
(AGENPARL) – mer 06 dicembre 2023 L’impegno del Governo regionale per le autonomie locali:
rafforzarne e sostenerne la missione istituzionale e la
capacità di servizio.
1. Un cordiale saluto al Presidente ed a tutti gli
amministratori locali presenti qui oggi e provenienti da tutta la
Sicilia.
Ritengo essenziale il confronto con chi ha la responsabilità
dell’amministrazione locale per le Istituzioni regionali.
I Comuni, per ricordare il pensiero di un grande Siciliano,
che fu a lungo pro sindaco della sua Città e vicepresidente
nazionale dell’ANCI come don Luigi Sturzo, non sono soltanto
l’istituzione più prossima alle persone, ma rappresentano
sopratutto il luogo dove matura la cultura e la pratica del
metodo democratico.
Dobbiamo lavorare, nel confronto continuo, per rafforzare
la democrazia nelle nostre Istituzioni. Per renderle più capaci di
offrire servizi, di dare risposte a cittadini ed imprese della
Sicilia, per costruire occasioni di sviluppo, per offrire
un’opportunità alle famiglie che chiedono un sostegno, per
garantire sicurezza e pulizia.
Ho voluto essere qui, oggi, in questo giorno nel quale
l’Anci-Sicilia tiene la propria Assemblea, che quest’anno
assume un particolare valore, per proporre, sui temi che ho
illustrato e che costituiscono l’asse prioritario degli interventi,
un nuovo Patto tra Regione ed amministrazioni locali.
Perché la Sicilia che vuol crescere e che vede troppi figli
andar via in cerca di futuro sappia che le Istituzioni lavorano
insieme per cogliere tutte le opportunità che giungono dal
PNRR, dalla programmazione europea, delle risorse della
coesione, che insieme al Governo centrale dovremo impiegare
per grandi progetti, come dalle stesse risorse del bilancio
regionale.
2. Sono personalmente convinto che per rilanciare la Sicilia
occorre dare stabilità economico-finanziaria alle istituzioni
regionali come quelle locali.
Comuni, Liberi consorzi e Città metropolitane hanno
trovato nella manovra finanziaria all’esame dell’Assemblea
regionale una prima risposta significativa a partire dal
versamento nell’anno finanziario della quarta rata del Fondo per
le autonomie locali.
Sono stati rideterminati in 350 milioni di euro per ciascun
anno i trasferimenti di parte corrente ai Comuni per gli esercizi
finanziari 2024, 2025 e 2026.
Offrendo così prospettiva temporale per il finanziamento di
programmi e progetti.
Rimpinguato, inoltre, il Fondo di progettazione con una
dotazione per il 2024 di 40 milioni di euro, utile ai Comuni per
dotarsi di progetti e accedere agli investimenti previsti dalla
programmazione comunitaria e statale.
Nel fondo globale sono previste riserve per alcune finalità
specifiche: 6 milioni di euro per le spese per il trasporto via
mare dei rifiuti delle Isole minori; 2 milioni di euro ai Comuni
in cui ricadono aree industriali; 3 milioni ai Comuni che hanno
superato il 65 per cento della raccolta differenziata; 3 milioni di
euro ai Comuni per la lotta al randagismo; 1 milione di euro ai
Comuni per l’istituzione del servizio di vigilanza e salvataggio
nelle spiagge libere; 4 milioni di euro per le spese relative alle
comunità alloggio per disabili psichici; 7 milioni di euro per le
spese di trasporto degli alunni pendolari; 2,5 milioni ai Comuni
nei quali insistono siti Unesco; 3 milioni ai Comuni che
effettuano il servizio educativoassistenziale tramite istituti
iscritti all’albo. Ad ogni Unione dei Comuni sono assegnati 300
mila euro per un totale di 8,7 milioni di euro. Inoltre, un
contributo straordinario è stato offerte ai comuni di Lampedusa
e Linosa, Pozzallo, Modica, Augusta, Siciliana e Porto
Empedocle a causa delle difficoltà in cui si sono ritrovati per
l’arrivo di migranti e per rafforzarne l’attività di comunicazione
e promozione turistica.
Per le iniziative e i progetti locali di carattere sociale,
economico e culturale di varia estrazione, la Legge di Stabilità
ha previsto uno stanziamento da 3 milioni di euro da ripartire ai
Comuni siciliani; 1,5 milioni di euro vanno invece alla
salvaguardia, tutela e valorizzazione dei luoghi di culto (esclusa
la manutenzione straordinaria) e per il sostegno alle attività
sociali e aggregative che i Comuni potranno svolgere d’intesa
con gli enti religiosi civilmente riconosciuti.
Ma è necessario rafforzare la capacità di utilizzo delle
risorse a partire da quelle del PNRR.
La scelta originaria del PNRR di individuare canali
paralleli nell’assegnazione delle risorse di questa straordinaria
misura, alla quale l’Europa ha affidato una prospettiva per le
prossime generazioni (Next generation EU) deve tuttavia
vederci impegnati tutti per conseguire il massimo risultato.
A fronte di 2,2 miliardi di € per la Regione e gli enti
sanitari a Comuni e Province della Sicilia sono state assegnate
risorse corrispondenti al doppio (circa 4,4 miliardi) (dati
Bankitalia). Si tratta di investimenti ingenti con tempi, come a
tutti noto, molto stretti per impiego e rendicontazione.
Analizzando l’esito dei bandi di gara per l’aggiudicazione delle
risorse e i successivi decreti di attribuzione, al 10 ottobre
risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici per progetti da
realizzare nel territorio siciliano 12,6 miliardi nell’ambito del
PNRR e del PNC (Piano nazionale per gli investimenti
complementari), concentrati, in linea con la media nazionale,
negli interventi dedicati alla rivoluzione verde e alla transizione
ecologica nonché a quella relativa alle infrastrutture per una
mobilità sostenibile.
Per quasi il 37 per cento delle risorse finora assegnate la
responsabilità di gestione fa capo a operatori nazionali (enti
pubblici e società partecipate); tra le Amministrazioni locali il
ruolo di maggiore rilievo spetta ai Comuni, competenti per oltre
il 25 per cento degli importi.
Desta però preoccupazione quanto emerge dai dati forniti
dalla Svimez sulla capacità di utilizzo di queste risorse da parte
delle amministrazioni locali siciliane alla quale si è connessa la
complessa operazione di rimodulazione delle assegnazioni
finanziarie.
Se l’Italia centrerà gli obiettivi fissati con il PNRR per asili
nido e scuole dell’infanzia che vedono gli Enti territoriali quali
soggetti attuatori, solo a certe condizioni (dati Ufficio
parlamentare di bilancio), il risultato conseguito al Sud, ed in
particolare in Sicilia, per la costruzione, la riqualificazione e la
messa in sicurezza di asili nido, scuole dell’infanzia e servizi di
educazione e cura della prima infanzia e per creare nuovi posti,
lascia oggettivamente preoccupati.
emerge
dagli
ultimi
disponibili
amministrazioni siciliane sono quelle che perdono più
opportunità e che si attestano più lontane dagli obiettivi
prefissati. In Sicilia si sarebbero dovuti realizzare circa 25.000
nuovo posti asilo, a stento si supereranno i 10.000.
In generale i Comuni hanno mostrato un minore interesse per la
realizzazione degli asili nido, di cui si registra una minore
offerta, e concentrato l’attenzione sulle scuole dell’infanzia, che
invece sono già ampiamente diffuse e coprono la quasi totalità
dei potenziali utenti. (dati UPB 11/2023)
Nel caso delle mense scolastiche, la riduzione della “quota
Sud” è riconducibile alla carenza di progetti ammissibili che ha
limitato l’assorbimento delle risorse disponibili. Le province con
i maggiori fabbisogni si collocano in coda alla graduatoria per
risorse pro-capite ricevute. Ciò ha riguardato specificamente i
Comuni della Sicilia (ultima dopo la Campania) per i quali a
fronte di assegnazioni di 80,5 milioni €, sono state presentate
richieste solo per 18 milioni (dati Svimez 12-2023).
La qualità e l’adeguata dotazione di infrastrutture
scolastiche e per la prima infanzia rappresentano elementi
strategici per la riduzione dei divari territoriali e lo sviluppo
socioeconomico del Mezzogiorno e della Sicilia in due ambiti
centrali per la sua crescita di lungo periodo: la partecipazione
femminile al mercato del lavoro e l’accumulazione di capitale
umano.
Occorre in questo senso voltare decisamente pagina e
rafforzare le cooperazione istituzionale e la collaborazione tra
amministrazioni.
Non si possono perdere ulteriori ed irripetibili chances.
3. Uno dei primi obiettivi da conseguire è la riforma delle
Province regionali, con la reintroduzione dell’elezione diretta e
la riallocazione delle funzioni di area vasta, che rappresenta
elemento prioritario del programma di governo.
Un nuovo modello istituzionale essenziale per la gestione
democratica del territorio, aperto alla partecipazione ed al
confronto.
certo
terminata
manovra
finanziaria
l’Assemblea, nel rispetto delle regole parlamentari e della
dialettica politica, approverà una riforma attesa da anni e che
potrà restituire capacità di autogoverno ai territori.
4. Straordinarie sfide sono costitute dal nuovo piano dei rifiuti e
dalla trasformazione ecologica e digitale.
È prioritario impegno del governo regionale, l’ho ribadito
più volte, razionalizzare un sistema che genera costi, disfunzioni
e disservizi, ancora incentrato sul conferimento in discarica e
nel quale, sopratutto nelle grandi città, sono troppo bassi i livelli
di raccolta differenziata, nonostante gli encomiabili progressi
dei comuni di dimensioni minori.
Il nuovo piano dei rifiuti sarà a giorni esitato dalla CTS
sulle autorizzazioni ambientali e potremo così procedere
all’approvazione e conseguente avvio dell’attuazione che ha nel
rafforzamento della raccolta differenziata e del riciclo e nella
realizzazione
termoutilizzatori/
termivalorizzatori
elemento portante.
È una partita senza tempi supplementari, nella quale la
Sicilia e le sue istituzioni debbono centrare un obiettivo per
troppo tempo perseguito senza risultati concreti, per liberare le
città ed i territori dai rifiuti, trasformandoli in valore, energia,
opportunità.
Optando per un sistema di economia circolare, che
archiviato il modello «prendi, produci, getta», si orienti verso un
modello in cui il valore dei prodotti e dei materiali sia
mantenuto più a lungo possibile, riducendo al minimo la
frazione di rifiuti e scarti.
5. Il contrasto al dissesto idrogeologico, la protezione
civile e la lotta agli incendi costituiscono un fronte sul quale
Regione ed amministrazioni locali debbono accrescere in
cooperazione e sinergia.
Stiamo rafforzando gli investimenti sulla pulizia degli alvei
dei fiumi. Gli investimenti per contrastare il dissesto
costituiscono una spesa silenziosa, poco avvertita. Voi che
amministrate comunità sapete bene quanto sia più agevole
orientare la spesa verso iniziative tangibili, più agevolmente
percepibili.
Abbiamo il dovere e la responsabilità di dare sicurezza ai
cittadini ed ai territori, a chi vive e produce in Sicilia. Ecco
perché, con la collaborazione della struttura commissariale, il
Governo ha scelto 6 rafforzare gli investimenti sulla tutela del
territorio e delle coste utilizzando la finanza extraregionale,
d’intesa con il Governo nazionale.
Il sistema regionale di protezione civile è strutturato tra
Comuni, Province regionali e Regione. E questa catena di
responsabilità e di capacità deve accrescere il coordinamento e
le sinergie.
Mi sono trovato al fianco di molti sindaci la scorsa estate
nelle operazioni di spegnimento di troppi incendi dovuti alla
dell’uomo
favoriti
dall’incuria
oltre
cambiamento climatico.
Occorre attrezzarci per combattere un fenomeno che
rischia di divenire ricorrente con nuovi investimenti, ed in tal
senso ricordo la costituzione della centrale unica di controllo, la
digitalizzazione della rete di pronto intervento, l’acquisto di
nuovi mezzi aerei e terrestri, ma occorre fare di più nel controllo
del territorio.
Un dato emerge a consuntivo. La stragrande maggioranza
degli incendi che ha colpito nei mesi scorsi la Sicilia ha
coinvolto aree agricole ed incolte. Le aree percorse da incendi
sono per la gran parte afferenti alla macchia mediterranea ed, in
quota minore, a pinete o formazioni di latifoglie (dati ISPRA
9/2023).
Garantire la pulizia dei terreni pubblici e privati diviene,
quindi, un ineludibile strumento di prevenzione degli incendi.
Per questo è necessario che siano tempestivamente adottate
le ordinanze previste dall’ordinamento per il discerbamento
(parliamo del sindaco Autoritá di protezione civile ??). La
Regione attraverso il Corpo forestale sarà vicino a tutti i
Comuni che faranno la propria parte, ma occorre elevare al
livello più elevato la soglia di attenzione, non bisogna lasciare
nulla di intentato o, peggio, di trascurato.
Mi preme precisare che la scelta del Governo nel d.d.l. di
finanziaria prevedere che Comuni, i Liberi consorzi comunali e
Città metropolitane destinino il tre per cento dell’assegnazione
finanziaria incrementata per attività di prevenzione incendi,
discerbamento e pulizia fondi, vigilanza su privati ed enti
pubblici per le attività di pertinenza non intende attribuire
compiti aggiuntivi ai Comuni. Ma per svolgere compiti
d’istituto assumendo un impegno reciproco di destinazione di
fondi per attività di pertinenza comunale che avviene
nell’ambito di un incremento di assegnazioni che da quest’anno
la Regione fa ai Comuni.
Per contrastare in maniera più efficace gli eventi
incendiari, prevalentemente dolosi, abbiamo recuperato risorse
pari a 25 milioni del PON Legalità 2014/2020, che ci
consentiranno di realizzare, attraverso la società di stato
Leonardo, un significativo e permanente sistema di tutto il
controllo del nostro territorio.
La battaglia contro gli incendi la vinciamo o la perdiamo
insieme.
La Regione intende fare sino in fondo la sua parte
dispiegando uomini, risorse, mezzi, ma è necessario rafforzare
la cooperazione con i Comuni, rafforzando la cooperazione
nella vigilanza, le sanzioni per chi abbandona i terreni, il
volontariato.
6. Il digitale per una grande Regione insulare confine
d’Europa deve continuare ad essere un primario obiettivo.
Se è un risultato ormai prossimo quello di connettere il più
alto numero di comuni d’Italia con la banda larga ed ultra larga,
consentendo di superare marginalità e distanze, sopratutto delle
aree interne e montane della nostra Sicilia, con la nuova
programmazione europea dovremo puntare sul rafforzamento
dei servizi informatici al cittadino, sulla sanità digitale, sulla
video sorveglianza per offrire sicurezza, sulle competenze
diffuse, sulla interoperabilità dei sistemi informatici.
I Vostri cittadini sono i nostri cittadini. A loro dobbiamo
rispondere insieme, in modo corale, coraggioso, ciascuno
facendo la propria parte e, se del caso, stimolandoci
vicendevolmente per rendere le Istituzioni Siciliane più
moderne, più democratiche, più efficienti.