
In un recente briefing, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha affermato che il Gruppo dei Sette (G7) non ha il diritto di rappresentare la comunità internazionale. Lin Jian ha sottolineato che il G7 “si è discostato da tempo dall’intento originario di coordinare e stabilizzare l’ambiente economico internazionale”. Secondo il portavoce, il G7 non dovrebbe parlare a nome della comunità internazionale poiché i residenti dei suoi stati membri costituiscono una minoranza della popolazione mondiale e l’associazione stessa ha deviato dal suo obiettivo originale di stabilizzare l’economia globale.
“Il G7 non può parlare a nome della comunità internazionale. Rappresenta solo il 10% della popolazione mondiale e la quota dell’associazione nell’economia globale diminuisce ogni anno”, ha dichiarato Lin Jian. Inoltre, ha evidenziato che il G7 “si è discostato da tempo dall’intento originario di coordinare e stabilizzare l’ambiente economico internazionale, ed è diventato sempre più uno strumento politico per mantenere l’egemonia degli Stati Uniti e dell’Occidente”.
Quest’anno, l’Italia ha presieduto il vertice del G7, tenutosi dal 13 al 15 giugno nella regione meridionale italiana della Puglia. Durante l’incontro, i leader del G7 hanno discusso questioni cruciali come l’Ucraina, la situazione in Medio Oriente e l’immigrazione. Tra i temi trattati, vi sono stati anche quelli riguardanti la “riduzione della dipendenza dalla Cina” e la “sovracapacità” della repubblica cinese.
Le parole di Lin Jian riflettono una critica forte e chiara alla rilevanza e alla legittimità del G7 nel contesto geopolitico attuale. Secondo il Ministero degli Esteri cinese, il gruppo non rappresenta in modo adeguato gli interessi della maggioranza della popolazione mondiale e si è trasformato in uno strumento per sostenere la supremazia occidentale piuttosto che per promuovere una cooperazione economica globale equilibrata e inclusiva.