[lid] – E’ stata inviata nei giorni scorsi al Ministero della Giustizia una Richiesta di ispezione presso il Tribunale fallimentare di Perugia.
Si legge nella pec inviata «Egregio signor Ministro della Giustizia, Mi rivolgo a Lei nuovamente con la presente per richiedere l’invio di ispettori presso il Tribunale fallimentare di Perugia al fine di valutare la situazione e le pratiche in atto. In data 7 novembre 2022 ho richiesto l’ispezione presso il Tribunale Fallimentare di Perugia senza avere finora una risposta».
La richiesta è motivata in quando si sono manifestati alcuni dubbi e preoccupazioni riguardo alla corretta gestione dei procedimenti fallimentari presso tale tribunale fallimentare di Perugia, come da copiosi articoli apparsi sulla stampa sia locale che nazionale.
L’obiettivo di questa richiesta di ispezione è garantire la trasparenza, l’imparzialità e l’efficienza del processo decisionale, assicurando che le leggi e i regolamenti siano applicati correttamente.
Nella lettera si chiede un intervento delle SV sia sulle circostanze indicate nel detto Fallimento, ovvero anche per tutti gli altri Fallimenti dello stesso Curatore, acquisendo la presente richiesta, con relativa documentazione allegata che è già stata depositata presso l’ufficio del Giudice per le indagini preliminari n.1386/2019 proc. 5415/2018 PM Dottor Massimo CASUCCI al fine della riapertura del fallimento secondo quanto stabilisce l’articolo 121 della Legge Fallimentare.
Inoltre «alla luce di quanto sopra menzionato e ai fini della riapertura del fallimento, che gli organi competenti – anche tramite l’invio degli ispettori – di verificare quanto narrato nella memoria del liquidatore Dottor Luigi Camilloni, a partire dal conflitto di interessi dei due membri del comitato dei creditori, al conflitto di interesse del Curatore del Fallimento, ai motivi per cui non è stato nominato un CTU per controllare l’esatta prestazione delle compensazioni dei crediti (fondati su rapporti contrattuali ben distinti, ma per importi identici, tra due società facenti parte dello stesso gruppo, le cui compagini hanno visto l’alternanza, nelle varie cariche, degli stessi soggetti, già oggetto di forti dubbi in una relazione consegnata al curatore), all’acquisto con tanto di fatture delle 3000 copie mensili del Giornale dell’Umbria, alla verifica della relazione del Curatore fallimentare e della relativa integrazione, all’acquisizione delle dichiarazioni del sindaco unico della società GEU 1819, dottor Marco Nicchi, agli esposti del dottor Giambaldo Traversini, Emanuele Mapelli e Giampiero Bianconi, agli esposti da parte del giornalista Massimo Sbardella presso la Procura della Repubblica di Perugia, alla fuga di notizie dalla Procura della Repubblica di Perugia, ai contributi pubblici della Presidenza del Consiglio dei Ministri al Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl, al lavoro svolto dal curatore fallimentare dottor Eros Faina, all’attività del Comitato dei Creditori, ed infine sull’operato della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini.
Tale situazione impone ovviamente di non lesinare ogni sforzo per accertare la verità sull’intero fallimento del Gruppo editoriale Umbria 1819 S.r.l.. e quindi alla sua riapertura, cosa che finora non è mai stato appurato.
Inoltre nella lettera si chiede di trasmettere alla Corte di Appello, ogni documento utile al fine di rivedere la risposta alle due interrogazioni sopra menzionate e l’apertura di una nuova indagine per l’eventuale individuazione dei responsabili e che vengano ascoltati tutti i responsabili delle situazioni sopra citati che potrebbero essere utile al proseguimento delle indagini nei confronti del dottor Faina e delle passate gestioni fino alla nomina del dottor Camilloni come liquidatore.
Infine di voler ascoltare anche i direttori delle testate online che hanno pubblicano le notizie riguardanti il liquidatore dottor Luigi Camilloni.