Oggi abbiamo il piacere di ospitare Marco Rizzo, una figura di spicco nella politica italiana e coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare. Con una carriera che abbraccia decenni di impegno politico e sociale, Rizzo ha sempre rappresentato una voce incisiva e critica nel panorama politico del nostro Paese. La sua visione della politica, le sue proposte e le sue critiche hanno spesso sollevato dibattiti accesi e offerto nuove prospettive sui temi più rilevanti della nostra società.
In questa intervista, avremo l’opportunità di approfondire le sue posizioni su questioni cruciali come la libertà di espressione, il conflitto nel Medio Oriente, la questione Ucraina, i rapporti Italia Cina e le Olimpiadi di Parigi. Discuteremo quindi delle sfide attuali che il nostro paese affronta e di come, secondo Rizzo, è possibile costruire un futuro più equo e inclusivo per tutti.
Prepariamoci a una conversazione stimolante e illuminante con uno dei protagonisti più controversi e influenti della scena politica italiana. Benvenuto, Marco Rizzo.
Libertà di espressione: “Marco Rizzo, quale ritieni sia la situazione attuale della libertà di espressione in Italia? Ci sono segnali preoccupanti che indicano una limitazione dei diritti dei cittadini di esprimere le proprie opinioni liberamente?”
Marco Rizzo. Con l’avvento delle piattaforme private, con i social che profilano gusti tendenze ed opinioni vendendole alle grandi multinazionali conservando soltanto l’impressione, di fatto, di un dibattito autentico e reale, la situazione della libertà d’espressione, nel nostro Paese, è ulteriormente peggiorata. Prima è venuto il controllo delle televisioni pubbliche e private attraverso la lottizzazione della politica, una pratica spartitoria in cui ognuno dei diversi partiti di governo che si sono succeduti nei decenni occupava i posti di comando nelle televisioni, decideva i programmi, dettava la linea d’informazione da seguire. Lo hanno fatto tutti. Oggi fanno ridere le ipocrite proteste di chi chiama la principale industria televisiva pubblica italiana Tele-Meloni dopo che per anni ( e con differenti governi sorretti dallo stesso partito di centrosinistra), quella stessa industria, la Rai, è stata TelePD. La sola differenza è che TelePD era ancora più capillare e pervasiva ed è durata per più tempo. Il problema di oggi è che il main-stream, ossia l’impostazione generale di sistema include destra e sinistra e segue un unico spartito su tutte le scelte centrali, dalla politica estera, alla politica industriale, sino all’energia. Uno spartito incoraggiato dalle piattaforme e dai loro padroni dei quali, i partiti, sono ormai fedelissimi servitori pubblici di interessi privati. A questo spartito e alle sue narrazioni tutti i media si conformano. Se, nella rete, qualcuno tenta di ribellarsi con una critica, viene censurato. Da chi? Dalle piattaforme private che bloccano chi esprime, legittimamente la propria opinione esercitando censure e limitazioni della libertà. E’ quello che è accaduto a Francesco Toscano e alla sua emittente, chiusa per aver mostrato un titolo di prima pagina di un giornale. Un atto di gravità inaudita. Mi chiedo se un’azienda privata possa avere la meglio sulla libertà di espressione nel nostro Paese, ancora garantita dalla Costituzione. Qualcuno dirà che YouTube è una piattaforma privata con le sue regole, ma è del tutto evidente che oggi la politica ed il pluralismo passano soprattutto attraverso le piattaforme social e quindi è impensabile, che senza la sentenza di un giudice, un privato possa promuovere un arbitrio di tale portata. La battaglia per la libertà di espressione è oggi, in questo senso, la principale battaglia per la libertà stessa nel nostro Paese.
Conflitto in Medio Oriente: “Recentemente, l’Iran ha minacciato vendetta per la morte di Haniyeh e si parla di un possibile conflitto più ampio in Medio Oriente. Qual è la tua valutazione della situazione e quali dovrebbero essere, secondo te, le priorità della diplomazia internazionale per evitare un’escalation?”
Marco Rizzo. L’escalation è legata alla spropositata reazione da parte di Israele nei confronti dei Palestinesi. Si è trattato di un vero e proprio massacro. Quarantamila morti. Decine di migliaia sono bambini. Pare che Israele non abbia limiti. L’uccisione del leader di Hamas, oltre ad avvenire in una capitale straniera come Teheran rappresenta la conferma che il governo israeliano vuole continuare la guerra, anche perché la leadership di fatto eliminata era quella con cui erano state avviate delle trattative. Se si uccide l’uomo con cui si sta trattando vuol dire che si vuole soltanto la guerra. L’allargamento del conflitto può essere spaventosamente ampio arrivando all’Iran, al Libano per poi toccare altre aree e coinvolgere le grandi potenze internazionali in un impegno bellico che, a quel punto, sarebbe mondiale. Io sono convinto che Israele non muova foglia senza che a volerlo siano gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono perfettamente in grado di esercitare una pressione sulle decisioni militari di Israele. Il gioco secondo cui gli Usa avrebbero un ruolo di moderazione del governo israeliano è, secondo me, una pura finzione. Speriamo che l’arrivo di Trump porti pace su tutti i fronti anche se sembra che Trump e Biden, sul Medio-Oriente la pensino esattamente alla stessa maniera. Speriamo non sia così.
F-16 in Ucraina: “Con l’arrivo dei primi F-16 in Ucraina e la cautela mostrata da Kiev, quale pensi sia il futuro del conflitto in corso? Quali sono le implicazioni di questa escalation militare per la stabilità dell’Europa e per l’Italia?”
Marco Rizzo. Risulta ormai chiaro che la guerra vera è tra la diade Stati Uniti-Nato e la Federazione Russia. L’accerchiamento della Russia dopo la caduta del blocco socialista è evidente e sotto gli occhi di tutti. Basta guardare una cartina geografica e verificare la mappa di progressiva espansione, nel corso degli anni, della Nato. Proviamo a pensare a cosa sarebbe accaduto se prima l’Hounduras, poi il Guatemala, poi il Messico fossero passati sotto l’egida dei sovietici con la possibilità di impiantare missili ai confini con gli Usa. Questi ultimi avrebbero certamente raso al suolo quei Paesi. Il problema del conflitto nell’area russo-ucraina nasce da una crisi dell’egemonia statunitense e dalla crisi del dollaro. La globalizzazione ha condotto nazioni come l’India, la Cina, Il Sudafrica, l’Arabia Saudita ad emanciparsi dal controllo occidentale e a trattare le proprie materie prime tra loro senza usare il dollaro come moneta di commercio internazionale. Ecco la vera ragione della crisi. I Paesi europei avrebbero potuto avere un ruolo di mediazione tra il mondo multipolare delle nuove potenze emancipate e quello unipolare a guida statunitense. Lo ha fatto la Turchia. Le classi dirigenti degli Stati d’Europa hanno scelto di seguire il modello a stelle e strisce e di assecondare la guerra come mezzo per risollevare le sorti dell’egemonia economica americana. Il prezzo che stiamo pagando è il tracollo delle nostre economie. L’Italia e l’Europa prendevano gas a basso costo dalla Russia, adesso prendono gas russo che passa dalla Tunisia e dall’Algeria a costi maggiori e prendono il gas americano che quando parte dagli Usa costa uno e quando arriva in Italia costa quattro. Gli effetti per la nostra piccola e media industria sono devastanti. Occorre che si riprendano le relazioni commerciali con tutti i Paesi del mondo e, anche per questo, è vitale la pace, prima possibile.
Relazioni Cina-Italia: “La Cina e l’Italia stanno approfondendo i legami attraverso la cooperazione culturale ed economica. Qual è la tua opinione su come questo partenariato possa influenzare la politica estera italiana e quali dovrebbero essere i punti chiave da tenere in considerazione per garantire che i nostri interessi nazionali siano protetti?”
Marco Rizzo. I rapporti con la Cina che ormai si appresta a diventare la prima potenza economica al mondo possono significare qualcosa di decisivo per l’Italia. Anche per questo giudico positivamente la visita della Meloni in Cina. In questa maniera è possibile fare degli accordi veri che mi paiono più concreti della Via della Seta somigliante ad una cornice abbastanza vuota. La Cina ha una classe media di quasi 300 milioni di persone che vogliono prodotti italiani, amano il lusso italiano. Per le nostre imprese piccole e medie potrebbero trarne un enorme vantaggio.
Violenza durante eventi sportivi: “Il recente incontro di boxe tra l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif ha richiamato l’attenzione dei media. Cosa ne pensi di questo episodio ?
Marco Rizzo. Credo che quanto avvenuto alle Olimpiadi sia paradigmatico di un violento mutamento dei costumi, studiato e voluto dalle multinazionali ed imposto dalla dittatura woke. Se una persona ha cromosomi xy vuol dire che è un uomo. Un uomo non può combattere contro una donna, perché il rischio per le atlete, specialmente negli sport di combattimento è altissimo. Il pugno di un uomo è da una volta e mezza a due volte quello di una donna. Si tratta di una violenza contro cui le stesse donne e le femministe dovrebbero ribellarsi, perché è un abominio. Sono totalmente contrario a porre i desideri di una minoranza nel senso comune di un’intera popolazione. I desideri non sono diritti. I diritti devono essere per tutti senza nessuna discriminazione. Il modo di vedere e percepire il mondo e la vita non deve però esserci imposto da minoranze strettamente collegate a multinazionali interessate a diffondere le loro merci e bisognose di masse sempre più desideranti di cui comprimono i diritti sociali.