
(AGENPARL) – gio 18 luglio 2024 effetti della siccità sulla vendemmia.
In allegato le foto a corredo e, di seguito, i link per scaricare i video:
Clip interviste e copertura senza sottopancia: https://we.tl/t-oZkeUFwAqF
Video montato con sottopancia (senza logo) https://we.tl/t-BPTyJVE5gd
*COMUNICATO STAMPA*
*VENDEMMIA A DUE FACCE TRA PALERMO E TRAPANI: **BUONE PREVISIONI DOPO
L’ANNO NERO DELLA PERONOSPORA, *
*MA LA DIGA TRINITÀ LASCIA A SECCO 5 MILA ETTARI. *
*PUGLIESI (CIA): “TERRITORIO IN CRISI, INVESTIRE RISORSE SU ALTRE FONTI DI
APPROVVIGIONAMENTO IDRICO”*
Palermo, 18 luglio – Un’annata in chiaroscuro, graziata dalla peronospora,
ma fortemente condizionata dalla siccità e dalle difficoltà – in alcune
zone – nella distribuzione di acqua per l’irrigazione dei vigneti. A pochi
giorni dall’avvio della vendemmia siciliana, la Cia Sicilia Occidentale fa
il punto sulle previsioni di raccolta di quest’anno: se in gran parte delle
province di Palermo e Trapani si va verso una vendemmia di qualità, con uve
sane, alcune aree sono invece in fortissima difficoltà e accusano perdite
che vanno dal 50 al 70 percento. È il caso dei circa 5.000 ettari di
terreni dell’areale mazarese servito dalla diga Trinità, dove in queste
settimane è stata garantita solo l’irrigazione di soccorso.
“Dopo il 2023 funestato dal massiccio attacco della peronospora – dichiara
Camillo Pugliesi, presidente della Cia agricoltori Sicilia occidentale, in
generale, registriamo e stimiamo quantitativi in lieve riduzione e una
buona qualità. Le conseguenze della siccità, in diverse zone, sono state
superate, in parte, anche dalla presenza dei laghetti privati, con le
limitate riserve idriche che con fatica si è riusciti ad accumulare. Ma
dobbiamo anche registrare le gravi perdite che accuseranno i terreni che
dipendono dalla diga Trinità. Un invaso che può essere utilizzato solo
parzialmente per i noti problemi che ormai lo accompagnano da anni e che
non sembrano di semplice soluzione. Dalle sue acque dipendono centinaia di
aziende che ora devono essere sostenute.
È fondamentale, quindi, aprire la discussione anche a nuove soluzioni, che
possano diventare strutturali, come l’utilizzo per uso agricolo delle acque
reflue dei centri abitati, o attivare con celerità le misure destinate alla
realizzazione di pozzi e laghetti aziendali, a cui l’Assessorato sta
lavorando attingendo ai fondi del PSR, in modo da non lasciare di nuovo a
secco migliaia di ettari che producono un’eccellenza della Sicilia”
In queste settimane il consorzio di bonifica sta cercando di tamponare
l’emergenza con l’irrigazione di soccorso: “Ma serve solo a mantenere in
vita le piante – spiega Matteo Paladino, vicepresidente della Cia Sicilia
Occidentale – non certo alla produzione. Qui tra Mazara e Castelvetrano c’è
grande rabbia e frustrazione, perché abbiamo avuto la possibilità di
mettere acqua da parte nella diga Trinità per due eventi piovosi tra aprile
e maggio, ma è stata invece sversata per problemi di sicurezza. Il
risultato è che oggi ci ritroviamo con una diga praticamente vuota, una
siccità che dura da un anno e mezzo e i nostri vigneti secchi. Chiediamo
alla politica che si interessi di questo territorio”.
“La produzione? Peggio di come sta andando… – racconta Tommaso Giglio,
produttore – veniamo dai gravissimi danni del 2023 causati dalla
peronospora e dal deficit di irrigazione. In primavera hanno buttato acqua
a mare per 45 giorni, noi ci siamo ostinati a coltivare questa terra, ma
senza irrigazione la vite non sopravvive. Abbiamo perdite del 70 percento e
non vediamo futuro per queste coltivazioni. Se lo Stato ci garantisce
l’acqua noi continuiamo a coltivare queste terre, altrimenti ce lo dicano
chiaramente e diamo i terreni al fotovoltaico e all’eolico. E qua diventa
un deserto”.
“La mancata gestione del bene acqua – aggiunge un altro produttore, Vito
Magaddino – sta avendo ripercussioni notevoli su cantine sociali, aziende
private, famiglie e tutto l’indotto. Di contro sono aumentati tutti i
costi. Questa provincia, che era tra le più vitate al mondo, oggi ha una
produzione che si va riducendo anno dopo anno. Per la sopravvivenza di
questo territorio l’irrigazione è fondamentale”.
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