
(AGENPARL) – sab 16 settembre 2023 Città di Ufficio Stampa
San Severino Marche http://www.comune.sanseverinomarche.mc.it
Medaglia d’Oro al Merito Civile
COMUNICATO STAMPA N. 532 16 SETTEMBRE 2023
TEATRI SANSEVERINO: “RELAZIONI PERICOLOSE” E’ IL FILO CONDUTTORE DELLA
NUOVA STAGIONE DI PROSA. SEI SPETTACOLI GLI IN CARTELLONE CON GRANDI
I Teatri di Sanseverino sono pronti per una nuova, entusiasmante stagione il cui filo
conduttore, pensato dal direttore artistico Francesco Rapaccioni, questa volta è
“relazioni pericolose”.
Sei gli spettacoli per la stagione di prosa in abbonamento, grandissimi gli interpreti di
testi contemporanei di straordinario interesse. Il sipario del teatro Feronia si alza
giovedì 23 novembre con “Le nostre anime di notte”, tratto dal romanzo di Kent
Haruf. Una storia lieve, appena sussurrata, senza urla, senza violenza, senza
arroganza: qui non si sgomita per affermare il proprio diritto a esistere, tutto qui è in
punta di piedi, delicato, mite. Un vero balsamo per chi si sente stritolato da questo
mondo strillone e brutale. Addie e Louis sono avanti negli anni, le loro vite in qualche
modo si sono compiute, eppure decidono di vivere una storia d’amore. Si incontrano,
notte dopo notte, in casa di lei, e parlano… parlano… parlano… Le loro parole
diventano confessioni, le loro confessioni sono conforto e assoluzione. Il loro amore è
una nuova speranza di vita. Perché si può “rinascere” a qualsiasi età. Perché il bisogno
di ascolto e la vicinanza sono salvezza per l’uomo.
Emanuele Aldrovandi ha mirabilmente riadattato il romanzo per il teatro, un processo
naturale perché la lingua di Haruf pare già scritta per essere recitata dagli attori. Si
tratta di fatto di essere fedeli all’autore e restituire la bellezza della sua opera, nei
dialoghi diretti e in quelli narrati, che si alternano senza soluzione di continuità come
nel romanzo. Lella Costa ed Elia Schilton, ottimamente diretti da Serena Sinigaglia,
sono due attori magnifici che incarnano la dolcezza e la poesia di questa storia con la
luce e il garbo che richiede. La scena, teatralissima e bellissima, ricorda gli interni del
pittore Hopper, pulita, ordinata e piena zeppa di ricordi. Nel corso delle conversazioni
notturne dei due protagonisti la camera si trasforma, si smonta, come se il loro
incontro ponesse nelle giuste scatole i ricordi, anche quelli più amari, e aprisse lo
sguardo verso orizzonti nuovi. Così, come per magia, la stanza sparisce, niente più
pareti, finestre, mobili, cornici, lasciando spazio a un cielo meravigliosamente
stellato, a una notte che avvolge e protegge, a due esseri umani vicini, abbracciati,
dannatamente vivi, nonostante l’età, le tragedie e i fallimenti vissuti, gli ostacoli, i
giudizi, la paura. E forse è questa la libertà: saper ricominciare, sempre e non
rinunciare all’amore, mai. Si impara a vivere per tutta la vita e questo spettacolo, che
inaugura significativamente la stagione, è uno strumento prezioso per riuscirci.
Si prosegue giovedì 21 dicembre con un classico del teatro contemporaneo: “La
strana coppia” di Neil Simon, interpretato da Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia
accompagnati da un cast di otto attori. Qui si racconta la difficile e complicata
convivenza tra due uomini dalle personalità diametralmente opposte: Felix e Oscar
sono accomunati da un divorzio alle spalle e decidono di andare a vivere insieme in
un appartamento situato in uno dei tanti grattacieli di New York. Un incontro-scontro
Città di San Severino Marche
quotidiano che dà vita a continue e divertenti gags ma che offre anche interessanti
spunti di riflessione.
Martedì 9 gennaio Arturo Cirillo è interprete e regista del più incredibile testo di
Annibale Ruccello: “Ferdinando”. Siamo nell’agosto del 1870 a Napoli, il Regno
delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde, chiusa nella sua
villa vesuviana, si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-
borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca
nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di
Don Catello, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra
pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è
l’arrivo di un giovane dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a
vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo
scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchie
questioni. Ma chi è davvero Ferdinando? Con Arturo Cirillo e il giovane promettente
Riccardo Ciccarelli, in scena due celebri attrici napoletane, interpreti di fiction di
grande successo: Sabrina Scuccimarra e Anna Rita Vitolo.
Altro testo pirotecnico, che incanterà gli spettatori martedì 20 febbraio, è “Boston
Marriage” del pluripremiato scrittore americano David Mamet. Siamo negli Stati
Uniti sul finire dell’Ottocento in un salotto con due dame e una cameriera. Tutto
farebbe pensare a una trama convenzionale, a un incontro tra amiche un po’ affettate,
ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario
ricercato (un testo funambolico che ricorda Oscar Wilde) fioccano espressioni gergali
e volgarità e veniamo a sapere che le due dame sono state un tempo una coppia molto
affiatata. L’espressione “Boston marriage” era in uso nel New England a cavallo tra
XIX e XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente
indipendenti da uomini. Così come nel romanzo The Bostonians di Henry James
(1886), David Mamet affronta il tema dell’omosessualità e dipinge l’affresco di una
società in bilico tra valori antiquati e spinte progressiste, con particolare attenzione
alla condizione femminile. Particolarmente curati scene e costumi che ricreano
l’ambiente borghese dell’epoca e la regia di Giorgio Sangati trova il perfetto
equilibrio.
La poesia e lo sguardo lucido e incantato di Fabrizio De André sono in scena martedì
2 aprile con “La Buona Novella”, affidata al talento assoluto di Neri Marcorè, che
torna a confrontarsi con il cantautore in un nuovo spettacolo di teatro canzone che fa
rivivere sul palcoscenico La buona novella, album pubblicato nel 1970. Di taglio
esplicitamente teatrale, lo spettacolo è costruito quasi nella forma di un’opera da
camera con partitura e testo composti per dar voce ai molti personaggi: Maria,
Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Uno spettacolo
pensato come una sorta di “Sacra Rappresentazione” contemporanea che alterna e
intreccia le canzoni di De André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo
stesso cantautore si è ispirato. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al
percorso tracciato nel disco: i brani parlati, come un racconto arcaico, sottolineano la
forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e
letteraria. La valenza rivoluzionaria della riscrittura di De André sta nella decisione di
un laico di affrontare un tema così anomalo per quei tempi, dibattuto dal punto di
vista politico e spirituale. La drammaturgia del regista Giorgio Gallione racconta
Città di San Severino Marche
l’antefatto, svela la nascita miracolosa di Maria e riempie il vuoto che va dall’infanzia
di Gesù alla crocifissione, un’elaborazione drammaturgica che in qualche modo
completa il racconto di De André, trasformando La buona novella non solo in un
concerto, ma in uno spettacolo originale, recitato, agito e cantato da una compagnia
capeggiata dalla talentuosa Giua a voce e chitarra e formata da Barbara Casini voce,
chitarra e percussioni, Anais Drago violino e voce, Francesco Negri pianoforte,
Alessandra Abbondanza voce e fisarmonica; insieme a loro l’attrice Rosanna Naddeo.
Valore aggiunto le splendide scenografie dell’architetto e scultore Marcello
Chiarenza, simbolismi efficaci e raffinati che completano visivamente lo spettacolo,
emozionando ancora di più il pubblico.
La stagione in abbonamento si chiude lunedì 22 aprile con “Amanti”, scritto e diretto
da Ivan Cotroneo e interpretato da attori di solida esperienza teatrale, che negli ultimi