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(AGENPARL) – mar 05 dicembre 2023 Classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, Bucci (Cgil Puglia): il
Sud ha bisogno di investimenti, servizi pubblici, sviluppo, contrasto
allillegalità. Cioè tutto il contrario di quel che fa questo Governo
Come ogni anno le classifiche che hanno lobiettivo di misurare la qualità
della vita nei territori tengono banco anche nel confronto pubblico. Ultima
in ordine di tempo quella del quotidiano economico il Sole 24 Ore, che
relega la provincia di Foggia allultimo posto e vede le altre province
pugliesi in particolare Taranto e Brindisi – non poter vantare di certo
una straordinaria performance.
Al netto, come detto in premessa e come ricordano gli esperti, che i dati
statistici non sono mai auto evidenti, conta la costruzione, la valenza e i
pesi che si danno agli stessi, e che il concetto di qualità della vita è di
per sé fortemente soggettivo e multiforme, una riflessione nel dettaglio su
alcuni indicatori è possibile farla. Ed è necessaria per trarne letture
politiche e sociali su contesti e interventi necessari per invertire la
rotta.
Non cè da stupirsi se un territorio come la Capitanata paghi un costo
elevatissimo alla presenza di organizzazioni criminali: una provincia dove
confliggono e alternativamente collaborano gruppi mafiosi come la Società, i
clan garganici, le consorterie malavitose del Basso e Alto Tavoliere. Dove
il Comune capoluogo e altri quattro tra i più grandi hanno visto le proprie
amministrazioni sciolte per infiltrazioni. Dove Foggia è la peggiore per
denunce su riciclaggio di denaro. Serve allora la presenza dello Stato,
lazione giudiziaria e repressiva, che pure cè ma non basta. Serve anche
una risposta in termini di crescita economica, di opportunità occupazionali,
di attrazione di investimenti che a loro volta sono per forza di cose legate
alla vivibilità dei contesti in cui le imprese devono localizzarsi. E non è
un caso se sempre Foggia è tra le peggiori province per numero di Neet,
giovani evidentemente sfiduciati non inseriti in percorsi lavorativi e
nemmeno di formazione. Chi può emigra, spopolando le città.
E se nella Bat tra le peggiori performance cè quella relativa al valore
aggiunto pro capite, determinato da settori prevalenti quali agricoltura e
servizi che trascinano con sé anche bassi salari, non stupisce il
conseguente dato negativo relativo allindebitamento medio, soprattutto in
una fase dove è esplosa inflazione e costo della vita.
E in territori come quelli meridionali dove i sistemi di welfare registrano
protezioni più basse che in altri territori, così come servizi pubblici di
supporto alla genitorialità, non stupisce che Bari e la Bat sono tra le
province con il più alto gender gap occupazionale, perché alla fine il
lavoro di cura ricade prevalentemente sulle donne. Per ragioni culturali e
perché in un mercato del lavoro dove ancora evidenti sono le discriminazioni
salariali e relative alla stabilità occupazionale, è più facile che sia la
donna a rinunciare al proprio impiego o ad accontentarsi di un part time
imposto. Un dato esplicativo anche quello che vede la provincia di Foggia
agli ultimi posti per numero di giornate retribuite a tempo pieno per le
lavoratrici, che sul totale annuo di 312 si attesta ad appena 56 giornate.
Occorre non fermarsi alla mera lettura dei dati, alla polemica sterile,
anche perché non ci piovono addosso dal nulla alcuni indicatori, che sono
noti e diffusi puntualmente dallIstat. Quel che serve sono le risposte
politiche e amministrative: serve un impegno maggiore della Regione e dei
sindaci per quel che compete la loro gestione. Le priorità sono la qualità
della vita dei singoli cittadini e non i lauti bonus di fine mandato. Serve
cogliere al meglio ogni occasione di spesa, capacità progettuale, controllo
degli investimenti.
Ma non possiamo non chiederci assieme quali strategie ha il Governo
nazionale per il Mezzogiorno oltre la logica accentratrice e di potere che
sta portando avanti, dalle Zes alla gestione delle risorse del Fondo
Sviluppo e Coesione. Che sostegno immagina di dare alla crescita dei servizi
se taglia progetti per ospedali di comunità e asili nido, rimandandoli e
fantomatiche altre fonti di finanziamento. Come si pensa di operare per le
aree interne, la tenuta dellassetto idrogeologico, la difesa dei piccoli
centri in territori è il caso proprio della provincia di Foggia – dove su
61 comuni ben 31 sono sotto i tremila abitanti. Come si raccorda unazione
governativa che promuove lautonomia differenziata quando la priorità per
lEuropa sancita nel suo piano Next Generation e tradotta in Italia nel
Pnrr è la coesione territoriale. Lo storico gap Nord-Sud del nostro Paese
è la ragione che ha visto destinare allItalia la fetta più grande dei
finanziamenti decisi a Bruxelles. Come si conciliano tutto questo con i
tagli alle protezioni sociali e in primis alla sanità, che già nel
Mezzogiorno e nei nostri territori non è in grado di garantire il rispetto
dei livelli essenziali di assistenza.
Nessuna politica industriale per dare risposte allattrazione di
investimenti e alla gestione delle tante crisi produttive. Nessuna idea di
sostegno ai redditi, con salari e pensioni lasciati in balia di
uninflazione che rallenterà anche, ma si è mangiata gran parte dei redditi
delle famiglie che hanno dovuto ricorrere in molti casi allindebitamento.
Come si concilia il mancato rifinanziamento al fondo per il sostegno agli
affitti con la crescita delle povertà e lelevato numero di sfratti per la
cosiddetta morosità incolpevole.
Sono le emergenze che ci hanno spinto a scioperare in tutto il Paese, al Sud
il primo dicembre, insieme alla Uil. Sono i temi sollevati da soggetti di
una rappresentanza sociale costituzionalmente riconosciuta e che reclama
risposte per le persone: lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate,
giovani, cittadini tutti, che vogliono continuare a vivere e operare nelle
proprie città, nei propri territori. Dove – se la qualità della vita potrà
anche essere soggettiva – le difficoltà legate a costi della vita, lavoro,
servizi pubblici, è oggettiva e reclama un protagonismo dello Stato. Per una
volta si guardi agli ultimi, a partire dal Sud, alle persone e a chi lavora.
Invece di favorire chi ha di più, chi fa extra profitti, speculazioni,
evasione fiscale, filigrana della natura anti sociale e corporativa di
questo Governo delle destre.