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“Le norme che avevamo incominciato a introdurre riducevano l’arbitrarietà nell’utilizzo dell’appalto e del subappalto.
Le norme che sono state introdotte nel nuovo codice degli appalti vanno in una direzione di altro segno. Noi avevamo messo, per esempio, come condizione al 110% l’obbligo di applicare i contratti comparativamente maggiormente rappresentativi, avevamo introdotto una norma nel codice degli appalti che prevedeva per il subappalto l’applicazione dello stesso contratto, della stessa remunerazione dei lavoratori dell’azienda che ha vinto l’appalto, avevamo fatto una serie di interventi di potenziamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro”. Lo dice il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un video pubblicato sui social.
“Questa vicenda però ci parla di un’altra questione ancora più specifica, perché c’è la questione sicuramente degli appalti e dei subappalti, ma c’è la questione che le grandi partecipate pubbliche – osserva l’ex ministro dem – tra cui Enel, hanno utilizzato sempre più intensamente gli appalti e i subappalti. Soggetti partecipati dallo Stato che spesso agiscono su concessioni pubbliche, ma che nel corso del tempo progressivamente hanno fatto più utili riducendo la manodopera diretta e utilizzando progressivamente l’appalto e il subappalto. È una cosa che si potrebbe affrontare anche a prescindere dalla legge, perché a Roma hanno firmato un protocollo le forze sociali, Ance e Sindacati, nel quale si è detto che per il Giubileo non si fanno i subappalti. Perché non lo può fare Enel, perché non lo può fare Poste, perché non lo può fare Ferrovie dello Stato, perché non lo può fare Fincantieri, che in questo momento ha per un dipendente quattro dipendenti dell’appalto e del subappalto. Le privatizzazioni peggioreranno questa situazione: se il tema diventerà soltanto la massimizzazione degli utili, perché soci diventano dei fondi di carattere speculativo – conclude l’esponente dem – la logica dell’appalto e del subappalto rischia di diventare ancora più incisiva e prevalente di quanto non lo sia stato fino a adesso”.