
Perché un convegno sulla leucemia acuta promielocitica?
La leucemia acuta promielocitica (APL) è diventata uno dei paradigmi del successo delle terapie a “bersaglio molecolare” ed è la forma di leucemia mieloide acuta che più ha beneficiato dei progressi legati alla terapia personalizzata. Questo è stato possibile a partire dall’identificazione della traslocazione cromosomica t(15;17), avvenuta nel 1977, e con l’evidenza che l’acido all-trans retinoico (ATRA) fosse in grado di indurre il differenziamento dei promielociti patologici e di indurre la remissione della malattia.
Come ha contribuito la ricerca italiana a questi successi?
L’ematologia italiana ha grandemente contribuito a questi risultati, e in particolare il professor Francesco Lo Coco, coinvolto fin dai primi anni 90 nel clonaggio dei geni riarrangiati nella traslocazione, che includono oltre al recettore dell’acido retinoico RARA anche il gene PML.
Nell’ambito del gruppo cooperativo GIMEMA, il trattamento dell’APL ha beneficiato prima degli studi con ATRA e idarubicina, nello schema di chemioterapia AIDA, per culminare nella pubblicazione dello studio APL0406 nel 2013 sul New England Journal of Medicine, anche questo a cura di Lo Coco. Questo studio dimostrava l’efficacia superiore e la minore tossicità del regime chemio-free ATRA e triossido di arsenico (ATO), rispetto alla chemioterapia AIDA. Grazie a questo trattamento totalmente chemio-free, ormai adottato a livello mondiale, la probabilità di guarigione della APL arriva al 90% nella normale pratica clinica, come dimostrato dallo studio Europeo Harmony. All’efficacia clinica, corrisponde anche un significativo miglioramento della qualità della vita. Numerosi studi biologici mirati a caratterizzare il blocco differenziativo del riarrangiamento PML-RARA, hanno chiarito i meccanismi di trasformazione leucemica, il ruolo della malattia misurabile residua come guida al trattamento, e i seppur rari meccanismi di resistenza alla terapia.
ATRA-ATO è diventato così la terapia standard per la leucemia promielocitica a rischio basso-intermedio, rispondendo positivamente al quesito “Acute Promyelocytic Leukemia, a curable disease?”, titolo del primo simposio internazionale, tenutosi a Roma nel 1993, e divenuto nelle edizioni successive anni il teatro principale di aggiornamento e di discussione dei temi ancora aperti nella APL.
Di cosa si discuterà durante questo 8° Simposio internazionale?
Il Simposio 2024 sarà dedicato proprio alla memoria di Lo Coco, prematuramente scomparso nel 2019. Nei due giorni di programma dedicati all’APL si discuteranno le ultime frontiere da superare: verranno presentati fra gli altri, i risultati degli studi internazionali per le forme di APL ad alto rischio e le APL pediatriche, le problematiche del trattamento nella real-life e il ruolo del trapianto allogenico, oltre ai progressi scientifici nello studio della biologia della malattia.
Fra le sfide ancora aperte, grazie alla presenza di scienziati provenienti da tutto il mondo, verranno discusse anche le nuove terapie con l’arsenico in compresse, i cui risultati, una volta validati, potranno consentire l’utilizzo di una terapia totalmente per via orale, importante soprattutto per i cicli di consolidamento, ormai svolti per via ambulatoriale.