[lid] – Colonialismo. Quel faro littorio sulla punta del Corno d’Africa riscoperto da un reporter italiano
Abbiamo incontrato l’autore del Libro “Il faro di Mussolini”, Alberto Alpozzi che a distanza di dieci anni, nel golfo di Aden, ha riscoperto il faro di Guardafui.
Alpozzi era impegnato in un reportage sulla missione antipirateria in Somalia ed ha fotografato e riportato alla memoria dell’Italia la storia del fascio littorio più grande del mondo.
“Il faro di Mussolini” è il titolo del saggio storico, scritto come fosse un romanzo, che il reporter torinese ha realizzato dopo quattro anni di ricerche negli archivi e approfondite indagini.
Due edizioni, la prima nel 2015 e la seconda, aggiornata nel 2017 con nuovi capitoli e immagini inedite. L’ultima edizione ha la prefazione del Governatore di Guardafui Abdulkadir Yusuf Mohamed, all’epoca dell’uscita del libro accolto Municipio a Torino dall’allora sindaco Piero Fassino.
Perché un libro su un faro dimenticato? Perché dedicare quattro anni di ricerche a un singolo elemento abbandonato nel deserto della Somalia?
Ce lo spiega l’autore: “Perché dopo la casuale scoperta che feci nel luglio 2013 durante un reportage sulla Missione Antipirateria mi si è aperto un mondo infinito e dimenticato di fatti, di uomini e di elementi storici di cui non avevo mai trovato alcuna traccia nei lavori di quanti, negli ultimi decenni, avevano scritto di storia coloniale.
Mi sono reso conto di quanto sia necessario portare all’attenzione di tutti quanto sia grande l’ignoranza sulla nostra storia coloniale.
Il giudizio su un capitolo storico che si sviluppa a cavallo di due secoli viene basato sulla riconquista della Libia dopo la 1^ Guerra Mondiale e sull’uso dell’iprite in Etiopia nel 1935. Le vicende coloniali italiane coprono 90 anni di storia: il fascismo ne durò 20 e l’Impero solamente 5. Senza contare la sconfortante confusione geografica tra Libia, Etiopia, Somalia ed Eritrea.
È però consolante che queste ricerche, improntate a una visione storica che si distacca da quella dominante nel nostro paese, abbiano suscitato un interesse in cui, quando mi sono messo a scrivere, potevo solo sperare. Un interesse testimoniato non solo dal successo editoriale della 1^ Edizione ma anche dal mio incontro, avvenuto a Torino, nell’autunno 2015, con Abdulkadir Yusuf Mohamed, Governatore di Guardafui, la regione dove si trova il faro. Il nostro colloquio, voluto dal Governatore, ebbe luogo nel Municipio di Torino, con la partecipazione del Sindaco Piero Fassino e del Consigliere Comunale Maurizio Marrone.
Quindi mi sono domandato: cosa ci fu nel colonialismo italiano, oltre agli errori e le nefandezze già pubblicate, dibattute e incontrovertibili? Fu tutto negativo? No. Assolutamente no.
Basti pensare che il 21 novembre 1949 l’Assemblea Generale dell’ONU approvò la Risoluzione 289, con la quale assegnò il territorio della Somalia in Amministrazione Fiduciaria all’Italia, benché, come nazione sconfitta, non facesse ancora parte delle Nazioni Unite. Il compito assegnato all’Italia fu di guidare gradualmente, in 10 anni la sua ex colonia all’indipendenza. È il caso di sottolineare che si trattò dell’unico caso di amministrazione fiduciaria assegnata ad una nazione sconfitta nella seconda guerra mondiale. Anche in questo caso: ci sarà stato un motivo, no?”
Ecco dunque che il testo di Alpozzi è un inedito lavoro di ricerca, che esplora 90 anni di storia mondiale con documenti e testimonianze uniche uscite per la prima volta dagli archivi militari e di stato. La narrazione svela così un nuovo volto del colonialismo italiano nascosto sino ad oggi e, come ha scritto il Governatore Abdulkadir Mohamed, “il libro documenta il successo dell’Italia senza il contributo di altri paesi occidentali e la sua opera per il miglioramento della vita della comunità locale.
Orgogliosamente svettante sul Corno d’Africa il faro di Guardafui segna ancora oggi la presenza italiana in Somalia, percepita in tutta l’architettura nello Stato del Puntland […] Questa e molte altre storie sono la testimonianza delle difficoltà affrontate dall’Italia durante la costruzione del faro.”
“Con questo testo – scrive Alpozzi nella nota introduttiva del libro – che non tratta della guerra d’Etiopia, tema già molto dibattuto (quasi l’unico dai grandi editori) ma della Somalia, altra nazione con una sua storia e altre date fondamentali non sempre riconducibili al fascismo – non ho voluto né riscrivere la storia né fare revisionismo, semplicemente ho voluto colmare alcune lacune per completare il quadro storico”
Infatti come ha scritto Abdulkadir: “Che sia amaro o controverso, nessuno può nascondere il passato. Apprezzo la ricerca d’archivio svolta da Alberto Alpozzi che ci insegna tutta la nostra storia comune dimenticata da tempo […] Spero che queste ricerche ridiano vita ai legami storici tra somali e italiani come io ho già ho avuto il piacere di sperimentare. “
Leggendo questo libro verrete coinvolti in un’appassionata e inedita indagine storica che narra quei luoghi e quegli uomini che segnarono gli avvenimenti cruciali della storia coloniale della Somalia perché “spesso le nuove pubblicazioni e ricerche, anziché fornire inediti elementi di conoscenza e riflessione, si riducono a pure e semplici ripetizioni di cliché e condanne tout court che riconducono tutto quanto attiene a questo capitolo storico al solo periodo fascista e ancor più alla sola guerra d’Etiopia (1935-36).”
Scoprirete con questo libro, già premio Hombres nel 2015, di non sapere ancora tutto sul colonialismo italiano in Somalia.
Il libro ormai fuori catalogo è ancora ordinabile sul sito Italia Coloniale inviando una mail a ilfarodimussolini@libero.it