
(AGENPARL) – mer 19 luglio 2023 Comunicato stampa
Incontro “La cooperazione sanitaria nel mondo: l’impegno della Regione Lazio per lo sviluppo clinico-scientifico in Kurdistan”
Cooperazione sanitaria, convegno IISMAS:“Serve approccio collaborativo per colmare gap”
Ciliberto (IRCCS IFO Istituto San Gallicano e Istituto Regina Elena): “Non dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo alla competizione: dobbiamo impiegare del tempo anche per donare ciò che impariamo”
Roma, 19 luglio – Così come dimostrato dalla pandemia Covid-19, il rischio della diffusione di malattie apparentemente ubicate solo in alcune aree geografiche, in particolare nelle regioni tropicali dei Paesi in via di Sviluppo (PVS), ha reso necessaria una visione più ampia nella tutela della salute. Per questo motivo oggi nei documenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si parla di ONE HEALTH, cioè la difesa del benessere pubblico in tutte le sue forme, umane, animali e vegetali.
Su questo tema rappresentanti istituzionali ed esperti del settore si sono interrogati nel corso del convegno dal titolo “La cooperazione sanitaria nel mondo: l’impegno della Regione Lazio per lo sviluppo clinico-scientifico in Kurdistan”, organizzato da Dreamcom, presso la sede della Regione Lazio, e promosso da IISMAS (Istituto Internazionale Scienze Mediche Antropologiche e Sociali) e IRCCS IFO Istituto San Gallicano di Roma.
All’incontro, coordinato e moderato dal Prof. Aldo Morrone (Presidente IISMAS -Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali e già Direttore Scientifico IRCCS IFO Istituto San Gallicano) hanno portato un saluto ai partecipanti anche l’onorevole Domenico Gramazio e l’onorevole Marietta Tidei, che esorta un investimento importante della Regione Lazio per la cooperazione sanitaria, per dotare i progetti delle risorse necessarie alla loro realizzazione.
Soran Ahmad, Presidente Istituto Kurdo a Roma, ha affermato: “Possiamo avere ospedali belli, belle attrezzature e bravissimi medici, però manca totalmente una cultura sanitaria: ci sono ospedali non collegati, dati che non si trovano; quindi, questi progetti diventano di stimolo per costruire un tipo di sanità che manca. In Italia, nonostante venga spesso criticata, la sanità è un’eccellenza, c’è un’enorme differenza”. A sottolineare le diversità anche Nejib Doss, dell’Ospedale Militare di Tunisi, che ha rimarcato “un enorme gap tra i sistemi sanitari dei Paesi occidentali e quelli del Sud”, parlando anche dell’importanza delle associazioni: “Molte associazioni in tutto il mondo stanno facendo del loro meglio per aiutare, nonostante il budget limitato. Ma abbiamo bisogno di politiche chiare per andare incontro ai bisogni delle diverse popolazioni. […] Credo fermamente che, insieme, possiamo andare lontano nella prevenzione, formazione e gestione di alcune malattie”.
A portare il suo contributo pure Ermete Gallo, Direttore Sanitario IRCCS IFO Istituto San Gallicano e Istituto Regina Elena: “In Italia diamo per scontato il concetto della salute con l’art. 32, ma non riusciamo a comprendere che la salute, soprattutto nei Paesi più disagiati, è il prerequisito per accedere ad altri diritti, tra cui il diritto al lavoro. Se privo le persone della salute, le privo di tutto il resto. La linea da seguire è ragionare secondo il Diritto Internazionale e la cooperazione per migliorare i diritti e far crescere le altre popolazioni”.
A parlare di collaborazione è stato anche Antonio Cristaudo, già Direttore del Dipartimento di Dermatologia Clinica IRCCS IFO Istituto San Gallicano: “La sanità pubblica non riesce ad arrivare da tutte le parti, per vari problemi. Il nostro compito è arrivare dove gli altri non arrivano, non solo in Italia ma con progetti di ricerca in collaborazione con altre nazioni e altri Istituti. […] Questo è il senso del progetto clinico-scientifico del Kurdistan, un progetto di collaborazione alla pari, dove riusciamo a dare le nostre conoscenze e loro ci danno quelle che sono le loro conoscenze”.
A sottolineare il potenziale ruolo fondamentale del Lazio Fabrizio Molina, consigliere politico del Presidente della Regione Lazio: “Dobbiamo tener presente che i problemi di salute sono diventati emblematicamente pandemici: se voglio difendere la mia popolazione del Lazio devo cercare di divulgare salute anche molto lontano dal Lazio. […] Vogliamo dare l’idea che il Lazio e i suoi abitanti non abbiano solo il riconoscimento dei servizi di cui hanno diritto, ma l’orgoglio di una Regione che dà qualcosa di sé per il raggiungimento di un mondo migliore”.
Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico IRCCS IFO Istituto San Gallicano e Istituto Regina Elena, dal canto suo ha rimarcato: “Lavoro in un Istituto che ricerca l’eccellenza nella qualità del supporto clinico ai pazienti. La maggior parte del tempo proviamo a produrre eccellenza per competere con i Paesi più ricchi, e con le istituzioni del nostro Paese; ma non dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo alla competizione: dobbiamo impiegare del tempo anche per donare ciò che impariamo. […] Nel nostro Istituto, possiamo continuare la collaborazione, ma abbiamo bisogno di ulteriori persone che lavorino in questa collaborazione, perché non possiamo perdere questo importante asset che abbiamo creato negli anni”.
“Il San Gallicano cerca di entrare nella realtà di questi Paesi anche con la costruzione di centri sanitari e ospedali, ma questi centri vanno riempiti con i contenuti, affinché i contenuti sopravvivano anche alla distruzione dei muri. […] Dobbiamo istruire gli operatori sanitari, non solo medici e specialisti, ma anche mediatori culturali, assistenti socio-sanitari e infermieri; dobbiamo essere presenti anche noi specialisti, se non sul posto, mediante la telemedicina e la teledermatologia”, ha detto Alessandra Scarabello, Dermatologa IRCCS IFO Istituto San Gallicano. Anche Alessandra Mambrin, Dermatologa IISMAS, ha sottolineato la necessità di un team multidisciplinare: “È importante collaborare con altre figure professionali come l’antropologo, lo psicologo e il mediatore culturale, per gestire al meglio le patologie di questi pazienti fragili e vulnerabili”.
Importante in questo contesto il tema delle disparità etniche in sanità, spiegate da Sarah Mosca, Ricercatrice dell’IRCCS IFO Istituto San Gallicano: “La razza è un costrutto sociale, non biologico; nonostante questo, ci sono ancora disparità nel settore sanitario. I clinici, così come i pazienti, possono avere una percezione errata del rischio di tumore alla pelle, considerandolo minore nella pelle altamente pigmentata. È cruciale promuovere l’eguaglianza e la cooperazione nel settore salute. Dobbiamo lavorare per aumentare l’accesso alle cure, promuovere la diversità in campo medico e incrementare la consapevolezza di questo problema”.