieci anni di leadership di Stefano Bisi, Antonio Seminario, ritenuto il suo erede politico e strategico, ha iniziato a riaffermare la sua autorità riattivando quello che viene definito il “meccanismo dei processi massonici”. Questo strumento disciplinare interno ha colpito duramente i principali avversari politici di Seminario, riuniti intorno all’imprenditore ravennate Leo Taroni. Si tratta di un segnale evidente della determinazione del nuovo Gran Maestro Aggiunto nel mantenere la coesione e l’integrità del GOI, in un momento in cui le divergenze rischiano di spaccare l’organizzazione.
Leo Taroni, al centro del gruppo dissidente, è visto come una delle principali figure di opposizione all’attuale gestione del GOI. Insieme a Silverio Magno, notaio messinese e già avversario di Bisi nelle elezioni del 2014, ha dato vita a un movimento critico che spera di sottrarre al GOI circa 4.000 fratelli, provocando una frattura interna dalle conseguenze potenzialmente devastanti.
La tavola d’accusa contro Silverio Magno
Uno degli episodi più significativi che hanno portato alla decisione di espellere Silverio Magno è avvenuto lo scorso 9 maggio, quando il notaio messinese ha ricevuto una “tavola d’accusa”. Questo è il termine con cui i massoni indicano l’apertura di un procedimento disciplinare, il quale segna ufficialmente l’inizio di un processo volto a determinare violazioni del codice massonico.
La vicenda di Magno e Taroni, come quella degli altri quattro fratelli coinvolti, sembra aver accelerato la volontà di Seminario di agire in modo deciso e rapido per evitare che il dissenso si trasformi in una scissione di massa. La velocità con cui è stato gestito il procedimento è insolita, specialmente se paragonata a casi storici simili, e segna un cambio di rotta rispetto alle tradizionali dinamiche di mediazione all’interno della massoneria italiana.
La resa di Giulio Nigro?
Nel frattempo, tra i corridoi del Vascello – la storica sede del GOI a Roma – circolano voci secondo cui Giulio Nigro, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato, potrebbe presto cedere il passo. Se confermata, la sua resa rappresenterebbe un’ulteriore vittoria per Seminario e la sua linea politica, rafforzando la leadership centrale e rendendo ancora più evidente la fine di una fase storica caratterizzata da contrasti interni.
Un parallelo storico: il processo a Jacques de Molay
Il clima all’interno del GOI ricorda un altro celebre processo storico: quello di Jacques de Molay, l’ultimo Gran Maestro dei Templari. De Molay venne processato per sette anni e alla fine arso vivo a Parigi, davanti alla cattedrale di Notre Dame, segnando la fine dell’Ordine del Tempio. Anche se i tempi e i contesti sono diversi, il processo contro Taroni e Magno evoca simbolicamente quel drammatico capitolo storico, suggerendo che il GOI stia attraversando un periodo di profonda crisi che richiede decisioni drastiche.
Un nuovo capitolo per la massoneria italiana
Il discorso di Antonio Seminario del 20 settembre potrebbe segnare l’inizio di un nuovo capitolo per il Grande Oriente d’Italia. Mentre si celebra un evento che ha unito l’Italia sotto un unico vessillo, il GOI si trova ad affrontare la sfida di mantenere la propria unità di fronte a una minaccia interna che rischia di provocare una scissione storica. La figura di Seminario, con il suo piglio deciso e la sua determinazione a non tollerare alcun attacco all’integrità del GOI, sarà cruciale nel determinare se l’ordine massonico più influente d’Italia saprà uscire rafforzato da questa crisi o se invece dovrà affrontare un’epoca di turbolenze e divisioni.