(AGENPARL) – sab 10 agosto 2024 Il riconoscimento da parte del Dipartimento Agricoltura, con l’assessore
Cicala, dello stato di calamità naturale per i territori della provincia di
Matera e del Metapontino, colpiti da una violenta grandinata lo scorso 2
luglio, raccoglie la nostra sollecitazione e pertanto è un provvedimento
importante. Così Giuseppe Stasi presidente Cia-Agricoltori Matera
esprimendo un giudizio positivo sull’attivazione di un bando con dotazione
di circa 2 milioni di euro e con una intensità di aiuto pari al 100 per
cento della spesa sostenuta. “Lo scorso anno – aggiunge – è stato uno
degli anni peggiori per ciò che attiene agli eventi climatici estremi,
anche in Basilicata. E i primi sette mesi di quest’anno non lo sono da
meno, sino alla più recente tromba d’aria del 4 agosto che si è abbattuta
su Bernalda ed aree limitrofe. Dobbiamo fare i conti con frequenti eventi
calamitosi. Cia-Agricoltori Italiani, per questo, torna a ribadire le
proprie preoccupazioni per le criticità che riguardano il Fondo Agricat,
uno strumento per la gestione dei rischi in agricoltura inserito
dall’Italia nella nuova PAC. Le risorse economiche del Fondo derivano in
parte dai fondi comunitari e in parte dal prelievo del 3% dell’importo
dell’aiuto diretto (PAC) che viene riscosso dagli imprenditori beneficiari.
Cia rileva come si tratti di un prelievo che rappresenta un ulteriore
aggravio finanziario in capo alle aziende, peraltro nell’ambito di un
sistema piuttosto farraginoso e complicato la cui efficienza effettiva
resta ancora tutta da valutare. “Bisogna modificare il decreto legislativo
102/2004, istituire un nuovo e più corposo fondo nazionale per i danni da
calamità naturali, prevedere un più ampio e agevolato accesso alla
copertura assicurativa per le imprese agricole danneggiate da eventi
estremi”, aggiunge Stasi. “Inoltre, occorre semplificare le procedure
burocratiche per permettere, ad aziende e lavoratori, di usufruire
nell’immediato degli aiuti previsti. È drammatico quanto sta succedendo
negli ultimi anni, ma le istituzioni, al di là delle parole, fanno come se
nulla fosse cambiato. La nostra proposta è di costituire un fondo
assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle
crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale e in parte dai
fondi del CSR. Non possiamo più permetterci che i sacrifici di una vita
vengano annientati dalle calamità. I cambiamenti climatici in atto devono
spingerci a una approfondita e seria riflessione, che non si limiti al
momento dell’emergenza, ma sia utile a predisporre misure strutturali in
grado di salvaguardare il patrimonio agricolo”.
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