
(AGENPARL) – mar 07 novembre 2023 La campagna “I cantieri della transizione ecologica”
fa tappa in Emilia-Romagna terra a grande vocazione agricola
In provincia di Bologna la filiera biologica di barbabietola da zucchero
più grande d’Europa e in capo a una sola azienda
Un esempio di agricoltura 4.0 capace di unire innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale ed economia circolare grazie al lavoro della cooperativa di produttori bieticoli
Tra gli strumenti utilizzati il DSS per monitorare l’andamento climatico, le mappature satellitari,
l’utilizzo di droni, sonde e sensori “di campo”, robot alimentati a energia solare
in grado di seminare 2 ettari al giorno
Legambiente: “La transizione ecologica passa anche dall’agricoltura che oggi più che mai deve rispondere alle grandi sfide in atto, prime fra tutte la crisi climatica e un’agroecologia sempre più sostenibile e innovativa potenziando la produzione bio, l’utilizzo delle tecnologie e la diffusione di presidi territoriali adibiti alla formazione ed informazione degli agricoltori”
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Agricoltura sempre più sostenibile e innovativa. Dall’Emilia Romagna, terra a grande vocazione agricola, arriva un esempio di agricoltura 4.0 capace di unire innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale ed economia circolare, andando nella giusta direzione della transizione ecologica. A raccontarlo è la campagna itinerante di Legambiente “I cantieri della transizione ecologica” che oggi fa tappa in provincia di Bologna, a Minerbio, per fare il punto sulle sfide odierne dell’agroecologia, portando in primo piano il lavoro avviato dalla cooperativa dei produttori bieticoli COPROB, con la filiera biologica di barbabietola da zucchero più grande d’Europa, in capo a una sola azienda, e sempre più sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. La cooperativa, nata nel 1962, si caratterizza per una gestione completa, dal campo al cliente, della filiera dell’unico zucchero 100% italiano avviato su larga scala nel 2019 con i suoi 1.200 ettari dislocati in 7 regioni della Penisola. Non solo nei bacini tradizionali di coltivazione – Emilia-Romagna e Veneto – ma in diverse regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana. Oggi, circa il 75% delle superfici coltivate sono certificate “SQNPI” (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, che consente di convertire il convenzionale in un’agricoltura 100% sostenibile) o bio. Entrambe le certificazioni sono accompagnate sulle confezioni dal cigno verde di Legambiente.