
(AGENPARL) – sab 21 ottobre 2023 *Cia Agricoltori Italiani Campania*
Comunicato Stampa
Napoli, 21 Ottobre 2023
*III Festa interregionale del Sud dei Pensionati Cia, Autonomia
differenziata un progetto di riforma ad alto rischio per la società
meridionale*
L’attuazione dell’autonomia differenziata prevista dall’articolo 116 della
Costituzione della Repubblica potrebbe presentare notevoli difficoltà di
gestione della cosa pubblica, anche unitamente all’applicazione ed al
rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) dei diritti
sociali, descritti in un altro articolo ancora da inverare del nuovo titolo
V della Costituzione, il 117. E così come descritta nel progetto di legge
del Governo presenta elevati rischi, tanto sul piano della tenuta dei conti
pubblici quanto su quella della effettiva garanzia dei diritti dei
cittadini, soprattutto nelle aree meno sviluppate del Paese: il Mezzogiorno
su tutte. È quanto emerso oggi, 21 ottobre 2023, al convegno su *“Sanità,
servizi, territorio, sfide e rischi dell’Autonomia Differenziata” *promosso
in occasione della terza festa interregionale del Sud dall’*Associazione
nazionale pensionati (Anp) *della* Cia* e da *Cia Campania, *moderato dalla
giornalista* Maria Cava *e tenutosi ad *Ascea Marina* (*Salerno*) nelle
strutture del *Villaggio Olimpia Cilento Resort*.
Ha preso per primo la parola l’economista *Gianfranco Viesti* collegato in
streaming per la sua comunicazione e ribadendo la sua nota contrarietà al
progetto di legge del ministro Calderoli, ben espressa nel libro “La
Secessione dei Ricchi” ha sottolineato come al progetto di autonomia
differenziata si leghino le richieste di regioni come Lombardia e Veneto le
quali vogliono una cosa molto semplice: un trattamento da regioni a statuto
speciale che ruota attorno al concetto di aliquota di compartecipazione,
che sostanzialmente si traduce nel fatto che a queste regioni in futuro si
offriranno molte più risorse rispetto a oggi: la secessione dei ricchi.
Viesti ha ribadito il suo secco no a Regioni-Stato uniche in Ue. “Con tutte
le politiche pubbliche assegnate alle Regioni, la tassazione in capo allo
Stato e la spesa alle regioni, da un lato i Comuni resterebbero isolati,
dall’altro aumenterebbe il rischio per il debito pubblico, provocando
allarme nella Ue e tra i cittadini tassati.
*Matteo Valentino*, vice presidente nazionale Anp Cia ha presentato il
documento dell’Associazione nazionale pensionati sull’autonomia
differenziata, che – concepita oltre 20 anni or sono nel testo della
Costituzione – nel documento presentato da Valentino è vista come pervenuta
oggi fuori tempo massimo, perché “i cambiamenti della società, le nuove
esigenze dell’economia, i problemi sociali dovuti all’invecchiamento della
popolazione, le sfide della globalizzazione, i fenomeni migratori, i
cambiamenti climatici, la geopolitica, suggerirebbero – pur senza
mortificare i territori – un rafforzamento del ruolo dello stato nazionale
nel rapporto con le istituzioni europee e mondiali”. Al contrario nel
documento si teme che “una disarticolazione eccessiva fra lo Stato e le sue
istituzioni regionali, e di conseguenza locali, potrebbe portare ad un
indebolimento del sistema paese nel suo complesso, oltre ad un inevitabile
aumento di burocrazia e costi di sistema”. Una scelta quella
dell’autonomia differenziata, che Matteo Valentino non ha esitato a
definire “scellerata”.
C’è dunque una sola possibilità per tentare di attuare l’autonomia
differenziata, che resta spinta da “motivazioni economiche”, quella di
applicare contemporaneamente i livelli essenziali delle prestazioni, che
però restano “ancora una materia indefinita: sia riguardo alla definizione
che alla garanzia della loro erogazione”. Il rischio concreto a questo
punto è che in prospettiva potrebbero “Aumentare le già critiche differenze
di trattamento tra cittadini che vivono in Regioni diverse, come è già
avvenuto per i livelli essenziali di assistenza nella sanità”.
In questo quadro una forma di autonomia differenziata che si presenta
potenzialmente asimmetrica, poiché le regioni non sono obbligata a chiedere
maggiori poteri e competenza, rischia di “aumentare il divario esistente
fra le regioni, già oggi molto marcato in particolare per il Sud, riguardo
al sistema dei servizi”.
Per scongiurare un potenziale aumento delle differenze tra Nord e Sud del
Paese il documento invita a non avere fretta, ad attendere una più attenta
quantificazione delle risorse necessarie all’attuazione della riforma, sia
dal punto di vista funzionale che della sostenibilità economica e
finanziaria.
*Ettore Cinque* assessore al bilancio della Regione Campania invece ha
rilanciato “Noi non abbiamo nessun timore della sfida posta dall’autonomia
differenziata in sé, siamo una Regione che solo di recente è stata capace
di recuperare un miliardo e 600 milioni: non è un problema la sfida. Ma
occorre che la riforma metta tutte le regioni lungo lo stesso nastro di
partenza. Perché i divari affondano le radici in tempi ben più lontani
dalla riforma del Titolo V della Costituzione. In termini essenziali che
cosa significa? La riforma Calderoli è a costo zero. Ma il punto è:
l’asticella delle prestazioni essenziali va messa al livello della regione
migliore o di quella peggiore? La scelta sulla seconda finirebbe per
cristallizzare le differenze e azzerare il valore della sfida”.
*Francesco Fanelli*, vicepresidente Regione Basilicata, ha detto: “Sono
possibilista, ma occorre soprattutto non confondere i piani: sulla Sanità
pesano le scelte sbagliate del passato. Ma in pochi anni proprio su questo
settore dove c’è già ampia delega alle regioni la Basilicata è riuscita a
fare passi in avanti enormi, sia in termini di qualità dei servizi offerti
ai cittadini che di risanamento del bilancio”. Sull’autonomia differenziata
invece afferma: “non nasce da un accordo tra due partiti oggi, ma dalla
riforma del Titolo V voluto dal Governo Amato. Sul disegno legge Calderoli
si dibatterà. Il divario Nord-Sud c’è ancor prima del progetto Calderoli.
Le differenze sui livelli essenziali delle prestazioni ci sono già oggi e
vanno superati. Sono della Lega, ma sono del Sud e guardo con attenzione al
progetto di legge, non con preoccupazione. Bisogna riflettere sui Lep e le
risorse necessarie ad attuarli. Ma individuato il diritto delle Regioni,
entra in ballo la qualità degli amministratori. Per i nostri territori
sarebbe un’opportunità e già in parte lo applichiamo: in Basilicata i
cittadini non pagano più il gas ecco perché non possiamo non considerarla
un’opportunità”
È stato poi rappresentato il punto di vista degli agricoltori della Cia dal
presidente di Cia Campania, *Raffaele Amore*: “Se è necessaria questa
riforma prima occorre partire da che tipo di Paese abbiamo per poi
delineare quale Paese vogliamo. Una riflessione che non è stata effettuata.
Ma la proposta di legge parte da un patto di legislatura tra due partiti
che per stare insieme barattano l’autonomia differenziata contro politiche
di accentramento. Se il disegno di legge venisse approvato sancirebbe i
divari e avremmo così risolto e accantonato per sempre la Questione
Meridionale. Dobbiamo reagire da imprenditori e da cittadini per evitare
che ciò avvenga e seguire l’analisi dell’Anp”.
Il presidente di Anp Cia Campania, *Alfonso Del Basso* ha concordato con
Viesti sull’attuale assenza di prove che le Regioni farebbero meglio dello
Stato quanto a capacità di spesa e organizzazione. Anche perché c’è il
problema di regioni grandi e più attrezzate e regioni molto piccole: spesso
in difficoltà già con le deleghe oggi assegnate dal Titolo V della
Costituzione vigente. Del Basso ha poi espresso preoccupazione per la
sottrazione di risorse allo Stato. Sanità, istruzione e sicurezza
dell’ambiente sono aspetti fondamentali per le politiche di solidarietà e
coesione tra cittadini e con l’attuale impianto della riforma “Verrebbero
meno economie di scala per comparti strategici come l’energia, ma nel
progetto di legge è scritto che laddove i trasferimenti centrali non
fossero sufficienti ad assicurare i servizi, le regioni dovrebbero
provvedere con ulteriori tassazioni locali. Mentre restano ad oggi
indefiniti i livelli essenziali delle prestazioni.
Il segretario generale di Cittadinanzattiva, *Annalisa Mandorino* molto
seccamente ha affermato: “Se tutto passasse alle Regioni l’Italia sarebbe
finita, basta leggere le relazioni di accompagnamento che non parlano di
autonomia, ma di regionalismo asimmetrico. Avremmo regioni a Statuto
speciale e a Statuto ordinario di vario grado.”
A chiudere l’incontro *Cristiano Fini*, presidente nazionale di Cia
Agricoltori Italiani: “La giornata di oggi è importante perché ha come
obiettivo la sollecitazione dei soggetti sociali del territorio, a partire
dalle organizzazioni della rappresentanza economica e sociale, per
discutere pubblicamente di un argomento così delicato e fortemente
impattante su tutto il sistema Paese – ha detto. “Bisogna porre attenzione
soprattutto ai temi che riguardano la fiscalità e la sanità, senza
tralasciare le tante altre materie oggetto del disegno di legge – ha
aggiunto il presidente Fini. “L’obiettivo di Cia – ha concluso – deve
essere quello di evitare un aumento del divario fra aree urbane e rurali:
parteciperemo, dunque, attivamente con proposte alternative, valutando i
reali bisogni sociali dei territori, con lo scopo di tenere unito il Paese”.