(AGENPARL) – ven 09 agosto 2024 PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Tivoli
Il Procuratore della Repubblica
COMUNICATO STAMPA
(ai sensi dell’art. 5, comma 1, d.lgs. n. 106/2006, come introdotto dall’art. 3 d.lgs. n. 188/2021)
FEMMINICIDIO FONTE NUOVA – CONVALIDATO IL FERMO – APPLICATA LA
CUSTODIA IN CARCERE PER OMICIDIO VOLONTARIO PLURIAGGRAVATO –
PROSEGUONO LE INDAGINI.
INDAGINI IN CORSO PER IL FEMMINICIDIO DI FELICI LUCIA (nome già diffuso sulla
stampa) AVVENUTA OGGI IN MATTINATA A CASTELNUOVO DI PORTO, L’UOMO
INTERROGATO HA AMMESSO I FATTI – DECRETO DI FERMO EMESSO DAL PM
RIFLETTERE SULLE RAGIONI DEI FEMMINICIDI, EVITABILI SPESSO SE IL
CONTESTO (FAMILIARI, AMICI, ISTITUZIONI ETC.) NON RIDIMENSIONA LE
VIOLENZE (FISICHE, PSICOLOGICHE, ECONOMICHE) E I SEGNALI DI RISCHIO E
DI CONTROLLO DELL’UOMO SULLA DONNA – LA DENUNCIA COME TUTELA
DELLA VITTIMA – L’IMPORTANZA DI RIVOLGERSI A UN CENTRO ANTI VIOLENZA
O A UN AVVOCATO SPECIALIZZATO.
Sul femminicidio commesso il 6 agosto 2024 in Fonte Nuova
Si comunica, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase
del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al
fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente riconosciuto (indicando anche i nominativi di
indagato e persona offesa perché già noti) che su richiesta della Procura di Tivoli il Giudice per le
indagini preliminari del locale Tribunale ha disposto la custodia in carcere di OSSOLI
aggravanti:
– aver commesso il fatto in danno della moglie;
del reato di cui agli artt. 61 nr. 1), 5), 575, 577 commi 1 nr. 3) e 2 c.p. perché dopo aver atteso che la moglie MORELLI
Annarita salisse all’interno della propria autovettura, si avvicinava furtivamente all’automobile nel mentre la vittima stava
effettuando una manovra per uscire da un parcheggio e, senza farsi notare, esplodeva un colpo d’arma da fuoco che attingeva
la MORELLI all’altezza della spalla sinistra, posteriormente, tra il deltoide e la radice dell’arto superiore di sinistra cagionandole
una ferita al tronco da cui derivava la sua morte. ..
Fatto commesso in Fonte Nuova il 6 agosto 2024.
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TIVOLI
aver agito con premeditazione (avendo maturato il proposito criminoso in data 4 agosto 2024
ed essendo partito dal proprio appartamento sito in altra regione, Norcia, la mattina del 6 agosto
2024, portando con sé la pistola Beretta calibro 7,65, con lo specifico intento di uccidere la
moglie);
aver commesso il fatto per motivi abietti (avendo ucciso la moglie in quanto non intendeva
“perdere” il controllo sulla vita, l’autonomia e l’indipendenza di questa allorché la persona offesa
si era decisa a sottrarvisi, menzionando una presunta relazione sentimentale con altra persona e
la volontà di portare a termine la separazione legale, non tollerando più la protratta limitazione
della sua libertà di decidere della propria vita con scelte autonome e che lo determinavano a
“punire” la moglie togliendole la vita);
aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare
la privata difesa (avendo sparato alla moglie nel mentre la stessa si trovava alla guida della sua
autovettura nell’atto di effettuare una manovra, non consentendole alcuna reazione).
Da parte della Procura e della polizia giudiziaria che sta conducendo le indagini va
immediatamente il rispetto per il dolore dei figli della donna.
Si legge nell’ordinanza, che ha riconosciuto tutte le aggravanti contestate, emessa al termine
dell’udienza di convalida in cui l’indagato si è avvalso, come suo diritto, della facoltà di non rispondere:
“La raccolta indiziaria appare imponente, costituendo un vero e proprio impianto probatorio di indiscutibile solidità con
riguardo alla fattispecie di reato come contestata dal PM, imperniato sullo sfondo della quasi flagranza nella quale OSSOLI
Domenico è stato colto, con l’arma utilizzata per uccidere la moglie nel borsello, dai militari, immediatamente accorsi a
seguito dell’allarme del tabaccaio presso il quale l’indagato si era recato subito dopo aver sparato a MORELLI Annarita.
Il versante cautelare non può, evidentemente, non risentire non solo dell’enormità del gesto, ma della fredda e lucida
determinazione che ha sorretto il procedimento volitivo: l’OSSOLI ha evidentemente accumulato nei riguardi della vittima
una carica di violento e rabbioso risentimento, che è venuta ad esplosione il 6 agosto scorso, quando l’indagato partiva da
Norcia, portando con sé la pistola carica, con il chiaro intento di uccidere la povera MORELLI che attingeva, a bruciapelo,
con un colpo all’altezza della spalla mentre la donna stava facendo una manovra con la sua vettura.
L’individuo, pertanto, è capace e incline a gesti della massima pericolosità, che adotta freddamente, con premeditazione, e
per futili motivazioni, rilievo che non può non istituire esigenze di tutela sociale di spessore particolarmente qualificato e della
massima intensità, tali da rendere inevitabile il ricorso al più efficace e garantito contenimento che solo la custodia
inframuraria può fornire”2.
2 Si legge, inoltre,
“…Quest’ultimo, ancora convivente con la madre, dichiarava che da tempo i suoi genitori non andavano più d’accordo, tanto
che tra i due era in corso una causa di separazione. Il padre, pur essendosi trasferito in un’abitazione di Ocricchio, frazione di
Norcia, ogni due o tre mesi tornava, senza dare alcun preavviso, nell’abitazione di Tor Lupara dove dormiva in una stanza
separata da quella della moglie, come accaduto anche tra la fine di luglio ed i primi giorni di agosto, precisando che il padre se
ne era andato da casa circa tre giorni prima. In occasione dei pernottamenti del padre a Tor Lupara si verificavano di frequenti
litigi tra i suoi genitori, per lo più per ragioni di carattere economico, in quando il padre accusava la madre di avergli sottratto
del denaro (tali liti “erano accese verbalmente ma non in maniera fisica. Anni addietro prima della separazione in maniera anche fisica. Mio
padre è sempre stato violento”), e durante queste liti il padre in alcune occasioni aveva minacciato di morte la madre. L’O G.,
inoltre, aggiungeva che il padre era solito controllare la madre in ogni suo spostamento, come dimostrato dal rinvenimento di
un GPS all’interno della sua autovettura alcuni anni addietro (“posso dire che continua tutt’ora a controllarla, perché sapeva i suoi
movimenti e glieli faceva notare durante i litigi. Diceva di sapere anche delle spese sostenute da mia madre anche se non so come ne veniva a conoscenza.
Probabilmente la seguiva utilizzando qualcosa o qualcuno. Questo sentore l’ho avuto da sempre”). O. A confermava che i litigi tra i genitori
erano da ricondurre per lo più a ragioni economiche, in quanto il padre accusava la madre di avergli sottratto circa 20 milioni
di lire (circostanza a cui lo stesso OSSOLI non aveva mai creduto). Le aggressioni del padre nei confronti della madre erano
per lo più di natura verbale, anche se in passato si erano verificate anche aggressioni fisiche (“Le liti erano verbali ma specialmente
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Infine, il Gip non ha convalidato il fermo ritenendo che non vi fosse pericolo di fuga.
Proseguono le indagini coordinate dalla Procura e condotte dai Carabinieri della Compagnia di
Monterotondo, per delineare tutti i particolari dell’assassinio avendo particolare cura di
approfondire le ragioni e le cause prestando attenzione alla condotta e alla personalità
dell’indagato (l’unico in grado di fornire una versione, non avendo parola la vittima) e alla sua
determinazione omicidiaria come emersa, non potendo darsi credito a quelle che, ad avviso della
Procura, appaiono ordinarie modalità di difesa, screditando la vittima e facendo apparire
l’azione come causa della condotta, peraltro legittima, della donna (scelta di separarsi
legalmente o interrompere la relazione, questioni economiche, mancanza di riconoscimento del
ruolo dominante e di supremazia dell’uomo).
Sul femminicidio Felici Lucia avvenuta nella mattinata odierna in Castelnuovo di Porto
Sulla morte di Felici Lucia (del 1948), sposata con Alfano Carmine (n. 1941), i cui nomi sono stati diffusi
dalla stampa, il PM del Gruppo Violenza di genere e ai danni delle donne sta svolgendo da stamani serrate
indagini coadiuvato dai carabinieri della Compagnia di Bracciano e della Stazione di Castelnuovo di Porto.
L’uomo è stato interrogato alla presenza del difensore e ha ammesso il fatto. Il PM ha emesso decreto di
fermo per omicidio aggravato.
Sono in corso ulteriori indagini.
negli anni passati ho assistito a liti che sono sfociate in aggressioni fisiche da parte di mio padre. Per lo più erano spintoni e strattonamenti”). L’O.
A. aggiungeva che il padre era anche geloso nei confronti della madre, avendo maturato la convinzione che quest’ultima lo
avesse tradito (“diversi anni fa mio padre mi ha fatto capire di seguire mia madre tramite un dispositivo, presumo GPS, che aveva installato
nell’autovettura della stessa. Non ricordo se l’abbiamo trovato o meno”). Anche O. M,. confermava le dichiarazioni rese dai fratelli in
ordine alla gelosia del padre e alle liti per motivi economici, aggiungendo che l’indagato era radicalmente contrario alla scelta
della MORELLI di separarsi, al punto di aver avuto delle discussioni anche con i figli perché, a suo dire, non esercitavano
sufficienti pressioni sulla madre per convincerla a cambiare idea; aggiungeva che il principale timore del padre era quello di
non poter più tornare nella sua abitazione di Tor Lupara, qualora l’abitazione fosse stata assegnata alla moglie. A dimostrazione
dell’ossessione per la scelta della MORELLI di separarsi. O A riferiva che il padre in alcune occasioni aveva proferito in loro
presenza testuali parole “piuttosto l’ammazzo ma non le do la separazione”. Il PM procedeva, quindi, all’interrogatorio di OSSOLI
Domenico, in presenza del difensore d’ufficio nominato e l’indagato confermava di essere partito intorno alle cinque del
mattino del 6 agosto da Norcia, con lo specifico intento di venire a Fonta Nuova per sparare alla moglie (“si sono partito da
Norcia con l’idea di sparare a mia moglie”). In particolare, dichiarava di aver parcheggiato la sua autovettura nei pressi dell’hotel La
Brocca e di essersi recato a piedi, intorno alle 9:00, in direzione del tabaccaio dove sapeva che la moglie era solita andare a
giocare. Dopo aver atteso per circa 15 minuti, aveva visto la MORELLI salire in macchina e cominciare a fare manovra per
andarsene e si era avvicinato all’autovettura e, senza proferire parola, aveva sparato da distanza ravvicinata un colpo d’arma
da fuoco in direzione della donna.
L’OSSOLI dichiarava che il suo intento era quello di colpire la moglie sulle gambe (“per metterla su una carrozzina”) e di averla
inavvertitamente colpita all’altezza della spalla a causa della manovra che la moglie stava facendo in quel momento. Subito
dopo essersi reso conto che la moglie si era accasciata, si era recato all’interno del tabaccaio dove aveva chiesto di chiamare la
“Croce Rossa ed i Carabinieri”. Dichiarava, poi, che il motivo dell’omicidio era da ricondurre sia a questioni economiche, che
alla sua gelosia nei confronti della donna, che era solito pedinare a sua insaputa, avendo collocato circa 4 giorni prima un GPS
all’interno dell’autovettura (come già aveva fatto in passato), registrando anche le sue conversazioni. Raccontava il prevenuto,
che nel corso della sera di domenica 4 agosto 2024, ultimo giorno in cui aveva visto la moglie prima dell’omicidio, quest’ultima
gli aveva sputato in faccia invitandolo a trovarsi un’altra donna, confessandogli che lei ormai aveva intrapreso una nuova
relazione con un altro uomo.
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SULLE RAGIONI DEI FEMMINICIDI
Indipendentemente dai casi oggi trattati dalla Procura, occorre rappresentare che i frequenti
femminicidi (Per l’ISTAT nel 2022, nell’ambito di relazioni, 106 donne uccise da uomini, 6
uomini uccisi da donne) avvengono quando ormai la Procura della Repubblica e la polizia
giudiziaria non possono che accertare l’avvenuto delitto e perseguire il responsabile. L’unico
strumento preventivo rispetto ai femminicidi è quello di un’attenzione costante e adeguata da parte del
“contesto”. L’esperienza (e l’indagine svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul
femminicidio della XVIII legislatura ed anche il documento della Procura generale della Corte di
cassazione “Orientamenti in materia di violenza di genere del 3 maggio 2023 e del 9 gennaio 2024)
dimostrano che spesso sono note soprattutto “al contesto” le violenze (fisiche, psicologiche,
economiche), le modalità controllanti dell’uomo sulla donna – che precedono quasi sempre questo delitto
-, la separazione in atto o recente non accettata dall’uomo.
Tali circostanze se prontamente denunciate possono prevenire più gravi azioni, anche nell’interesse dello
stesso autore. Familiari, amici, sanitari (medici di famiglia, pediatri, Pronto soccorsi, ecc.), colleghi di
lavoro, ambiti associativi e istituzioni, quando non dotati di strumenti adeguati anche di carattere
culturale, non colgono i segnali, che pure ci sono, perché, inconsapevolmente, possono tendere a
ridimensionare, svalutare i fatti, scoraggiare le denunce delle persone offese, così creando un rischio per
la vittima ed un clima di impunità per l’autore che, per questo, continua nelle sue condotte non
ritenendole illecite, ma persino accettate socialmente.
E’, comunque, fondamentale rivolgersi, ai primi segnali, a un Centro Anti Violenza dotato di adeguate
professionalità o a un avvocato specializzato in questa specifica e complessa materia (si ricorda che la
legge prevede il pagamento del compenso a carico dello Stato), potendo così essere accompagnate nella
denuncia e sostenute nel corso del processo penale (e spesso in quello civile di separazione) così da
assicurare la doverosa tutela da parte delle istituzioni, oggi agevolata dalle leggi cd codice rosso (nn.
69/2019 e 168/2023).
Tivoli, 9 agosto 2024, rivisto alle ore 18,30
Il Procuratore della Repubblica f.f.
dott. Francesco Menditto
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