
(AGENPARL) – lun 11 dicembre 2023 Cestari (ItalAfrica), verso una svolta storica nella cooperazione
Italia-Africa
“Le dichiarazioni della Premier Meloni in occasione della Cop28 a Dubai –
“l’Africa non ha bisogno di elemosina, ma di qualcosa di diverso: la
possibilità di competere su un campo da gioco che sia equo. Dobbiamo
aiutare questo continente a prosperare basandosi sulle sue risorse” –
segnano l’avvio di una svolta storica nella cooperazione Italia-Africa”. E’
il commento del presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Carmine Cestari
sottolineando che “a prevalere è quanto auspichiamo da tempo con il nostro
impegno diretto nei Paesi Africani: un aiuto reciproco, da pari a pari. Si
tratta di perseguire l’obiettivo di Enrico Mattei oltre la semplice
pianificazione di interventi. *Ragionare sull’Africa come partner,* piuttosto
che come continente verso il quale destinare un aiuto che rischierebbe di
essere effimero, significa scorgere un futuro decisamente più concreto.
Perché se è vero che l’instabilità socio-politica prosegue in numerosi
Stati, un programma chiaro di investimento e conseguente sviluppo potrebbe
contribuire a smorzare persino le criticità interne. Specie se questo fosse
basato sul concetto base dell’economia: disporre risorse per generare
crescita. E soprattutto un interscambio. Se l’era proposto il progetto Sud
Polo Magnetico, della *Camera di Commercio ItalAfrica Centrale
*, e continua a proporlo attraverso una
strategia di sviluppo che ben si attaglia alle aspirazione del Piano
Mattei. Il Piano Mattei – aggiunge Cestari – ci vede ancora protagonisti.
E le risorse previste sono importanti. Chiaramente non si può intervenire
su tutti e cinquantaquattro gli Stati ma, se si scelgono alcuni
Paesi-target o se si interviene dove le imprese italiane stanno già
investendo, ossia soprattutto nell’Africa sub-sahariana, da dove peraltro
provengono i flussi migratori. Questo piano deve integrare due possibili
soluzioni, mirate in primis all’intervento nei Paesi di origine delle
migrazioni. Intervenendo su numero limitato di territori, i risultati
sarebbero più visibili e concreti, evitando così piccoli interventi a
pioggia. Mozambico, Burundi, Ruanda, Uganda, Gabon, i due Congo, Camerun e
Angola saranno presi come primo riferimento per avviare la cooperazione”.