(AGENPARL) - Roma, 16 Maggio 2024(AGENPARL) – gio 16 maggio 2024 *COMUNICATO STAMPA*
*Il CeAS ha bisogno della solidarietà della città di Milano per essere
ancora una volta Più forti dell’acqua*
*Il CeAS – Centro Ambrosiano di Solidarietà, con sede nel Parco Lambro di
Milano, è stato duramente colpito dall’alluvione del 15 maggio. Le 70
persone ospiti sono rimaste senza casa. Danni stimati in decine di migliaia
di euro.*
(foto in allegato)
*Milano, 16 maggio 2024* – L’*esondazione del Lambro* verificatasi
mercoledì 15 maggio *ha duramente colpito il CeAS – Centro Ambrosiano di
Solidarietà*, che ha sede nel parco Lambro di Milano. *La struttura si
trova ora sommersa* da oltre un metro d’acqua e *le 70 persone ospitate
hanno dovuto abbandonare le loro comunità* di accoglienza.
«*La situazione è gravissima* e non ci consente al momento di quantificare
precisamente i danni, ma da una prima ricognizione che è stata possibile,
dobbiamo constatare *danni per diverse decine di migliaia di euro*»,
spiegano operatrici e operatori del CeAS.
Ad andare perduti sono stati elettrodomestici e arredi delle comunità
residenziali, vestiti delle persone ospiti, attrezzature degli uffici,
impianti.
*Il CeAS, fondato dal Cardinal Martini nel 1986 e per anni guidato da don
Virginio Colmegna*, è un villaggio solidale che* offre accoglienza e aiuto
a 70 persone* *con diverse fragilità*: mamme sole con i loro bambini,
famiglie in emergenza abitativa, bambini e ragazzi, donne fragili, persone
con disagio psichico e dipendenze.
*Le persone ospiti del CeAS* sono state tutte evacuate e sono
temporaneamente accolte da una parrocchia del quartiere, ma *non potranno
rientrare nelle loro comunità per alcune settimane*. Il Centro Ambrosiano
di Solidarietà sta già cercando delle soluzioni alternative in vista dei
lavori di ripristino delle strutture.
*Già nel 2014 il Centro Ambrosiano di Solidarietà aveva subito i danni di
una grave alluvione* e ora si trova ancora una volta a dover
ricominciare: «*Facciamo
appello alla solidarietà di tutti i milanesi*, affinché le famiglie, i
bambini, i giovani e le donne nostre ospiti possano al più presto rientrare
nelle loro comunità, che sono la loro casa».
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