
“L’Europa che vogliamo è quella della lealtà tra gli Stati membri, come previsto dai Trattati su cui è nata l’Unione delle democrazie di cui fa parte anche l’Italia.
Per questo, quando saremo a Bruxelles, ci impegneremo perché ci sia il reciproco rispetto tra i paesi membri sia per quanto riguarda le questioni doganali che quelle fiscali. Le prime rischiano di vanificare l’impegno del nostro Paese nel garantire ai propri cittadini la sicurezza degli alimenti che arrivano in tavola e il rispetto delle norme ambientali; le seconde sottraggono al nostro Sistema Paese importanti risorse di cui beneficiano altri Stati, come l’Olanda.”
Così ad AGRICOLAE il presidente della Comagri Camera, Mirco Carloni, in merito a quello che viene definito “Effetto Rotterdam”. Ovvero all’Olanda i cui porti sono utilizzati da molti Gruppi e Paesi extra Ue per introdurre in Europa prodotti che non supererebbero altrimenti i requisiti richiesti da nazioni come Italia, Francia e Spagna.
E proprio i Paesi Bassi, secondo alcuni studi riportati da organi di stampa, sottrarrebbero ogni anno circa 3 miliardi di euro al fisco italiano. Delle oltre 15mila società finanziarie speciali (“bucalettere”) presenti in Olanda solo 200 miliardi sono soggetti a tassazione, a fronte di un flusso di circa 4500 miliardi di euro annui.
Dunque un paradiso fiscale per tutte quelle multinazionali che fanno concorrenza alle nostre piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale della nostra economia e che garantiscono la tenuta sociale del paese e delle sue aree interne.
Non è più accettabile che ci siano paesi come l’Olanda che, attraverso il dumping fiscale e controlli molto meno severi rispetto a quelli che avvengono in Italia, introducano merci in Europa da parte di Stati che non rispettano le nostre stesse norme in materia di tutela ambientale, oltre che di sanità e di rispetto del lavoro. Questo è il motivo per cui un numero sempre crescente di multinazionali scelgono porti, come quello di Rotterdam, dove i controlli sono minori, andando a creare un vero e proprio problema di concorrenza sleale per le nostre imprese.
L’Europa per cui lavora la Lega è quella della tutela della libertà e della difesa dei nostri valori. Attraverso, prima di tutto, il buonsenso ma anche attraverso la lealtà, condizione imprescindibile perché una Comunità possa funzionare. Leggi uguali per tutti in futuro per un’Europa che sia meno demagogica e più ‘pulita’. E che faccia realmente il bene di tutti i propri cittadini e non soltanto di alcuni.”